TURISTI DELLA DEMOCRAZIA – L’ALLARME DI MASSIMO CAPUTI: “NON SI HA DAVVERO IDEA DI QUALE ECATOMBE DI POSTI DI LAVORO E IMPRESE STIA AVVENENDO NEL TURISMO, NÉ DI QUELLA CHE AVVERRÀ NEL 2021” – “SI PARLA DI TUTTO, MA NESSUNO PRONUNCIA LA NEGLETTA PAROLA TURISMO. DA DUE GIORNI GIRA UNA BOZZA DEL DECRETO RILANCIO 2 CHE UNIFICA LE PROBLEMATICHE DEL LAVORO NEL TURISMO A QUELLE DEI METALMECCANICI; SBAGLIATISSIMO…”
-Massimo Caputi* per “il Sole 24 Ore”
*Presidente Federterme
Si parla di tutto in questi giorni di stesura (riservata) del Recovery Plan, ma nessuno pronuncia la negletta parola "turismo". Ci si riempie la bocca di ogni ipotesi di intervento: magica digitalizzazione, infrastrutture, ambiente, sanità, ecc ma pare che la parola "turismo" non sia nel vocabolario del sistema di governo.
Non si ha davvero idea di quale ecatombe di posti di lavoro e imprese stia avvenendo nel turismo, né di quella che avverrà nel 2021; purtroppo sul Sole 24 Oredel 12 marzo lo avevo previsto, invocando provvedimenti mirati e ragionati di medio periodo, che finora sono totalmente mancati.
Da due giorni gira sulle scrivanie "romane" una bozza del Decreto Rilancio 2, che unifica le problematiche del lavoro nel turismo a quelle dei metalmeccanici; sbagliatissimo.
Per esempio, la bozza di Decreto interviene sull' art. 93 del "Decreto rilancio", ma non modifica il comma 1-bis, che ha imposto l' obbligo di proroga della durata dei contratti a termine per un tempo corrispondente ai «periodi di sospensione lavorativa» che siano stati conseguenti all' emergenza epidemiologica; è di tutta evidenza, infatti, come sia impossibile per le aziende turistico-termali dover riattivare numerosi contratti a termine a stagione finita, quando magari l' azienda ha programmato la chiusura o, comunque, a esigenze sostanzialmente cessate;
addirittura in una Faq del ministero del Lavoro del 31 luglio, è stato espressamente precisato che i contratti stagionali rientrano nel perimetro di applicazione della norma e che per «sospensione lavorativa» si deve intendere non solo quella derivante da periodi di cassa integrazione correlati all' epidemia, ma anche, a titolo d' esempio, quella correlata alla fruizione delle ferie; la vicenda ha dei risvolti paradossali e la scadenza del contratto rischia di spostarsi in avanti in modo indefinito.
Speriamo che questa bozza sia un caso di fake news, perché se non lo fosse, sarebbe stata scritta da soggetti che non hanno la più pallida idea di come funzioni e operi un' impresa turistica, del tutto dissimile dalle altre imprese industriali e di servizi. Parliamo dei lavoratori nel turismo che in estate superano i 3 milioni e sono il 15% degli occupati totali del Paese; il numero dei dipendenti inattivi nel turismo e termalismo è un dato terribile: dell' 87,7% di inattivi, mentre negli altri settori oggi il numero di addetti inattivi è inferiore al 20 per cento.
Cosa fare ? Nei vari webinar, che si susseguono a decine, si sentono lamentele e petizioni di ogni genere, ma tutte miranti al breve periodo, ipotizzando che il 2021 sarà un' alba luminosa. Erratissimo.
Le previsioni europee più credibili ritengono che forse nel 2023 si arriverà a recuperare i livelli di flussi del 2019 e non si risolve la gravissima problematica del turismo solo estendendo la cassa integrazione, che peraltro dovrebbe essere superata da modelli di sostegno più evoluti e adeguati alla specificità dell' impresa turistica, o varando i voucher per le famiglie, o dando finanziamenti a 6 anni che nessuno sarà in grado di rimborsare.
E ci si deve rendere conto che i problemi del turismo investono tematiche che non sono, a volte, neanche controllabili dal Paese di destinazione; un esempio per tutti: i voli verso l' Italia; sarebbe troppo complesso spiegare perché gli aerei sono a terra e lo resteranno a lungo, con prezzi dei biglietti verso l' Italia costosissimi, e così sarà fino a tutto il 2022.
Oggi necessitano provvedimenti, come detto, di medio periodo, per esempio:
1 Allungare assolutamente a 15 anni i finanziamenti ex art. 13 Decreto Liquidità (oggi a 6 anni);
2 Incentivare in modo consistente le imprese ad aprire, dando loro le somme destinate alla cassa integrazione in proporzione ai fatturati persi;
3 Riattivare l' art. 8 della L. 388/2000 per tutti gli investimenti del settore turistico e termale e su tutto il territorio nazionale, è una norma fondamentale;
4 Estendere il contributo a fondo perduto (utilizzando le risorse del Recovery Plan), per le imprese turistiche e termali, senza limite di fatturato, per tutto il 2020 e per almeno il 30% del fatturato perso;
5 Varare un decreto "semplificazione turismo e terme", settore oggi affogato da burocrazia.
Ma se nessuno parla di turismo seriamente si assisterà a un' ecatombe di imprese e di posti di lavoro che non ha eguali dal dopoguerra in Italia e non è catastrofismo.