CAFONALINO - A ROMA PURE I SUPEREROI SONO ANDATI IN CRISI D'IDENTITÀ: INAUGURATE NELLO SPAZIO DI AUDITORIUM GARAGE LE INSTALLAZIONI STRANIANTI DI ADRIAN TRANQUILLI, ARTISTA VISIVO DI MELBOURNE - ALLA SERATA D'APERTURA PRESENTI L'ASSESSORE ALLA CULTURA MIGUEL GOTOR, FRANCESCO RUTELLI, TIBERIO TIMPERI, L'ATTRICE FRANCESCA VALTORTA, ACHILLE BONITO OLIVA E… - FOTO
-Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Luciano Fioramonti per ANSA
Supereroi in crisi di identità dalle armi spuntate, intrappolati nei loro stessi poteri, come l'Uomo Ragno immobilizzato da una enorme ragnatela. Un contrappasso straniante e suggestivo aleggia tra le oltre cinquanta opere della mostra di Adrian Tranquilli allestita fino al 6 marzo prossimo nell'Auditorium Garage, primo appuntamento nello spazio espositivo di oltre mille metri quadrati che la Fondazione Musica per Roma ha rinnovato per destinarlo all'arte contemporanea.
L'artista visivo di Melbourne, che ha fatto della varietà di mezzi espressivi il suo segno distintivo, torna con l'antologica An Unguarded Moment (Un attimo incustodito), ad esporre in una sede pubblica della capitale dopo anni di assenza con una serie di installazioni ambientali di forte impatto visivo realizzate espressamente alle quali si aggiungono opere della sua ricerca artistica dagli anni '90 a oggi.
Pensata per mettere anche il luce il rapporto giocato dalla musica nella sua produzione, la mostra descrive video, installazioni, sculture, fotografie e interventi sonori, l'universo visito di Adrian Tranquilli costruito attraverso riferimenti alle icone che popolano l'immaginario collettivo.
''La mostra è concepita come un'opera unica - dice l'artista all'ANSA - in cui tutto lo spazio è stato forgiato e costruito in funzione di un percorso di analisi. Un'immersione di un tentativo di proporre una possibilità di via di uscita o di non uscita dalla crisi del modello culturale occidentale. La cui unica possibilità, a mio avviso, è la "consapevolezza", la consapevolezza della relatività del nostro modello che scricchiola palesemente da tutte le parti…''.
L'artista ha incentrato lo sviluppo del suo percorso sui temi legati all'identità culturale. Dalle narrazioni epiche e dalle strutture del mito si è concentrato sulle trasposizioni moderne di queste narrazioni.
Il ruolo delle figure salvifiche, l'egemonia del potere maschile, l'agire umano che incide sulla natura sono i suoi temi cardine. Pescando nell'universo dei supereroi dei fumetti e della graèhic novel dagli Trenta all'attualità con un mix di figure provenienti dal cinema, dalla letteratura e dalla mitologia antica, Tranquilli crea codici visivi con cui sovverte, trasforma e mette in discussione qualità e caratteristiche che di consueto si associano alle figure maschili e (super) eroiche, esprimendo una fragilità che, secondo Daniele Pitteri, Ad di Musica per Roma, "è metafora e simbolo del rapporto fra individui, comunità e strutture di potere che quasi due anni di virus hanno drammaticamente messo a nudo''.
Il titolo della mostra rimanda - fa notare l'artista - al ''momento in cui il muro dell'ovvio crolla, per un attimo, e si svela. È quell'attimo in cui, tolti i veli, di ciò che è dato come principio di realtà crolla. E forse, forse finalmente riesci a vedere…''.
Tranquilli dice di essere sempre stato affascinato ''dalle storie incentrate sul mito che hanno concretamente contribuito alla costituzione delle basi per i diversi modelli culturali. Allo stesso modo mi affascina quell'universo immaginario popolato da figure supereroiche, proprio perché nato, non solo in un momento storico di profonda crisi, all'alba della Seconda guerra mondiale, ma anche perché creato esclusivamente da autori di origine ebraica, cultura ebraica che è fondante e imprescindibile del nostro modello culturale. Il supereroe incarna, perché ne è ovvia conseguenza, il concetto occidentale del maschio salvatore detentore del bene, concetto per me insostenibile e inaccettabile, ma strumento straordinario di analisi, chiave per capire''.
Un filo lega i nuovi lavori a quelli realizzati anche più di venti anni fa. ''Le installazioni - dice - si rapportano fra di loro, si intersecano, si rafforzano. L'analisi è complessa ma la risposta è sempre la stessa: everything is possible, and nothing is real''.