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SEMPRE IN CULO AI CONSUMATORI – IL CARO BOLLETTA ENERGETICA DELLE AZIENDE FINISCE NEL CARRELLO DELLA SPESA DEGLI ITALIANI: SI PREVEDONO AUMENTI DEI PREZZI SOPRATTUTTO PER LATTE E ACQUA – QUESTO RISCHIA DI INNESCARE UNA NUOVA SPIRALE INFLATTIVA – NOMISMA STIMA UNA CRESCITA DEL 17% DELLE SPESE ENERGETICHE PER LE IMPRESE NEL 2025, CON UN AUMENTO MEDIO DI 45MILA EURO RISPETTO AL 2024...
Estratto dell’articolo di Micaela Cappellini e Sara Deganello per “Il Sole 24 Ore”
Gli aumenti della bolletta energetica delle aziende finiranno nel carrello della spesa degli italiani? Qualche giorno fa, il presidente della Granarolo, Gianpiero Calzolari, alla guida di uno dei colossi lattiero-caseari del Paese, ha aperto la strada dichiarando (si veda Il Sole 24 Ore del 13 febbraio) che per i 15 stabilimenti del gruppo il conto dell’energia salirà da 45 a 60 milioni di euro, e che aggiungendo a questo i rincari derivanti dall’aumento del prezzo del latte, per la Granarolo sarebbe diventato inevitabile chiedere alla grande distribuzione un adeguamento dei listini al rialzo del 10 per cento.
L’industria, insomma, potrebbe non essere più in grado di assorbire il caro-energia da sola, ed esattamente come è successo nel 2023 potrebbe apprestarsi a scaricare questi aumenti sui consumatori italiani, innescando una nuova spirale inflattiva.
Rispetto a due anni fa, però, c’è una variabile con cui i piani delle imprese devono fare i conti, ed è la stasi dei consumi. A parte il periodo di euforia post-Covid, infatti, la spesa degli italiani è rimasta pressoché piatta e non sembra accennare a riprendersi in modo significativo.
L’ultimo rapporto di Legacoop e Prometeia, per esempio, prevede per il 2025 una “ripresa” dei consumi soltanto dello 0,8 per cento. Ecco perché la maggior parte delle imprese, pur soffrendo l’aumento dei costi energetici, sembra volerci pensare bene prima di procedere a un aumento dei prezzi al consumatore finale.
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«Se da qui all’estate i prezzi della bolletta energetica non si fermeranno, dovrò prendere in considerazione di aumentare i prezzi»: è esplicito Alberto Bertone, presidente e ad di Acqua Sant’Anna. Le vendite di Sant’Anna vanno bene, è tra i più grandi player del comparto, con oltre 1,5 miliardi di bottiglie all’anno. Il 2023 lo ha chiuso con un fatturato di 320 milioni di euro, il più alto di sempre. Ma è in un comparto a bassa marginalità.
«Scaricare l’aumento dei costi di produzione sul consumatore finale è difficile e anche la grande distribuzione rema contro l’aumento dei listini. Io ho appena rinnovato i contratti con la Gdo, vediamo come va da qui all’estate», spiega Bertone.
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Nomisma Energia prevede per le imprese nel 2025 una spesa per l’energia in crescita del 17%: 197.966 euro complessivi in più rispetto al 2024, per un totale di 1.349.491 euro. Nello specifico, per l’elettricità, per un’impresa tipo che consuma 1.000.000 di kWh annui la spesa per il 2025 potrà arrivare a 278.480 euro: 45.605 in più rispetto al 2024 (+20%).
Per il gas invece, per un’impresa che consuma 2 milioni di metri cubi all’anno la spesa stimata per il 2025, sempre da Nomisma Energia, è di 1.349.491 euro: 197.966 in più rispetto allo scorso anno (+17%).