LA TEMPESTA PERFETTA SI È ABBATTUTA SUL LUSSO – IL TRACOLLO DI KERING IN BORSA DI IERI, CHE HA CHIUSO A -12% DOPO AVER LANCIATO UN ALLARME RICAVI PER IL 2024, HA TRASCINATO AL RIBASSO TUTTO IL SETTORE, COMPRESO LVMH – MA IL PEGGIO POTREBBE NON ESSERE ALLE SPALLE E RIGUARDA L’INTERO COMPARTO: A INFLUIRE SULLE VENDITE NON È SOLTANTO LA FRENATA DELLA CRESCITA IN CINA – CON L’AUMENTO DEI PREZZI, DECISO DAI MARCHI PIÙ IMPORTANTI, ANCHE I RICCONI POTREBBERO DECIDERE DI…
-1. KERING TRACOLLA IN BORSA DEL 12% L’ALLARME RICAVI SCUOTE IL LUSSO
Estratto dell’articolo di Giulia Crivelli per “il Sole 24 Ore”
Una giornata da dimenticare quella di ieri, per il lusso. O meglio: una giornata sulla quale riflettere, perché non è detto che la tempesta sia finita. Da Milano a Parigi a Londra, passando per Zurigo e arrivando fino a Hong Kong, i principali titoli del comparto, hanno chiuso in perdita (si veda la tabella in pagina), con tre eccezioni: Tod’s, Cucinelli ed Hermès. La ragione del crollo è presto detta: martedì sera, a Borsa di Parigi chiusa, Kering, secondo gruppo del lusso al mondo dopo Lvmh (che resta quattro volte più grande), ha lanciato un allarme ricavi, indicando che nel primo trimestre 2024 si prevede un calo del 10% per il gruppo e del 20% per Gucci, marchio di punta, che da solo, nel 2023, ha sfiorato i 10 miliardi di ricavi.
All’apertura delle contrattazioni, ieri, il titolo Kering è crollato, chiudendo poi a quasi -12% e trascinando al ribasso per l’intera giornata (quasi) tutti i competitor, compreso Lvmh.
[…] quello che è successo ieri è un’occasione per riflettere sia sul nervosismo delle Borse, sia sulle prospettive del lusso nel suo complesso. La reazione all’annuncio di Kering non è legata solo all’insolito anticipo (i dati ufficiali di gennaio-marzo sono in programma per il 23 aprile). A stupire è il peggioramento rispetto al 2023, che pure non era stato un anno brillante, ma il gruppo era riuscito a contenere i cali, sempre trainati da Gucci.
Dopo un 2022 stabile (+1% su base comparabile), la maison aveva chiuso il 2023 in calo del 2% su base comparabile, a 9,87 miliardi. I guai di Gucci erano iniziati infatti due anni prima: dopo un lungo periodo da lepre per Kering (e per l’intero lusso), con crescite a due cifre di ricavi e utili, per Gucci c’era stata una brusca frenata. La prima testa a cadere fu quella del direttore creativo Alessandro Michele (che voci danno prossimamente nel gruppo Lvmh), nel settembre 2022. Resistette quasi un altro anno Marco Bizzarri, ceo e presidente di Gucci dal 2015, uscito da Kering nel novembre 2023.
A gennaio dello scorso anno arrivò lo stilista Sabato De Sarno, che ha già presentato due collezioni alle settimane della moda di Milano: nel settembre scorso quella della primavera-estate 2024, ora nei negozi, e in febbraio quella del prossimo autunno-inverno. Ma il “sell out”, in particolare in Asia-Pacifico, non ha finora dato i risultati sperati, si leggeva nella nota diffusa ieri da Kering: era stato lo stesso François-Henri Pinault, ceo e presidente di Kering, a dire, un mese fa, che rilanciare Gucci non era impresa «da concludere in pochi mesi».
[…] Allargando però lo sguardo all’intero comparto ci sono diversi elementi da ricordare: il primo è che già nel quarto trimestre del 2023 molti gruppi, in primis Lvmh, avevano segnalato un rallentamento e nel commentare i dati 2023 […] Il fattore Cina interessa tutti, non solo Kering: il Paese ha rallentato la sua crescita complessiva (+5% le stime sul Pil per il 2024) e vive seduto sulla bolla (secondo alcuni “bomba”) del settore immobiliare.
Non solo: cresce la disoccupazione giovanile e i comportamenti delle giovani generazioni diventano sempre meno prevedibili, specie per le maison occidentali. C’è poi il tema del divario tra costi di produzione e prezzi finali, legato a sua volta alla sostenibilità ambientale e sociale delle filiere del lusso. Last but not least, a fronte degli aumenti dei listini decisi da tutti i marchi più importanti, da Chanel a Prada, da Gucci a Vuitton e che hanno ampiamente superato i tassi di inflazione, conviene iniziare a chiedersi se persino gli Hnwi o Uhnwi (persone con patrimoni disponibili tra 1 e 30 milioni) continueranno a voler investire in acquisti di beni di lusso personali o se invece sposteranno parte della spesa altrove.
2. LA CADUTA DEL LUSSO
Danilo Ceccarelli per “La Stampa”
Il primo tassello a cadere nel domino borsistico del lusso di ieri è stato quello di Kering, che ieri ha visto il suo titolo crollare a Parigi trascinando con sé altri gruppi del settore. […]
Il tonfo di Kering è arrivato all'indomani del profit warning annunciato per il primo trimestre del 2024, dove si attende un calo del 10 per cento dei ricavi su base annua. Uno scenario ancora più preoccupante per Gucci, il principale brand del gruppo, che dovrebbe registrare il -20% tra gennaio e marzo.
La maison fiorentina arranca soprattutto nel mercato asiatico, anche se il gruppo si mostra fiducioso sulla nuova collezione "Ancora" ideata dallo stilista Sabato de Sarno (subentrato nel gennaio del 2023 al posto del collega Michele Alessandro), arrivata in alcune boutique solo a metà febbraio riscuotendo «un'accoglienza molto buona», stando a quanto si legge in un comunicato.
Tuttavia, gli osservatori si mostrano prudenti, sostenendo che la griffe avrà bisogno di tempo per assestarsi dopo la transizione. […]
A pesare, poi, c'è l'acquisizione dello storico marchio di profumi Creed, per 3,5 miliardi di euro, che avrà un impatto compreso tra il -1 e il -2 per cento.
Kering pubblicherà i risultati del primo trimestre il 23 aprile. Due giorni dopo si terrà l'assemblea generale del gruppo, durante la quale verrà proposto il nome di Giovanna Melandri per un posto da amministratrice indipendente nel cda, insieme a quelli dell'imprenditrice cinese Rachel Duan e del presidente di Eutelsat, Dominique D'Hinnin.
[…]
Lo scossone del colosso d'oltralpe è solo uno dei tanti sintomi della frenata che sta vivendo il lusso.
Molte le incognite, che vanno dalla congiuntura geopolitica al contesto economico, anche se tra i principali interrogativi c'è la Cina, vista come un Eldorado per le maison soprattutto prima della pandemia di coronavirus.
Ma la recente crisi immobiliare, la disoccupazione giovanile e la crescita al di sotto delle aspettative influenzano la situazione nell'ex celeste Impero. […]