TIM BUM BAM! – IL TITOLO DELL’EX TELECOM VOLA IN BORSA (+6%) DOPO LA PRESENTAZIONE DEI CONTI TRIMESTRALI, CHE VANNO MENO PEGGIO DEL PREVISTO: IL PERIODO SI CHIUDE CON UNA PERDITA DI 2,7 MILIARDI DI EURO, PER IL COSIDDETTO “EFFETTO FISCO” – MA LABRIOLA È OTTIMISTA SUI TARGET E VALUTA LA CESSIONE DI UNA QUOTA DI ENTERPRISE PER RIDURRE IL PESANTISSIMO DEBITO DA 25,5 MILIARDI – INTANTO IL GOVERNO INSISTE CON IL PIANO MINERVA, CHE DOVREBBE PORTARE ALLA NAZIONALIZZAZIONE DELLA RETE (PREVIA OPA)
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1. TIM: IN BORSA TORNA AI LIVELLI DI LUGLIO +6%
(ANSA) - La Borsa premia Tim, i conti trimestrali e le indicazioni date dai manager alla comunità finanziaria sugli obiettivi di fine anno, ritenuti "facilmente raggiungibili" che aprono alla possibilità di un nuovo rialzo dei target per il 2023-24. Il titolo sui massimi di seduta sale del 6,09% a 0,2475 euro, rivedendo così i livelli di quattro mesi fa, a luglio 2022.
2. TIM:LABRIOLA,SU RETE UN MESE PER PRENDERE DECISIONE MIGLIORE
(ANSA) - Per gli analisti quella della Rete Unica è diventata "una 'soap opera'" e chiedono all'ad di Tim, Pietro Labriola, come farà "a riconciliare ciò che il governo è disposto a ottenere con il piano A" quello che prevede la separazione della rete in fibra e l'integrazione con quella di Open Fiber.
"Non posso rispondere a nome del governo ma vi posso dire cosa succede nell'ambito di mia competenza: abbiamo prorogato il MoU, ora con Cdp abbiamo un mese per trovare la soluzione migliore. La 'non esclusiva' non è questione di aver cambiato approccio"
3. TIM: LABRIOLA, OBIETTIVI 2022 FACILMENTE RAGGIUNGIBILI
(ANSA) - Tim centrerà gli obiettivi 2022, rivisti al rialzo a luglio, ne è sicuro l'ad Pietro Labriola. "Ci sono miglioramenti in tutti i kpi (gli indicatori chiave di prestazione, ndr) e la guidance è facilmente raggiungibile" ha detto concludendo la sua presentazione dei conti del terzo trimeste. "Sul mercato si stanno consolidando segnali razionalità e continueremo con la nostra strategia 'volume to value'" aggiunge ribadendo: "Abbiamo promesso di fare meglio del previsto e stiamo mantenendo questa promessa nonostante un contesto macroeconomico più duro del previsto".
4. TIM:LABRIOLA, POSSIBILE NUOVO RIALZO TARGET SU 2023-24
(ANSA) - Tim potrebbe rivedere nuovamente al rialzo i suoi obiettivi per i prossimi 2 anni. Sulla base dei risultati 2022, se proseguirà l'attuale trend - e l'ad Pietro Labriola ha appena detto di essere "ottimista" e di ritenerli "facilmente raggiungibili" - anche come calcolano gli analisti "è possibile che anche nel 2023-24 la nostra guidance possa essere ritoccata in maniera migliorativa, ma ne parleremo a febbraio". Così il manager ha risposto a un analista in conference call.
5. TIM:LABRIOLA, CESSIONE QUOTA ENTERPRISE RESTA OPZIONE
(ANSA) - Tim non ha rinunciato a cedere una quota di Tim Enterprise e la creazione di una società è da intendersi come il primo passo e non una frenata rispetto al piano presentato a luglio. "Vogliamo dichiarare apertamente che stiamo lavorando sul piano presentato al Capital Market Day con chiare tappe, 'societarizzando' per essere poi pronti se necessario a vendere una quota". Quota che comunque sarà, ribadisce Labriola, "di minoranza perché Tim Enterprise è un ottimo business".
6. EFFETTO FISCO SUI CONTI DI TIM IN 9 MESI ROSSO DI 2,7 MILIARDI MELONI: LA RETE SARÀ PUBBLICA
Francesco Spini per “La Stampa”
La premier Giorgia Meloni, incontrando i sindacati, batte il ferro già rovente e conferma la volontà di mettere sotto le ali dello Stato la rete di Tim. «Le infrastrutture strategiche siano sotto controllo pubblico», avrebbe detto nel corso dell'incontro a Palazzo Chigi in riferimento a Telecom e alla sua infrastruttura, a riprova che il dossier sta in bella vista sulla sua scrivania.
E mentre l'esecutivo ragiona di Opa e di «Progetto Minerva», il cda di Tim esamina i conti di nove mesi ancora difficili, nonostante qualche barlume. Il periodo si chiude con una perdita di 2,728 miliardi di euro (contro il rosso di 10 milioni di un anno fa) sotto il peso dell'effetto fiscale della revoca del riallineamento dell'avviamento che nel bilancio 2020 - epoca Luigi Gubitosi - aveva, al contrario, portato a un maxi utile. Piccola consolazione: la retromarcia porterà in due anni circa 700 milioni di cassa in più, frutto della restituzione di imposte sostitutive già pagate.
Anche al netto delle partite non ricorrenti il risultato chiude in rosso di 361 milioni di euro, contro i 310 milioni di utili registrati un anno fa. I ricavi organici del gruppo nei 9 mesi cedono l'1,6% a 11,712 miliardi di euro, quelli da servizi aumentano dello 0,5% a 10,75 miliardi. In particolare nel terzo trimestre (chiuso con un rosso di 2,245 miliardi, contro il risultato positivo di 139 milioni di un anno prima) i ricavi da servizi accelerano il passo del 3% sull'anno precedente, a 3,72 miliardi.
Anche il margine operativo lordo (in calo contabilmente nei nove mesi del 9,3% a 4,34 miliardi e del 19,4% nel trimestre a 1,28 miliardi) dal punto di vista organico cala del 9,4% a 4,54 miliardi con il trimestre che si chiude con un meno 6,5% a 1,589 miliardi. Dato ancora negativo ma che registra una tendenza meno ripida rispetto ai meno 8,5% del secondo trimestre e al meno 13,3% dei primi tre mesi.
In ogni caso il gruppo, in una nota, definisce i risultati «pienamente in linea con i target per l'esercizio», di cui conferma le stime dopo la loro revisione al rialzo dello scorso agosto. L'acquisizione delle attività mobili di Oi in Brasile, il pagamento dell'ultima rata delle frequenze 5G in Italia e impatti contabili fanno aumentare l'indebitamento finanziario netto rettificato di 3,3 miliardi a 25,5 miliardi (20,1 miliardi afterlease).
Per ridurre il fardello, una delle mosse è la valorizzazione della minoranza di EnterpriseCo. Rispetto alle indiscrezioni, però, il cda per il momento non delibera l'avvio del beauty contest, ossia dell'asta competitiva per la cessione del 49%, ma solo la partenza delle manovre per la societarizzazione della divisione dedicata ai servizi evoluti per i grandi clienti, i cui ricavi totali e da servizi nei nove mesi salgono rispettivamente del 5,9% e dell'8,8%, con uno spunto in particolare nel cloud (+56%).
L'ad Pietro Labriola, che oggi spiegherà i conti agli analisti, nei nove mesi ha centrato risparmi nei costi operativi per circa 270 milioni di euro, pari al 90% di quanto s' era prefissato per l'intero anno.
Intanto cresce la preoccupazione dei sindacati sul futuro del gruppo, che il governo pare voler concentrare nella gestione della sola rete, nella prospettiva di cedere servizi e Brasile. In una lettera indirizzata a Meloni e, per conoscenza, al sottosegretario con delega all'Innovazione tecnologica Alessio Butti, chiedono che Tim non diventi un «mero rivenditore all'ingrosso di connettività ma conservi in mano pubblica elementi industriali di innovazione tecnologica».