unicredit commerzbank andrea orcel jens weidmann

“LE ACQUISIZIONI OSTILI NEL SETTORE BANCARIO NON CREANO VALORE IN MODO DURATURO” – JENS WEIDMANN, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA DI COMMERZBANK, CRITICA LA SCALATA DI UNICREDIT ALL’ISTITUTO TEDESCO LANCIATA DA ANDREA ORCEL: “NELLE FUSIONI È IMPORTANTE CHE IL MANAGEMENT SI PARLI PRIMA IN UNO SPIRITO DI FIDUCIA. UNICREDIT HA DECISO DI NON FARLO E CI HA SORPRESO CON IL SUO INGRESSO. NON È UN BELLO STILE” – EPPURE NELLA SUA INTEMERATA, L’EX FALCO DELLA BCE NON DICE MAI CHE LA FUSIONE NON È POSSIBILE O CHE C’È UN MECCANISMO PER BLOCCARLA…

Estratto dell’articolo di Andrea Rinaldi per il “Corriere della Sera”

 

jens weidmann 3

Commerzbank torna a tuonare contro Unicredit. Ma non così tanto da far piovere, secondo alcuni attenti osservatori. Jens Weidmann, presidente del consiglio di sorveglianza della banca di Francoforte sul Meno, in una intervista sul quotidiano Handesblatt è venuto allo scoperto e ha criticato aspramente il blitz di Andrea Orcel, che lo ha portato appena sotto soglia d’Opa, al 28%, prima di Natale.

 

«È come qualsiasi relazione: se l’inizio è fallimentare, sarà difficile», afferma l’ex banchiere Bce che avevamo imparato a conoscere per le sue posizioni da falco all’Eurotower. «Ci vorrebbe molto lavoro per stabilire una fiducia sufficiente e consentire colloqui aperti», aggiunge sottolineando di dubitare che «le acquisizioni ostili nel settore bancario possano creare valore in modo duraturo».

 

unicredit commerzbank

«Nelle fusioni — continua poi sul giornale — è importante che il management si parli prima in uno spirito di fiducia e sviluppi un’intesa comune. Unicredit ha deciso di non farlo e ci ha sorpreso con il suo ingresso. Non è un bello stile». Secondo Weidmann «per la sovranità finanziaria della Germania sarebbe vantaggioso avere due grandi banche private indipendenti». E qui l’allusione è a Deutsche Bank e al suo stesso istituto.

 

[…]

 

ANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSE

Le parole del banchiere vanno riportate per il ruolo che ricopre in Commerz, fanno notare alcuni osservatori, ma è anche vero che non afferma mai che l’operazione di aggregazione con Unicredit non è fattibile, semmai che resta tanto lavoro da fare. Insomma poteva «fare il tedesco», invece appare meno chiuso del solito se non possibilista sull’operazione.

 

Insomma, Weidmann non dice mai che la fusione non può accadere o che c’è un meccanismo per bloccarla. Riferisce soltanto che molti sono un po’ irritati.

 

Carlo Alberto Carnevale Maffè, docente di strategia alla scuola di direzione aziendale dell’Università Bocconi, e attento lettore di Weidmann, aiuta a decrittare la sua intervista: «Lui solleva, diplomaticamente, due argomenti critici: l’approccio non amichevole, e il tema istituzionale europeo.

 

jens weidmann e mario draghi

Quando però si entra nel merito della parte industriale non nega che la fattibilità dell’unione tra le due banche sia possibile, per quanto complessa, anzi ammette che le economie di scala contano. Ed è così, specie nel settore dell’asset management, per un’Europa che si interroga sulle dimensioni ancora troppo piccole dei suoi istituti rispetto ai competitor americani e orientali». […]

andrea orcelCommerzbank

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