TEMPI DURI PER SOFTBANK – IL COLOSSO GIAPPONESE DELLA TELEFONIA MOBILE PERDE 18 MILIARDI – IL GRUPPO È APPESANTITO DAL CORONAVIRUS, MA SOPRATTUTTO DAGLI INVESTIMENTI SBAGLIATI IN UBER E WEWORK – SOFTBANK PER IL MOMENTO CEDERÀ UNA QUOTA DI T-MOBILE A DEUTSCHE TELEKOM, MA POTREBBE VENDERE ALTRI "GIOIELLI" COME LE QUOTE DI ALIBABA. E INFATTI E JACK MA SCAPPA E LASCIA IL CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE NEL QUALE SEDEVA DA 13 ANNI
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1 – IMPRESE: SOFTBANK, JACK MA LASCIA CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DOPO 13 ANNI
(Agenzia Nova) - Il colosso della telefonia mobile giapponese SoftBank Group sta per concludere un’era di strette relazioni con il fondatore di Alibaba Group Holding, Jack Ma. Il noto imprenditore cinese intende infatti lasciare il consiglio di amministrazione di Softbank, nel quale sedeva da 13 anni.
Lo scrive il quotidiano “Nikkei”, che cita fonti interne all’azienda; SoftBank si appresterebbe a nominare tre direttori, due dei quali indipendenti, in risposta alle richieste degli investitori attivisti di aumentare i dividendi e irrobustire la governance aziendale, in risposta alle gravi battute d’arresto subite dall’ambizioso piano multimiliardario di investimento nelle startup promosso dal fondatore di SoftBank, Masayoshi Son. Proprio la scommessa di Son in Alibaba, nel 2000, è stato uno degli accordi finanziari di maggior successo della storia: la startup cinese dell’e-commerce si è infatti progressivamente affermata come una delle più grandi aziende del mondo, con una capitalizzazione di mercato di 546 miliardi di dollari. Ancora oggi SoftBank detiene il 25 per cento di Alibaba. (Git) © Agenzia Nova - Riproduzione riservata
2 – SOFTBANK METTE IN VENDITA LE QUOTE DI T-MOBILE. AVANTI TUTTA SU VISION FUND
Patrizia Licata per www.corrierecomunicazioni.it
l gruppo giapponese SoftBank intende cedere “una porzione significativa” della propria quota dell’operatore T-Mobile US all’azionista di controllo Deutsche Telekom. Lo riporta il Wall Street Journal in base a fonti confidenziali. T-Mobile ha ottenuto lo scorso mese il via libera dei regolatori alla fusione con l’operatore rivale Sprint, filiale mobile della stessa SoftBank.
Un’eventuale cessione di gran parte delle quote del gruppo giapponese alla telco tedesca porterebbe la partecipazione di Deutsche Telekom in T-Mobile al di sopra del 50%. Attualmente SoftBank possiede il 24% di T-Mobile US. Non è chiaro quale percentuale verrebbe ceduta, ma, sottolinea il WSJ, i termini di lock-up concordati tra le parti al momento del merger dovranno essere modificati per permettere la transazione.
A SoftBank servono 41 miliardi di dollari
Secondo gli analisti di mercato SoftBank è ansiosa di monetizzare la partecipazione in T-Mobile. Il gruppo giapponese mira a mettere insieme 41 miliardi di dollari vendendo diversi asset per finanziare un programma record di riacquisto di azioni proprie. Il gruppo ha in effetti annunciato oggi, riporta Reuters, che il cda ha approvato una seconda tranche (dopo la prima di aprile) di riacquisto per 500 miliardi di yen (4,7 miliardi di dollari), come parte di un programma di buyback da 2.500 miliardi di yen varato a marzo per far risalire il valore del titolo in Borsa.
Ma la cessione delle quote in T-Mobile US serve a SoftBank soprattutto per sostenere il Vision Fund, un fondo da 100 miliardi di dollari al quale partecipano i fondi sovrani dell’Arabia Saudita ma anche i capitali di Apple e Qualcomm e con cui SoftBank si è spostata dal business delle telecomunicazioni verso attività di investimento nelle tecnologie e startup più innovative. Ma molte delle aziende nelle quali il fondo ha investito non si stanno rivelando profittevoli, ha messo in guardia il Ceo di SoftBank, Masayoshi Son, e il Vision Fund sta perdendo rapidamente valore. Detiene ancora la proprietà di aziende come Arm, il produttore britannico di chip, e di 88 startup, alcune delle quali in via di diventare unicorni, ma il fallimento di OneWeb, la crisi di WeWork e i forti rischi per almeno una quindicina di società pesano sui conti di SoftBank.
Jack Ma lascia il Cda di SoftBank
SoftBank ha anche ufficialmente confermato che Jack Ma, il co-fondatore di Alibaba, si dimetterà dal suo Cda. Si tratta di una perdita di un alleato importante per il ceo di SoftBank Masayoshi Son, ma Jack Ma, che si è già ritirato dal ruolo di presidente esecutivo di Alibaba a settembre, sta abbandonando tutte le attività imprenditoriali e manageriali per dedicarsi alla filantropia.
SoftBank proporrà nell’assemblea generale del 25 giugno tre nuove nomine per il board, tra cui il chief financial officer del gruppo, Yoshimoto Goto. I membri del Cda saliranno a tredici. Ai voti verrà messa anche l’elezione di Lip-Bu Tan, deo del produttore di software per chip Cadence Design Systems e presidente della società di venture capital Walden International, e di Yuko Kawamoto, professoressa alla Waseda Business School e primo e unico membro femminile del Cda.
Masayoshi Son risponderebbe così alle pressioni dell’investitore attivista Elliott Management, che ha chiesto più diversity nel board e anche una nuova commissione che supervisioni gli investimenti del Vision Fund, le cui perdite continuano ad allargarsi
SoftBank perde soldi e Jack Ma lascia
Abbiamo già visto che SoftBank, attraverso investimenti in unicorni senza business model chiari e destinati alla profittabilità, come Uber e WeWork, naviga in cattive acque. La pandemia da coronavirus, che ha bloccato l’intera sharing economy, ha peggiorato la situazione, mettendo l’enfasi sulla liquidità e la solidità delle aziende. SoftBank ha dichiarato una perdita operativa di 13 miliardi di dollari e una perdita complessiva di 9 miliardi, per l’ultimo anno fiscale.
Il tanto decantato fondo di investimento tecnologico dedicato a società ad alta crescita e con exit miliardarie ha dimostrato così come il modello non sia sostenibile. Quasi 10 miliardi di dollari di perdite provengono da due sole società: Uber e WeWork, entrambe in difficoltà prima che la pandemia di coronavirus prendesse piede. Le perdite sono state anche superiori di circa il 7% rispetto agli alert emessi nelle ultime settimane per attenuare il colpo sui mercati.
SoftBank ha dichiarato che sta raccogliendo circa 11,5 miliardi di dollari per riacquistare azioni proprie e sostenerne il valore in Borsa, vendendo parte dei suoi ‘gioielli della corona’ come le azioni di Alibaba, che fu una delle prime aziende finanziate da SoftBank, o T-Mobile US. Questa scelta non deve essere piaciuta a Jack Ma, il co-fondatore di Alibaba, che si è dimesso dal consiglio di amministrazione di SoftBank subito dopo queste dichiarazioni senza fornire spiegazioni.
La partecipazione di SoftBank in Alibaba è valutata in 100 miliardi di dollari, quindi la vendita dovrebbe essere limitata, ma la scelta di tempo e la modalità di vendita – attraverso derivati finanziari che dovrebbero funzionare da leva per moltiplicarne il valore – non è stata concordata. Sembra che l’obiettivo di Masayoshi Son, patron di SoftBank, di fondare un nuovo Vision Fund da 100 miliardi di dollari sia destinato a finire prima ancora di arrivare sui mercati, tra unicorni senza visione, mercati senza liquidità e sauditi senza soldi.