ULTIMO TRENO PER “ITA” – IL GOVERNO VORREBBE CHIUDERE ENTRO L’ANNO LA PARTITA SULL’EX ALITALIA E PROVA AD AFFIANCARE FERROVIE DELLO STATO A LUFTHANSA. MA IL PROBLEMA PRINCIPALE ERA E RESTA POLITICO: ALL’INTERNO DELLA MAGGIORANZA C’È UNA “FRONDA” CHE VUOLE MANTENERE LA PROPRIETÀ PUBBLICA. I TEDESCHI INVECE VORREBBERO UNA VERA PRIVATIZZAZIONE, MA FERROVIE È AL 100% DEL TESORO. CHE FARE? FS ENTRERÀ NEL CAPITALE O AVRÀ SOLO UN RUOLO STRATEGICO-COMMERCIALE?
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Leonard Berberi per il “Corriere della Sera”
L'esecutivo italiano prova a stringere sul dossier Ita Airways con l'obiettivo di firmare un protocollo d'intesa con Lufthansa entro fine anno e prova ad affiancare all'operazione Ferrovie dello Stato.
Le due società sono passate dalla fase «esplorativa» a quella di approfondimento dei temi industriali, ma potrebbero svolgere ruoli diversi nel rilancio del vettore. Lo apprende il Corriere da fonti governative.
È sul lato «politico» che si registrano i nodi principali, tanto che va avanti il confronto con il gruppo tedesco per individuare il perimetro entro il quale la componente pubblica potrà (e dovrà) dire la sua nella compagnia, in particolare su quote, strategie, governance e personale. Il Tesoro, Lufthansa, FS e Ita non commentano.
Dal 16 novembre Lufthansa è nella data room di Ita dove studia i numeri aggiornati del vettore e sta chiedendo altri dettagli al management italiano. Dopo il passo indietro di Msc ai tedeschi è stato suggerito il coinvolgimento di FS che non ha accesso alla «stanza» riservata.
Chi segue il dossier sostiene che non c'è ancora un «allineamento» nella maggioranza sulla presenza o meno di un partner italiano in Ita. Lufthansa vorrebbe una vera privatizzazione e FS è una società al 100% del Tesoro: bisognerà capire se il gruppo ferroviario entrerà nel capitale o avrà un ruolo strategico-commerciale senza equity.
Per gli addetti ai lavori più è snella la struttura azionaria di Ita più la gestione è semplice.
Le trattative vanno avanti.
Anche grazie all'approccio «pragmatico» del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, dicono le fonti. Ma, avvertono, è il momento più delicato, in cui tutto può saltare vista pure la presenza della «fronda» anti-vendita.
Per questo dopo l'incontro del 2 dicembre, a Roma, tra il Mef e una delegazione di Lufthansa guidata da Harry Hohmeister (membro del board esecutivo e direttore commerciale) l'altro ieri il presidente di Ita Antonino Turicchi è stato avvistato nel quartier generale di Lufthansa, a Francoforte, dove ha incontrato l'ad Carsten Spohr e il direttore finanziario Remco Steenbergen. Tra i temi industriali c'è l'espansione prevista di Ita dagli attuali 68 aerei a 96 a fine 2023 che richiederebbero l'assunzione di 1.180 tra piloti e assistenti di volo.
A Palazzo Chigi vorrebbero siglare un primo documento con Lufthansa in tempo per la conferenza stampa di fine anno della premier Giorgia Meloni. Al Tesoro l'obiettivo è fare le cose per bene rispettando i paletti fissati dal dpcm per la privatizzazione. Il valore di Ita è stimato tra i 450 e 480 milioni di euro.
L'ipotesi principale vede la cessione del 55-60% delle quote a Lufthansa per 250-290 milioni di euro. «Mi aspetto nel 2023 un consolidamento limitato nei cieli europei e questo anche per la possibile privatizzazione di Ita», dice al Corriere Willie Walsh, capo della Iata, la principale associazione internazionale dei vettori. «Ita non è Alitalia ma opera in un Paese dove il 75% dell'offerta è low cost e se la deve vedere pure con vettori tradizionali oggi più efficienti dopo una profonda ristrutturazione». Per avere un futuro, insomma, la compagnia italiana deve entrare in un grande e solido gruppo aereo.