DAGOREPORT – SULL’EVENTUALE NUOVO SPEZZATINO DI TIM (SEPARARE CONSUMER E ENTERPRISE) SI DIMENTICA UN DETTAGLIO MICA DA POCO, ANZI DUE, COLLEGATI. IL PRIMO È CHE ANCORA BALLA UN’OFFERTA DEL FONDO BRITANNICO CVC SUL 23,75% DI TIM ATTUALMENTE IN MANO A VIVENDI. UN’OPERAZIONE IN STANDBY (ECCO IL SECONDO DETTAGLIO), IN ATTESA DEL RICORSO DI BOLLORÈ ALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA SULLA CESSIONE DELLA RETE A KKR – SE VINCESSERO I FRANCESI, IL VALORE DEI TITOLI TIM SCHIZZEREBBE VERSO L’ALTO. VICEVERSA, UNA SCONFITTA…
pietro labriola a Italian Tech Week
UNA SCISSIONE TIRA L’ALTRA: DOPO LA CESSIONE A KKR DELLA RETE, TIM POTREBBE SEPARARE LE ATTIVITÀ CONSUMER (CHE VALGONO 7 MILIARDI DI RICAVI) DA QUELLE ENTERPRISE (3 MILIARDI)
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Tim ci ha preso gusto, con lo spezzatino. Dopo la cessione della rete, svenduta agli americani di Kkr, si intensificano le voci di una nuova “societarizzazione”: l’obiettivo finale sarebbe quello di separare le attività consumer (la “normale” telefonia fornita agli utenti, che vale 7 miliardi) da quelle enterprise, dedicate alle aziende e alle grandi società (che aggiungono alla connettività servizi cloud, di cybersecurity e data center, e valgono 4 miliardi).
Si dimentica però che balla un’offerta da parte del fondo britannico Cvc sulla quota del 23,75% di Vivendi. I contatti sono iniziati mesi fa ed è stata avviata una due diligence per valutare la quota che i francesi comprarono a 3,9 miliardi (e che adesso si aggirerebbe intorno al miliardo). Un’operazione ora in standby, visto che Bollorè ha fatto ricorso alla Corte di Giustizia europea contro la vendita della rete a Kkr.
I francesi lamentano che la decisione della cessione sia stata assunta impropriamente dal cda e non dall’assemblea. Cvc aspetta il pronunciamento, perché l’esito legale può condizionare, e molto, il valore della quota di Vivendi. Una vittoria del gruppo di Bollorè farebbe schizzare verso l’alto il prezzo del 23,75% di Tim. Una sconfitta, viceversa, deprezzerebbe ulteriormente la quota già ridimensionata negli anni.
Va precisato che se Cvc decidesse di procedere all’acquisizione delle quote, avrebbe comunque bisogno dell’ok del Governo (che non è scontato).
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