IL TASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBA – L’ATTACCO DI VISCO AI BANCHIERI CENTRALI DEL NORD CHE AUSPICANO “FUTURI E PROLUNGATI AUMENTI DEI TASSI” NON È PASSATO INOSSERVATO A FRANCOFORTE. LA PRESIDENTE DELLA BCE, CHRISTINE LAGARDE, HA REPLICATO PICCATA: “SARÀ FATTO TUTTO CIÒ CHE SERVE CONTRO L’INFLAZIONE”. TRADOTTO: LA LINEA DEI FALCHI PREVARRÀ – LO SCAZZO A DISTANZA CON L’AUSTRIACO ROBERT HOLZMANN E I TIMORI SULLE IMPRESE, CHE POTREBBERO APPROFITTARE DELL’AUMENTO DEI PREZZI PER FAR DECOLLARE I PROFITTI
-1 - TASSI IL GRANDE SCONTRO
Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria per “La Stampa”
Alla vigilia della settimana in cui la Banca centrale europea (Bce) alzerà i tassi d'interesse di altri 50 punti base, si accende il dissidio dentro il Consiglio direttivo. Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, invita ancora una volta alla cautela, suggerendo di attendere i nuovi dati macroeconomici, che potrebbero essere ben migliori del previsto per motivi di stagionalità.
A distanza, però, risponde la presidente dell'Eurotower, Christine Lagarde, confermando che sarà «fatto tutto ciò che serve contro l'inflazione». Vale a dire, più strette monetarie anche dopo marzo. Scelta non in discussione secondo il fronte del Nord, capitanato da Germania, Paesi Bassi, Austria, i Baltici e in misura minore dalla Francia, che tuttavia sta incrementando le divergenze fra governatori.
[…] La linea di Lagarde […] resta la solita definita negli ultimi mesi. A fronte di un'inflazione di fondo […]che si sta dimostrando più tenace del previsto, secondo la banchiera centrale transalpina occorre «mantenere la barra dritta».
Lo ha sottolineato anche ieri, citando il "Whatever it takes" di Mario Draghi. «Come presidente della Bce […] ho un compito di importanza critica che è la stabilità dei prezzi, e questo significa combattere l'inflazione generata dalla crisi energetica alimentata dalla terribile guerra in Ucraina». La priorità quella era, quella è, quella sarà, sottolinea.
[…] Il mantra di Lagarde contro le fiammate dei prezzi si conferma tale. «È normale che ci siano opinioni differenti, ma non sull'obiettivo finale, che è quello di riportare il tasso d'inflazione al 2% nel medio termine», fanno notare fonti interne della Bce.
Stanno però aumentando i malumori. Nelle ultime tre settimane sono state svariate le voci che esortano alla prudenza, e non al mero dogmatismo. Non solo Visco, ma anche il portoghese Mário Centeno. […] Il fronte del Nord è ancora prevalente, ma i nuovi dati potrebbe mutare diversi equilibri dentro il Consiglio direttivo.
2 - QUEI TIMORI DEL GOVERNATORE PER UNA RECESSIONE «EVITABILE» E LE PAROLE DI TROPPO SULLE SCELTE
Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”
Ignazio Visco ha attraversato una carriera da governatore della Banca d’Italia senza mai una polemica personale. Non ci cadrà ora che il suo secondo mandato si avvicina al termine.
Ma se c’è qualcosa che l’ha mandato su tutte le furie, dev’essere stata l’intervista che il governatore della Banca d’Austria, Robert Holzmann, ha fatto uscire sul quotidiano tedesco “Handelsblatt” lunedì.
[…] Si direbbe che il banchiere centrale austriaco sia uscito quasi a dare la direzione di marcia prima che il silenzio calasse in attesa delle decisioni.
E lo ha fatto senza sfumature: per lui servono altri tre aumenti dei tassi consecutivi da 50 punti (0,50%) oltre a quello, scontato, del 16 marzo. Poco importa che la Bce venga già dalla serie di aumenti più rapida della sua storia, con 300 punti (3%) di rialzo da luglio.
A chi ha parlato con Visco è parso chiaro che a irritarlo non è tanto il suo disaccordo sul merito, che pure c’è. Ciò che il governatore non accetta è quanto che lui stesso deve aver vissuto come un venir meno ai patti conclusi fra banchieri centrali europei.
Nel Consiglio direttivo l’accordo è quello che la presidente Christine Lagarde ha spiegato dall’autunno dell’anno scorso (salvo a volte scordarsene): la Bce di questi tempi non si lega mai le mani annunciando con anticipo le proprie mosse future, prima di vedere i dati.
[…] ogni decisione va presa riunione per riunione, sulla base degli indizi che arriveranno. Questo almeno era l’accordo. Holzmann, parlando in senso opposto, ha dato l’impressione di cercare di muovere le aspettative del mercato: proprio per creare il fatto compiuto e preparare il terreno a nuovi rialzi.
Poi c’è il merito, ovviamente. Molti banchieri centrali del Nord Europa sono preoccupati per rivendicazioni salariali di aumenti a doppia cifra, che fanno temere l’avvio di una spirale fra prezzi e salari.
Nel mondo reale essa ancora non si vede. Ma per Visco dietro l’idea di infliggere aumenti dei tassi rapidi e con il pilota automatico c’è l’idea di infliggere all’area euro una (evitabile) recessione, pur di tenere sotto controllo i salari creando disoccupati.
Il governatore della Banca d’Italia pensa ci siano metodi più sottili ed efficaci per riportare nel medio periodo l’inflazione al 2%, che comunque è una priorità. In primo luogo, le previsioni della Bce danno già l’inflazione all’obiettivo a metà 2025: dunque a Francoforte ci si può permettere di rallentare, aspettare e vedere. Ma soprattutto, bisogna vigilare che le imprese non aumentino i profitti alimentando l’inflazione in maniera impropria […].
Ma ora che per esempio il gas ha ridotto di nove volte il suo prezzo, lasciare certi listini invariati significa per le imprese aumentare molto i margini di guadagno. […]