I TEDESCHI SI SENTONO SUL BARATRO E BATTONO UN COLPO – ORMAI ANCHE LA GERMANIA SI È RASSEGNATA E CHIEDE DI SGANCIARE IL COSTO DELL’ELETTRICITÀ DA QUELLO DEL GAS: FINORA, INFATTI, ANCHE L’ENERGIA GENERATA DALLE FONTI RINNOVABILI VENIVA PAGATA ALLO STESSO PREZZO DI QUELLA CHE PROVIENE DAL METANO. UNA FOLLIA, COME HA DETTO IL CANCELLIERE AUSTRIACO NEHAMMER, A CUI OGGI È SEGUITO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA TEDESCO HABECK: “STIAMO LAVORANDO PER TROVARE UN NUOVO MODELLO DI MERCATO”. BRAVI, L’IMPORTANTE È CHE FATE PRESTO…

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1 - GAS: GERMANIA, SGANCIARE PREZZO ELETTRICITÀ DA METANO

Robert Habeck

(ANSA) - Il ministro dell'Economia tedesco, Robert Habeck, propone di affrontare il problema dei prezzi 'impazziti' dell'energia elettrica sganciando il costo dell'elettricità da quello del gas, così da impedire che l'energia generata dai produttori che sostengono costi più bassi - come quelli solari o idroelettrici - venga pagata allo stesso prezzo di quella generata con il gas.

 

"Il fatto che il prezzo più alto fissi sempre il prezzo per tutte le altre forme di energia potrebbe essere cambiato", ha detto Habeck intervistato da Bloomberg. "Stiamo lavorando duramente per trovare un nuovo modello di mercato. Abbiamo bisogno di mercati che funzionino e, allo stesso tempo, abbiamo bisogno di fissare regole affinché le posizioni nel mercato non siano abusate".

 

LA CORSA DELL ENERGIA - PREZZO DEL GAS

Il governo tedesco sta inoltre preparando un terzo pacchetto di misure di sostegno a imprese e famiglie, che si aggiungono ai 30 miliardi già stanziati, "perché ne abbiamo urgente bisogno", ha detto Habeck, come pure una tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche: "Penso che gli extraprofitti, profitti che le aziende non si sarebbero mai sognate di fare, possano essere tassati un po' di più ed essere restituiti alle persone".

 

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2 - L'EUROPA STRINGE SULLA RIFORMA DEL MERCATO LA PRIORITÀ È SLEGARE I PREZZI DI ELETTRICITÀ E GAS

Marco Bresolin per “La Stampa”

 

Mentre a Bruxelles riprende il lavoro dei tecnici per studiare le soluzioni in grado di raffreddare i prezzi dell'energia, si intensificano i contatti tra le capitali al massimo livello politico, segno che nelle prossime settimane potrebbero vedersi risultati concreti.

 

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Il cancelliere austriaco Karl Nehammer, dopo aver parlato con l'omologo tedesco Olaf Scholz e con il premier ceco Petr Fiala, ieri sera ha riunito gli esperti e ha mandato un messaggio chiaro ai partner Ue: «Dobbiamo fermare questa follia e ciò può avvenire soltanto attraverso una soluzione europea». La strada indicata da Nehammer è quella che sta raccogliendo sempre più consensi: «Bisogna slegare il prezzo dell'elettricità da quello del gas».

 

La posizione austriaca è indice del fatto che anche i governi sin qui meno interventisti ora si sono convinti della necessità di mettere mano al mercato energetico. Pure la Germania, del resto, ora sembra aperta al cosiddetto "decoupling", a suo tempo sostenuto da Italia, Grecia, Francia e Belgio.

 

ROBERT HABECK OLAF SCHOLZ CHRISTIAN LINDNER

«Sono stato tra i primi a dire che non è possibile continuare a lottare contro l'aumento dei prezzi con la riduzione delle imposte, serve un blocco», ha ribadito il premier belga Alexander De Croo, alleato di Draghi nella battaglia per fissare un tetto al prezzo del gas.

 

Già oggi la situazione è drammatica, ma il timore è che senza un intervento i prezzi possano andare fuori controllo. E dalla Russia c'è chi soffia sul fuoco. Dmitry Medvedev ha lanciato un nuovo messaggio ai leader Ue via Telegram: «In relazione all'aumento dei prezzi del gas a 3.500 euro per mille metri cubi (somma sfiorata nei giorni scorsi, ndr), sono costretto a rivedere al rialzo le previsioni sui prezzi a 5.000 euro entro la fine del 2022. Caldi saluti».

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Ma c'è un altro fronte su cui si stanno muovendo i leader europei e che riguarda da vicino l'Italia: domani lo spagnolo Pedro Sanchez incontrerà Olaf Scholz per discutere del progetto del gasdotto MidCat, che dovrebbe portare il gas nell'Europa Centrale. La Francia continua a opporsi e Sanchez ha detto che in caso di un nuovo stop porterà avanti il «piano B», che prevede la costruzione di un gasdotto lungo 700 chilometri che collegherà Barcellona a Livorno. Servirebbe per far arrivare in Italia il gas liquido che sbarca sulle coste atlantiche e poi viene rigassificato in Spagna.

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