FUNERALINO – I VOLTI DEI "MINISTRABILI" DEM, ALLA CHIESA DI SAN ROBERTO BELLARMINO, SONO TIRATI NON SOLO PER L'ULTIMO SALUTO A FRANCO MARINI, MA ANCHE PER L'INCERTEZZA SULLE SCELTE DI DRAGHI: "MA A TE HA CHIAMATO?", "NO A ME NO, NON HA CHIAMATO NESSUNO..." – L’OMELIA DEL VESCOVO DI RIETI, DOMENICO POMPILI: “È ARRIVATO A SFIORARE IL PRIMO SCRANNO DELLA REPUBBLICA, SENZA PERÒ MAI PERDERE IL CONTATTO CON L’ULTIMO DELLA SOCIETÀ” – TUTTE LE FOTO + VIDEO
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Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Ecco il sistema Draghi: colloqui segreti in caserma e il suo staff nei posti chiave
Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”
(…) Il sistema Draghi, infatti, è questo. Procedere per gradi. Prima sondare la disponibilità di chi è al momento un "esterno" per poi passare alla squadra composta da chi è già un "interno".
Tutto nella segretezza più assoluta. Anche negli ultimi giorni, infatti, ha ripetuto a tutti i suoi interlocutori una frase che già aveva pronunciato durante gli incontri con i partiti e i gruppi parlamentari: le scelte sui ministri toccano a me di concerto con il presidente della Repubblica.
"Nelle consultazioni - è il suo punto di vista - ho spiegato quale sarebbe stato il metodo di lavoro e nessuno lo ha contestato". In sostanza non intende avviare il mercato delle trattative su posti e poltrone. Il mandato ricevuto dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, da questo punto di vista è stato chiaro e netto. C'è l'articolo 92 della Costituzione a disciplinare la procedura per le nomine alla guida dei dicasteri e stabilisce che siano solo il presidente del consiglio e il capo dello Stato a intervenire. Il primo proponendo i nomi, il secondo nominandoli.
Per far capire quanto l'ex presidente della Bce si stia attenendo al rispetto di questa norma, bisogna fare un passo indietro. A ieri mattina. Stessa zona di Roma, ossia il quartiere Parioli. A Piazza Ungheria, nella chiesa di San Bellarmino, si celebrano i funerali di Franco Marini. Un discreto numero di esponenti del Pd e del centrosinistra nel suo complesso è lì per salutare uno degli ultimi cavalli di razza della Dc e del Ppi. Nel cortile davanti alla parrocchia i volti dei "ministrabili" sono tirati per il dispiacere causato dalla scomparsa dell'ex presidente del Senato, ma anche per la dose gigantesca di incertezza che li avvolge rispetto al prossimo futuro. "Ma a te ha chiamato". "No, a me no. E a te?". "Non ha chiamato nessuno".
Marini: Furlan, grande sindacalista, riferimento costante
(ANSA) - ROMA, 11 FEB - "Franco Marini ha fatto tanto per la Cisl e per il nostro Paese. Da subito ha scelto di stare nella sua vita dalla parte dei più deboli, dei lavoratori, degli anziani, dei giovani". Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, ha ricordato così l'ex numero uno della Cisl e ex presidente del Senato nel giorno dei funerali.
"Oggi - ha detto Furlan in un discorso commosso - vorrei ricordare e salutare l'amico Franco, riferimento costante per tanti di noi. E' stato un grande segretario Generale della Cisl, uno dei più amati e stimati. Aveva un grande rispetto per le persone a partire da quelli che tanto ha voluto rappresentare e cioè i lavoratori. Uomo del sindacato, delle istituzioni, padre nobile della Cisl.
E' stato un grande italiano. Era il nostro comandante, ha accompagnato la nostra vita sindacale per tanti anni. Anche quando ha avuto incarichi politici ed istituzionali ha sempre rispettato l'autonomia della Cisl, l'ha difesa da sindacalista, come segretario generale, e l'ha rispettata da politico e da uomo delle istituzioni".
Funerali Franco Marini: mons. Pompili (Rieti), “arrivato a sfiorare il primo scranno della Repubblica, senza però mai perdere il contatto con l’ultimo della società”
“Egli è stato – e si è sentito – fondamentalmente un sindacalista, cioè il rappresentante di quei lavoratori, spesso vittime predestinate di un sistema economico che affama e poi addirittura colpevolizza”.
“La sensibilità” di Franco Marini nelle parole di mons. Domenico Pompili, vescovo di Rieti, che, oggi a Roma, ha celebrato i funerali dell’uomo politico, già segretario della Cisl, ministro e presidente del Senato. Commentando il passo evangelico della guarigione della figlia di una donna siro-fenicia, mons. Pompili ha ricordato che anche per “Franco siamo tutti figli e il pane è per tutti, fossero pure le briciole. Tale certezza a Franco nasceva da dentro. Non solo dalla sua esperienza di casa, ma anche dalla sua fede cristiana.
È da lì che ha maturato quel popolarismo politico che l’ha reso protagonista in una delicata fase di passaggio tra la Prima e la Seconda Repubblica e che è esattamente il contrario di quel populismo che – nella cosiddetta Terza Repubblica – vorrebbe rieditare anacronistiche battaglie identitarie”. Dalla vita di Franco Marini, ha aggiunto il vescovo, “si ricava una importante lezione: non è solo il pubblico che determina il privato, ma anche il privato influisce e determina il pubblico. Abbiamo troppo ideologizzato questa distinzione, fino al punto di creare una inseparabile separazione tra due dimensioni che sono distinte, ma non distanti. Quel che siamo in pubblico è anche l’effetto di quello che siamo in privato perché c’è una correlazione fin troppo evidente tra quello che anima il nostro vissuto quotidiano e quello che ispira la nostra attività pubblica”.
Questo spiega, per il vescovo di Rieti, “quel carattere di franchezza, di immediatezza, di concretezza che ha fatto del senatore Marini una figura politica sui generis. Arrivando a sfiorare il primo scranno della Repubblica, senza però mai perdere il contatto con l’ultimo della società”. “Franco – ha concluso mons. Pompili – ci ha lasciati nella tormentata stagione del Covid. L’augurio è che la sua testimonianza di uomo e di credente possa orientare i difficili passi che attendono la nostra comune responsabilità verso i nostri figlioletti, la prossima generazione europea”.