Silvia Cutuli per “il Messaggero”
Vestiti e usciamo. No, vestiti che giochiamo ai videogame in salotto. Oltre a mouse, tastiera e computer, gli appassionati di gaming e di e-sports le competizioni a livello professionistico vantano oggi un guardaroba appositamente studiato per migliorare le performance grazie a particolari tessuti antiscivolo e traspiranti che riducono gli sbalzi di temperatura e i cali di concentrazione.
Speciali imbottiture proteggono polsi e gomiti, le felpe con cappuccio limitano il disturbo sonoro e luminoso; mentre i pantaloni con cuciture ribassate riducono l' attrito nei movimenti, con ampie tasche dove custodire il joystick. Se la pandemia ha fatto crescere il pubblico dei videogiocatori, perché non pensare anche a vestirli, dato che tra l' altro rappresentano una fetta importante della Generazione Z?
MATERIALI RICICLATI «Abbiamo capito che il mondo del gaming da nerdy poteva diventare glamour raccontano Cl34v3r, Fade e Jolt99, i tre avatar dietro cui si celano le menti creative del brand di sportwear Yokoipro (yokoipro.com), creato da gamer per i gamer, interamente made in Italy, realizzato con materiali riciclati e riciclabili da aziende del distretto di Biella e Verona. Tra i trenta e i quarant' anni, i fondatori oltre che videogiocatori appassionati, sono dirigenti di multinazionali e sveleranno la loro identità - dicono - soltanto dopo aver raggiunto il milione di euro di fatturato, traguardo che intendono superare entro il 2021.
«Da videogiocatori abbiamo guardato al mercato del gaming sotto l' aspetto dell' abbigliamento con felpe, jogger, t-shirt, guanti e scaldacollo super glamour dall' effetto dopante che migliorano le prestazioni raccontano la nostra felpa ha un cappuccio insonorizzato che occlude le luci laterali per cui l' unica fonte luminosa è quella dello schermo. È dotata poi di un guanto incorporato per migliorare il grip sulla tastiera; mentre le apposite tasche sono a misura di joystick wi-fi», spiegano.
I GENITORI I dati parlano chiaro: gli appassionati di e-sports in Italia sono oltre 1,4 milioni con una crescita del 20% rispetto al 2019. «Nonostante il nostro target di riferimento siano i ragazzi dai 13 ai 18 anni, con un trend in crescita per le donne dai 16 ai 21 anni spiegano da Yokoipro c' è un dato divertente dei nativi degli anni Ottanta che ora sono genitori e che vivono la nostalgia delle prime consolle, sdoganando la passione dei videogiochi con i propri figli per la prima volta nella storia».
Di base in Toscana è Beaths (beaths.com), start-up fondata da Fabio Ferrotti con un team di professionisti trentenni che ha debuttato a giugno in piena pandemia. «Il brand nasce dal mio background: ho collaborato con diversi marchi di moda e ho lavorato come manager nell' industria del gaming.
Con Beaths ho unito le mie due passioni», racconta Ferrotti. «Altro che lupi solitari da tastiera, i videogiocatori professionisti devono allenarsi in postazione, disputare tornei online o dal vivo nelle grandi arene del mondo, per cui il loro abbigliamento deve assicurare comfort ed elevate prestazioni proprio grazie al design accurato».
Dunque si abbassano le cuciture della spalla della felpa riducendo così l' attrito nel movimento, il cavallo dei pantaloni è stondato con zero tasche sul retro, i tessuti sono studiati per mantenere stabile la temperatura corporea ed agevolare lo scivolamento delle braccia. «Veicoliamo la nostra linea di abbigliamento attraverso la piattaforma Twitch contando su oltre 75 ambasciatori digitali che indossano i nostri capi e li presentano a una platea virtuale di appassionati, una sorta di influencer del mondo gaming», conclude Ferrotti.
LOGO RIFLETTENTE Quando il gioco si fa glamour accade che HyperX, società statunitense specializzata in dispositivi tecnici per il gaming, si allei con Champion, il marchio di abbigliamento sportivo nato nel 1919. Nascono due collezioni in edizione limitata di t-shirt e felpe dedicate ai gamer ma non solo, dove la novità è data dallo speciale logo riflettente in grado di restituire sfumature luminose quando è colpito dalla luce.
Punta ad abbattere le barriere di genere, la collezione di divise da calcio interamente virtuali firmata da The Fabricant, la casa olandese di moda digitale. Vestiti fluenti e drappeggiati al posto dei classici pantaloncini, con cui personalizzare il proprio avatar, sostenendo la diversità di genere e l' inclusione sul campo da gioco, seppur virtuale.
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