PRONTI PER IL METAVERSO A PORTATA DI SMARTPHONE? – JOHN HANKE, GIÀ CREATORE DI POKÉMON GO, HA PRESENTATO LA NUOVA TECNOLOGIA CHE USA LA GEOLOCALIZZAZIONE PER SOVRAIMPORRE AL MONDO REALE ELEMENTI DIGITALI VISIBILI ATTRAVERSO LO SMARTPHONE. SI CHIAMA “CAMPFIRE” E PROMETTE DI CREARE UN SOCIAL NETWORK DEL METAVERSO CON GIOCHI, SERVIZI E APPLICAZIONI - NESSUNO PERÒ SI È CHIESTO QUALI SARANNO GLI EFFETTI COLLATERALI IN UN MONDO “AUMENTATO”
-Jaime D’Alessandro per “la Repubblica – Affari & Finanza”
John Hanke, ex gran capo di Google Earth, ha una sua idea su come evolverà il digitale. È la mente e l'anima di Niantic, la casa di sviluppo che fra le altre cose diede vita a Pokémon Go otto anni fa.
Ha cominciato a sviluppare metaversi nel 1996, anche se all'epoca venivano chiamati videogame online, e da allora non si è mai davvero fermato. La scorsa settimana Hanke ha mostrato la tecnologia di geolocalizzazione che permette di scansire qualsiasi luogo con lo smartphone trasformandolo in un modello digitale grazie ad un'alta accuratezza della posizione.
Si chiama Sistema di posizionamento visivo (Vps) e fa parte della piattaforma Lightship con la quale Niantic intende costruire una sorta di social network per la realtà aumentata. Ha perfino un nome, Campfire, ed è pensato per il "real world metaverse".
L'idea alla fine, al di là dei nomi, è quella che Hanke ha fin dalla fondazione della sua azienda: usare la geolocalizzazione per sovraimporre al mondo reale elementi digitali visibili attraverso lo smartphone e, grazie ad essi, creare giochi, applicazioni e servizi dove però parte integrante è il mondo stesso e non la sua semplice duplicazione o sostituzione. Francamente non so dire se l'idea funzionerà.
Pokémon Go alla fine è uno dei pochi esempi di realtà aumentata divenuta popolare. Gli altri videogame di Niantic, da Ingress a Endgame, per quanto innovativi non hanno lasciato un segno. Ma almeno il nuovo progetto di John Hanke, Vps, ha una marcia in più rispetto alle tante piccole esperienze di metaverso senza uno scopo che centinaia di aziende stanno mettendo in piedi.
Consente, una volta acquisito un certo luogo, di aggiungere elementi fatti di pixel in maniera permanente in modo che altre persone possano vederli e condividerli.
"Arte locativa", come l'ha descritta William Gibson nel romanzo Guerreros del 2007. Al solito nessuno si è chiesto quali possano essere gli effetti collaterali in un mondo "aumentato". Ma questa, essendo Ninantic un'azienda della Silicon Valley, non è certo una novità.