
MAKE CHINA GREAT AGAIN: CON IL “DAZISTA” TRUMP ALLA CASA BIANCA, LE GRANDI AZIENDE AMERICANE ED EUROPEE GUARDANO A PECHINO – IL CAPITALISMO DI STATO CINESE È DIVENTATO L’ANCORA DI SALVATAGGIO PER LA GLOBALIZZAZIONE: NEI GIORNI SCORSI IL PREMIER LI QIANG HA APPARECCHIATO UN FORUM CON LE PRINCIPALI MULTINAZIONALI MONDIALI (APPLE, BLACKSTONE, PFIZER, SIEMENS, MERCEDES E BOEING). LA MANO TESA ALL’EUROPA: “TUTTI PERDONO DALLE GUERRE COMMERCIALI E TARIFFARIE”
Estratto dell’articolo di Michelangelo Cocco per “La Stampa”
Apple, Blackstone, Pfizer, Cargill, Siemens, Mercedes-Benz, Boeing e tante altre. In tutto un’ottantina corporation globali, soprattutto statunitensi ed europee. Sono loro le migliori polizze assicurative contro Donald Trump del partito comunista cinese, che le ha chiamate a rapporto in occasione del China Development Forum concluso lunedì 24 marzo a Pechino.
“Liberare lo slancio dello sviluppo per una crescita stabile dell’economia globale” il tema della due giorni, alla quale hanno partecipato in massa i top manager di queste multinazionali per le quali i mercati cinesi sono imprescindibili.
Li Qiang ha assicurato loro che «siamo pronti per possibili shock inaspettati da fonti esterne» e che, «se necessario, il governo introdurrà anche nuove politiche per garantire il regolare funzionamento dell’economia».
Dunque per rispondere alle ripercussioni sul suo sistema produttivo dell’aumento sui dazi nelle importazioni negli Usa la Cina potrà incrementare ulteriormente le misure di stimolo fiscale e monetario fin qui varate. Il numero due del partito ha invitato esplicitamente Tim Cook, Stephen Schwarzman e colleghi a fare fronte comune contro le politiche di Trump.
Il premier ha aggiunto che «il potere di una singola impresa può essere limitato, ma se tutti si uniscono, possono formare una potente sinergia. Spero sinceramente che gli imprenditori possano cooperare per resistere all’unilateralismo e al protezionismo e ottenere un maggiore sviluppo delle nostre rispettive imprese a reciproco vantaggio».
[…] Il partito comunista sta tessendo un’alleanza con il gotha del capitalismo internazionale a difesa della globalizzazione come quella che nel 1994 sconfisse Bill Clinton e i sindacati, che già allora chiedevano protezioni per i lavoratori Usa in nome del rispetto dei diritti umani in Cina e volevano revocarle lo status commerciale di “nazione più favorita”.
li qiang china development forum 2.
Sono passati oltre trent’anni, e, al di là della retorica del “de-risking”, Corporate America e il made in Germany continuano a investire massicciamente in Cina. Mentre la trasformazione del paese nella fabbrica del mondo ha fatto lievitare il commercio bilaterale con gli Usa da 39 a 581 miliardi di dollari dal 1993 al 2024 e quello con l’Unione europea da 30 a 700 miliardi di euro nello stesso periodo.
Morgan Stanley si è aggiunta al coro delle banche d’affari e delle agenzie di rating che negli ultimi giorni hanno avvicinato le loro stime di crescita per il 2025 a quella ufficiale del governo (intorno al 5 per cento) benedicendo il capitalismo di stato cinese e i successi delle sue politiche industriali soprattutto nell’innovazione tecnologica.
intervento di xi jinping al world economic forum di davos 2022 1
[…] Denis Depoux, direttore generale della società di consulenza tedesca Roland Berger, ha affermato che la Cina punterebbe addirittura a stabilizzare il mondo. «Come nel 2017, quando il presidente Xi si è rivolto a Davos, c’è una finestra per la Cina per diventare stabilizzatrice, riformatrice e pilastro responsabile. In questo, possono fare da spalla all’Europa», ha dichiarato Depoux.
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Durante il forum, Li ha discusso con Steve Daines, in preparazione dell’incontro tra Xi e Trump che potrebbe avvenire il mese prossimo. Tramite il senatore repubblicano giunto a Pechino, il premier ha mandato a dire che «le guerre commerciali non hanno vincitori. Nessun paese può raggiungere sviluppo e prosperità imponendo tariffe, la Cina accoglie sempre le aziende di tutti i paesi, compresi gli Stati Uniti».
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Ma ce n’è anche per l’Unione europea, alla quale il ministro del Commercio, Wang Wentao, sempre dal forum pechinese, ha fatto sapere - durante l'incontro con il presidente del Bmw Group Oliver Zipse - che «la storia ha dimostrato più volte che le guerre tariffarie e le guerre commerciali possono solo portare a una situazione in cui tutti perdono».
Per quanto riguarda l’Ue, Pechino preme sui settori che (come le auto di lusso tedesche importate in Cina) potrebbero rimetterci di più da una guerra tariffaria, dopo che da Bruxelles è arrivata la notizia che la Commissione ha messo sotto inchiesta l’impianto che il colosso cinese delle auto elettriche Byd sta costruendo in Ungheria, che avrebbe - questa è l’accusa - usufruito di sussidi governativi.
XI JINPING - DONALD TRUMP - VLADIMIR PUTIN
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