Estratto dall'articolo di Andrea Ossino per https://roma.repubblica.it
Una maxi truffa sui diamanti, con la Guardia di Finanza che apre quattro armadietti e un box per acquisire "ogni documento contrattuale e fiscale" stipulato tra una società che si occupa di pietre preziose e due sportivi: l'ex calciatore Marco Materazzi e l'allenatore Vincenzo Montella. La caccia ai brillanti che da tre anni vede impegnate le procure di Milano, Roma, Siena, Trieste e Verona non si è fermata ai vip costituiti parte civile nella maxi inchiesta, come Federica Panicucci e Vasco Rossi.
Infatti "l'autorità giudiziaria ha disposto per le vie brevi la riapertura dei sigilli e l'estrazione di copia di ogni documento contrattuale e fiscale inerente i seguenti clienti di Idb: Vasco Rossi, Diana Giovanna Maria Bracco, Montella Vincenzo, Marco Materazzi".
A Milano gli investigatori, nel 2017, hanno preso moduli d'ordine e fatture emesse dalla società Intermarket Diamond Business. Agli atti risultano importanti acquisti di diamanti, ma gli sportivi non sono tra le parti civili e non hanno nulla a che fare con i protagonisti della "truffa dei diamanti" oggetto di un'inchiesta giornalistica che la trasmissione Report aveva titolato in maniera eloquente: "Un diamante è per sempre".
Un diamante è per sempre: la truffa al Blasco
Correva l'anno 2019, ma in realtà il mercato italiano delle pietre preziose era in allerta da almeno due anni, da quando alcuni clienti della Intermarket Diamond Business spa avevano iniziato a sospettare che il valore dei diamanti che avevano acquistato non si avvicinava neanche un po' alle cifre investite.
È il caso, ad esempio, denunciato da Vasco Rossi, che ha acquistato diamanti per oltre due milioni di euro scoprendo ottenendo poi una valutazione di circa 360 mila euro. La vicenda ha portato all'apertura di un procedimento milanese con un centinaio di indagati, costringendo due banche (Aletti e Bpm) a patteggiare sanzioni pecuniarie e la Banca d'Italia a vagliare migliaia di esposti che tra gennaio 2017 e gennaio 2022 puntavano il dito anche contro istituti di credito che dopo essere stati coinvolti nella commercializzazione dei diamanti hanno dovuto fornire chiarimenti alle autorità.
Federica Panicucci vittima della scarsa informazione
Un procedimento è arrivato anche a Roma. Il protagonista è l'imprenditore Maurizio Sacchi, che nel luglio del 2019, quando ha subito un sequestro da 185 milioni di euro, non lavorava più per la società incriminata ma aveva fondato la Diamond Private Investment. I suoi diamanti erano di buona qualità. Ma non avrebbe correttamente informato i clienti sulle spese accessorie. Acquirenti come Federica Panicucci non sapevano che l'investimento da circa 55 mila euro comprendeva anche i costi di custodia, l'assicurazione, l'iva, le spese di importazione e varie certificazioni. [...]
La difesa della società
Diverso il punto di vista di numerosi clienti. E anche quello dell'imputato Maurizio Sacchi, che tramite i legali Fabrizio Costarella, Giandomenico Caiazza e il professor Vincenzo Maiello, prova a spiegare: "La società DPI ha sempre operato con la massima trasparenza, tanto che dei circa 36.000 clienti solo 41 hanno proposto querela. L'indagine si fonda sull'equivoco che il listino Rapaport (semplice parametro per l'acquisto di diamanti tra operatori commerciali) costituisca il prezzario ufficiale per la vendita al dettaglio, in un mercato regolamentato. Nessuno ha mai periziato le pietre vendute da DPI, per stimarne il reale valore e l'apprezzamento rispetto all'inflazione", dicono gli avvocati. […]
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