LA VENDITA DI MPS FINIRÀ A TARALLUCCI E VINO! - LA BAD BANK DEL MONTE DEI PASCHI PUNTA SEMPRE PIÙ VERSO IL MEDIOCREDITO CENTRALE. LA BANCA PUBBLICA DEL SUD, GUIDATA DA BERNARDO MATTARELLA (NIPOTE DI) È PRONTA A ENTRARE NELLA DATA ROOM E BECCARSI LE SCARTINE DI UNICREDIT – COSÌ ORCEL PUÒ AVERE LA BOTTE PIENA (CON 2,3 MILIARDI DI DOTE) E LA MOGLIE UBRIACA, RIFILANDO 150 FILIALI ALLA BANCA DEL MEZZOGIORNO E SUPERARE LE EVENTUALI OBIEZIONI DELL’ANTITRUST. E CON IL MARCHIO CHE CI FACCIAMO? LO DIAMO A ENRICO LETTA?

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Camilla Conti per “La Verità”

 

andrea orcel di unicredit

«Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano», cantava Antonello Venditti. Un verso della canzone che pare dedicato al Monte dei Paschi, ancora in mezzo alle trattative con Unicredit per rilevare il perimetro selezionato ripulito da rischi legali e crediti deteriorati. Ovvero la cosiddetta good bank.

 

monte dei paschi di siena

E qui torniamo ai giri immensi che poi ritornano. Perché il destino della bad bank del Monte porta sempre più dritto verso il Mediocredito Centrale - la banca pubblica del Sud guidata da Bernardo Mattarella - che è pronta a entrare nella data room del Monte per verificare gli attivi destinati a rimanere fuori dal perimetro di interesse di Unicredit.

 

Bernardo Mattarella

L'intervento di Mediocredito, guidato da Mattarella, può inoltre essere prezioso per superare le obiezioni che l'Antitrust potrebbe muovere al gruppo di piazza Gae Aulenti per le sovrapposizioni degli sportelli in alcune aree del Paese. Mcc potrebbe prendersi gli sportelli del Sud che non ricadono nel perimetro d'interesse di Unicredit.

 

In particolare, circa 150 filiali sparse tra la Sicilia e la Puglia. Come pugliese era Banca 121, l'ex banca del Salento, collegio di Massimo D'Alema, che venne acquistata a inizio del 2000 e (stra)pagata 2.500 miliardi di vecchie lire. A guidare la 121 c'era Vincenzo De Bustis, considerato vicino al «leader Maximo» e diventato poi direttore generale dello stesso Monte (e poi anche ad della Popolare di Bari). Il cerchio, così, si chiuderebbe, come canta Venditti.

VINCENZO DE BUSTIS

 

Il mercato già guarda alla prossima scadenza del periodo di esclusiva concesso all'istituto guidato da Andrea Orcel, mentre si dà già per scontata una proroga (anche fino a dopo le elezioni suppletive del 3 ottobre). Unicredit avrebbe avviato anche le necessarie riflessioni su alcune controllate di Rocca Salimbeni e attualmente al vaglio ci sarebbe anche il futuro del Consorzio informatico: un'operazione complessa che difficilmente potrebbe interessare Mcc.

unicredit

 

Fuori dal perimetro di interesse sia di Unicredit sia di Mcc resterebbero invece il marchio Mps e anche la controllata Mps Capital services, ovvero la banca delle imprese che - secondo indiscrezioni - non interesserebbe a Orcel (già molto forte in questo segmento) e che potrebbe non essere presa in considerazione nemmeno dal Mediocredito.

MONTE DEI PASCHI DI SIENA

 

Secondo indiscrezioni raccolte in ambienti senesi, senza l'intervento di Mcc si perderebbero 2,3 miliardi di bonus fiscale legato alle cosiddette Dta, importo totale che spetterebbe solo se venisse rilevato il 100% delle attività. Inoltre nella trattativa gli attivi garantiti (e solo quelli, perché Unicredit ha già detto di non essere intenzionata a comprare altro) si sta discutendo sul prezzo che non sarà comunque basso come quello degli Npl.

BANCA 121

 

Infine, nel transare in azioni ci sarà da capire se la maggioranza relativa seppur risicata delle azioni tornerà alla Fondazione Mps, o piuttosto (e questa sembra l'ipotesi più probabile) se verrà scelta un'opzione asimmetrica tipo Amco per dare alla comunità di senesi - azionisti e «bailinati» - delle azioni Unicredit (parte della golden share che andrà al Tesoro) e non azioni Mps, in modo da detenere una goccia nel mare e non la governance.

 

monte dei paschi di siena

In Piazza Affari ieri il titolo della banca toscana ha chiuso la seduta con un +0,45% a 1,12 euro, mentre Unicredit ha ceduto l'1,65% a 10,50 euro.Nel frattempo, la partita finanziaria si intreccia con quella politica. La scelta di Enrico Letta di correre per le suppletive di ottobre senza il simbolo del Pd scalda la campagna elettorale per il seggio della Camera dei deputati lasciato libero da Pier Carlo Padoan (oggi presidente di Unicredit).

BERNARDO MATTARELLA

 

«Alle suppletive si fa così: siamo per un centrosinistra unito e plurale. Se avessimo presentato il simbolo del partito sarebbe stata esclusa una fascia dell'elettorato. Il simbolo avrebbe rappresentato un elemento di chiusura, ma qui siamo di fronte a un collegio uninominale e ogni voto conta», ha detto Andrea Valenti, segretario provinciale del Pd a Siena. La sfera rossa con scritto «Con Enrico Letta» continua però a fare rumore.

 

MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Ora bisognerà vedere se oltre ai voti del suo partito, il segretario dem riuscirà ad avere quelli di un'area di centrosinistra dove non mancano critiche all'operato del Pd negli ultimi anni, a partire proprio dalla vicenda Mps. Letta dovrà vedersela con il candidato di tutto il centrodestra - quello governativo (lunedì 6 settembre dovrebbe tornare a Siena Matteo Salvini) e quello all'opposizione - l'imprenditore del settore del vino Tommaso Marrocchesi Marzi. Che, sulla scelta del simbolo, ha sottolineato: «Dal momento che con questa operazione di marketing Letta e il Pd dimostrano all'elettorato di vergognarsi di essere del Pd, invito Letta a essere coerente e dare fin da ora le dimissioni da segretario del partito. In questo modo eviterà di prendere in giro gli elettori».

MONTE DEI PASCHI DI SIENA
VINCENZO DE BUSTIS
MONTE DEI PASCHI DI SIENA MPS
de bustis ai tempi di Mps
PIER CARLO PADOAN CON ELKETTE

Andrea Orcel