oro quotazioni donald trump

SIAMO IN PIENA FEBBRE DELL’ORO – PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA L’ORO HA SUPERATO LA BARRIERA DEI TREMILA DOLLARI L’ONCIA, IN UNA CORSA AL RIALZO CHE PROSEGUE QUASI ININTERROTTA DA CIRCA TRE ANNI – GLI ANALISTI INTRAVEDONO GIÀ QUOTA 3.500 DOLLARI COME PROSSIMO TRAGUARDO – A INFIAMMARE LE QUOTAZIONI DEL PRINCIPALE BENE RIFUGIO SONO I TIMORI PER LA GEOPOLITICA, PER UN AUMENTO FUORI CONTROLLO DEL DEBITO USA, PER LA GUERRA COMMERCIALE SCATENATA DA TRUMP E…

Estratto dell’articolo di Sissi Bellomo per “Il Sole 24 Ore”

 

lingotti d oro

Nessuno dubitava che l’avrebbe fatto. E infatti è successo, forse più rapidamente di quanto molti si aspettassero. L’oro per la prima volta nella storia ha superato anche la barriera dei 3mila dollari l’oncia, lasciandosi alle spalle un’ulteriore significativa pietra miliare nella straordinaria corsa al rialzo che prosegue quasi ininterrotta ormai da circa tre anni.

 

Molti analisti intravvedono già quota 3.500 dollari come prossimo traguardo per il lingotto. Per arrivarci «la domanda degli investitori dovrebbe salire del 10%, è tanto ma non è impossibile», scrive Bank of America.

 

donald trump - i dazi e la guerra commerciale

Dal canto suo Macquarie, che ha appena aggiornato le previsioni,è invece convinta che questa soglia – equivalente al massimo storico in termini reali di gennaio 1980 – sarà raggiunta entro il terzo trimestre, sull’onda soprattutto delle preoccupazioni per un aumento fuori controllo del debito Usa e dell’alto grado di incertezza sul fronte geopolitico, che continuerà ad incoraggiare gli acquisti sia delle banche centrali che degli investitori in cerca di beni rifugio.

 

Per la banca australiana un’ulteriore spinta al rally potrebbe arrivare anche da pressioni di Donald Trump sulla Federal Reserve per indurla a ridurre in modo più aggressivo i tassi di interesse. [...]

 

JEROME POWELL FED

Nelle ultime sedute i maggiori impulsi rialzisti per l’oro sembrano essere arrivati da un lato dalla rapida escalation della guerra commerciale scatenata da Trump – che non promette nulla di buono per l’economia globale né per i mercati finanziari – e dall’altro dalle tensioni geopolitiche, che non si attenuano su nessun fronte.

 

La strada verso il cessate il fuoco in Ucraina in particolare si sta dimostrando in salita. E gli Usa stanno alzando la pressione sull’Iran. Nel frattempo continua la corsa a trasferire oro sul mercato Usa, fenomeno anch’esso alimentato dalla paura dei dazi, che Trump potrebbe imporre anche su questo metallo.

 

Da inizio anno il lingotto ha già aggiornato per ben dieci volte il massimo storico (in termini nominali), dopo averlo fatto per quaranta volte nel 2024. Ieri al Comex di New York le quotazioni si sono spinte fino a 3.017,11 dollari l’oncia, mentre sul mercato spot londinese il picco è stato a 3.004,95 dollari.

 

quotazioni oro

In un quarto di secolo il valore dell’oro è decuplicato, confermandosi agli occhi degli investitori come un valido strumento di diversificazione del portafoglio (nello stesso arco di tempo l’S&P 500, principale indice del listino azionario di Wall Street, è “solo” quadruplicato). Ma è in tempi recenti che il rally ha guadagnato una forza davvero impressionante, con record tanto frequenti che quasi non fanno più notizia.

 

Il metallo prezioso ha superato per la prima volta 1.000 dollari l’oncia nel 2008, durante la grande crisi finanziaria innescata dal collasso di Lehman Brothers. La barriera dei 2mila dollari ha ceduto nel 2020, l’anno del Covid, quando la paralisi logistica provocata dalla pandemia aveva messo in gravi difficoltà il mercato, ostacolando lo spostamento di lingotti da un lato all’altro dell’Oceano Atlantico.

 

LINGOTTI D ORO

Poi c’è stata una discesa fino a 1.600 dollari e infine un nuovo rally – partito tra il 2022 e il 2023 – che tuttora non si è esaurito. Ad alimentarlo sono stati una serie di fattori: tra i principali senza dubbio la spinta alla dedollarizzazione, che ha stimolato acquisti record di riserve auree da parte di molte banche centrali. [...]

DONALD TRUMP - DAZI COMMERCIALI

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