CAFONALINO - DOPO GIORNALISMO E POLITICA, PAOLO GUZZANTI SI BUTTA NELL'ARTE! - HA PRESENTATO LA SUA MOSTRA PERSONALE: "SONO OPERE ASTRATTE E NON SIGNIFICANO NULLA. CHI LE GUARDA SCOPRE SIGNIFICATI SUOI" - ALL'INAUGURAZIONE A ROMA, LE FIGLIE CATERINA E SABINA, PIERO SANSONETTI, DUCCIO TROMBADORI, IL CRITICO DANIELE RADINI TEDESCHI E… - FOTO
-Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Medina Roma Art Gallery presenta la mostra personale d'Arte Contemporanea di Paolo Guzzanti “Sviluppo dell'astrattismo esistenziale nei poco ruggenti anni Venti del terzo millennio”.
L’evento di opening si è tenuto sabato, 5 febbraio 2022, ore 18.00 con l’inaugurazione del critico Daniele Radini Tedeschi.
«Sono opere astratte?», si interroga Guzzanti. «Per lo più sì, sono astratte e non significano nulla. Chi le guarda scopre significati suoi, come accade con le macchie d’inchiostro di Rorschach. Sono molto stupito e curioso dei messaggi personali degli osservatori, mentre io riconosco a malapena i miei stati d’animo».
Il critico Daniele Radini Tedeschi ne parla come di «[…] immagini folgoranti, piene di bebop e tormento, pozze di sfumature, ombre senza corpi, celle prive di numero. […] le sue teche dipinte sono librerie dell’anima, simili a quei piccoli scaffali della memoria dove i vecchi pescatori raccoglievano i souvenir portati dal mare».
Paolo Guzzanti nasce a Roma nel 1940. Noto al grande pubblico come giornalista, politico e saggista, si è dedicato all’Arte Contemporanea, in particolare alle seconde avanguardie del Novecento, con focus specifico sulle correnti statunitensi, sperimentando percorsi di elaborazione e sintesi.
Nella mostra si evidenzia la sua ricerca artistica espressa attraverso dipinti che mantengono organicamente una coerenza stilistica basata sull’espressionismo astratto.
La mostra mette in luce diverse declinazioni tecniche dell’autore tra il dripping/action e l’informale. Accanto a bianchi/neri, spiccano le predominanze di colore rosso che comunicano l’intensità passionale mentre quelle di colore blu-verde-giallo sono percepite come una miscela difficilmente separabile. Nell’insieme, si tratta di figurazioni che quasi appaiono oniriche.