PER UNA VOLTA C’È UNA BUONA NOTIZIA: L’EUROPA L'HA SCAMPATA E HA EVITATO RECESSIONE ECONOMICA – CERTO NON C’È DA GIOIRE, IN ITALIA LA CRESCITA SI È FERMATA, MA NON COSÌ TANTO COME CI SI ASPETTAVA: TRA GUERRA ED INFLAZIONE IL PIL DEL NOSTRO PAESE PER IL 2022 REGISTRA UN -0,1% E CHIUDE A 3,9% (SEMPRE MEGLIO DEL 3,7% STIMATO DAL GOVERNO) – L’INFLAZIONE È UN DRAMMA PER I LAVORATORI ITALIANI: IL DIVARIO TRA BUSTE PAGA E PREZZI È DEL 7,6%...
-Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “la Stampa”
La crescita italiana si è fermata, ma non così tanto come ci si aspettava. Dopo sette trimestri consecutivi con il segno più, tra ottobre e dicembre dello scorso anno l'Istat registra un'inversione di rotta, con il prodotto interno lordo che vira in negativo dello 0,1%. Nonostante la frenata, il Pil del 2022 chiude al 3,9%, un dato migliore rispetto al 3,7% stimato dal governo guidato da Giorgia Meloni.
A spingere l'economia sono soprattutto il turismo, i servizi e l'effetto trascinamento che consente di avere per il 2023 una crescita acquisita a +0,4%, anche se nei prossimi trimestri la variazione del Pil dovesse essere nulla. Insomma, la previsione del +0,6% contenuta nella Nota di aggiornamento del Def pare alla portata, considerando l'abbassamento dei prezzi dell'energia a livello internazionale. Seppur quelle dell'Istat siano stime preliminari, il pericolo della recessione sembra allontanato. Anche i numeri diffusi dalla Commissione europea confermano questo scenario. […]
Soddisfatto il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni: «Buone notizie: l'area dell'euro ha evitato una contrazione nell'ultimo trimestre del 2022. Continuiamo ad affrontare molteplici sfide, ma le prospettive per quest'anno sembrano oggi un po' più rosee rispetto all'autunno», commenta.
Gentiloni poi torna a parlare della revisione del patto di stabilità: «Dobbiamo lavorare in modo molto rapido. Penso che l'obiettivo debba rimanere quello di avere un consenso a livello di governi nel mese di marzo - sottolinea - per consentire alla Commissione di avere il tempo necessario».
[…] Segnali positivi arrivano dal lavoro, tuttavia il mercato italiano è caratterizzato da disparità molto evidenti. Resta l'impatto profondo dell'inflazione: il divario tra le buste paga e i prezzi ha toccato i 7,6 punti percentuali, raggiungendo il valore più elevato dal 2001. Nel 2022, spiega l'Istat, l'intensa stagione contrattuale ha portato al recepimento di 33 contratti collettivi, e la crescita delle retribuzioni è stata, nella media dell'anno, pari a +1,1%. […]