CAFONALINO A TUTTO BEAT – IL REGISTA PIERFRANCESCO CAMPANELLA FESTEGGIA IL COMPLEANNO CON LA PROIEZIONE DEL SUO DOCUFILM “C’ERA UNA VOLTA IL BEAT ITALIANO”, NELLA SALA DELL’ANICA A ROMA – DIRETTAMENTE DAGLI ANNI SESSANTA, TIMBRANO IL CARTELLINO MITA MEDICI, MORENA ROSINI, DONATELLA MORETTI. E POI ROSANNA FRATELLO, MASSIMILIANO CANÈ, IL CANTAUTORE MAURO GOLDSAND, NADIA BENGALA E… – VIDEO
Gabriella Sassone per Dagospia
Insolita festa di compleanno con proiezione del suo ultimo docufilm “C’era una volta il beat italiano”, che appassionerà non solo gli amanti della musica degli anni Sessanta, epoca di grandi fermenti e rinnovamento sociale che ha segnato la storia, con un decisivo cambio di rotta mondiale per quanto riguarda ideologie, mode, costume, valori, che ha cancellato le convenzioni stereotipate improntate al perbenismo e all’ipocrisia.
Chi poteva essere se non quel “birbante” del regista cinematografico Pierfrancesco Campanella, noto per i thriller cult-splatter “Bugie rosse”, “Cattive inclinazioni” e il recente “Brividi d’autore” con Maria Grazia Cucinotta, nonché dell’apprezzato docufilm “I love Marco Ferreri” (appena trasmesso da Rete4) a requisire e riempire la sala dell’Anica, sede dell’associazione nazionale produttori cinematografici italiani, per tale evento?
Come le dive, senza voler rivelare la sua età che resta misteriosa, (“Più o meno di 60?”, si chiedevano gli ospiti), il cineasta romano ha voluto ricordare e omaggiare con questo lavoro, prodotto da Sergio De Angelis e distribuito da Parker Film srl, la musica rivoluzionaria dell’epoca.
pierfrancesco campanella ottavia fusco
In Italia la cosiddetta “beat generation” è stata rappresentata da un gruppo di artisti innovativi, con canzoni che hanno lasciato un’impronta indelebile nell’immaginario collettivo grazie a testi e musiche decisamente più moderne, sulla scia dei Rolling Stones e dei Beatles. Campanella fa parlare un gruppo di personaggi che il beat lo hanno vissuto, per una analisi lucida e ironica allo stesso tempo, evitando compiacimenti nostalgici.
Molti i cantanti intervistati da Pierfrancesco: da Don Backy a Ricky Gianco, da Renato Brioschi dei Profeti a Pietruccio Montalbetti dei Dik Dik, da Livio Macchia dei Camaleonti a Gianni Dall’Aglio dei Ribelli, da Donatella Moretti a Mario Pavesi dei Fuggiaschi, a Giuliano Cederle dei Notturni.
Poi c’è Franco Oppini dei “Gatti di Vicolo Miracoli”, massima espressione del movimento “Verona Beat”. Fondamentale la presenza di Mita Medici, la prima “Ragazza del Piper”, che ha rappresentato la svolta per una generazione di donzelle desiderose di emanciparsi dal secolare predominio maschile.
Significativo l’apporto di Rosanna Fratello, che all’epoca del beat ancora non cantava ma sognava ad occhi aperti sperando di emulare la carriera dei suoi idoli Patty Pravo, Rita Pavone e Caterina Caselli. Non mancano contributi di vari addetti ai lavori, come Fernando Fratarcangeli (direttore della rivista di collezionismo musicale Raropiù), Massimiliano Canè (autore di Techetechetè), il press-agent Niccolò Carosi, i parolieri Alberto Salerno e Claudio Daiano, i musicisti Natale Massara, Mauro Goldsand e Rodolfo Grieco, i discografici Federico Monti Arduni, Italo Gnocchi e Andrea Natale, l’operatore culturale Franco Mariotti, la conduttrice tv Morena Rosini all’epoca nei “Milk and Coffee”, il regista Luca Verdone e gli esperti di beat Francesco Lomuscio, Federico Gnocchi e Carlo Lecchi (Presidente della AVI, Associazione Vinile Italiana).
Infine l’estroso Ivan Cattaneo che il beat lo ha rilanciato negli anni Ottanta con i suoi album di cover (in particolare “Duemila60: Italian Graffiati”).
All’evento dell’altra sera ovviamente non sono voluti mancare alcuni dei protagonisti del docufilm, nonostante il solito traffico impazzito. A cominciare dalla sempre spumeggiante Mita Medici, simbolo di quella generazione, la prima ragazza che ha abbattuto l’immagine stereotipata della donna oggetto, diventando simbolo del nascente movimento femminista.
Poi la sempre bella Rosanna Fratello, emblema dell’immagine di donna mediterranea, seguita da Donatella Moretti, cantante dotata di una voce melodiosa dalla straordinaria estensione vocale che nella sua lunga carriera ha avuto un periodo di repertorio affine al beat. E poi ancora la deliziosa Morena Rosini, del gruppo “Milk and Cofee”, che da ragazzina impazziva per il suo mito Mal dei Primitives, massimo esponente della Beat Generation.
morena rosini mita medici pierfrancesco campanella rosanna fratello (2)
Arrivano alla festa, caratterizzata da un riccho rinfresco che ha fatto letteralmente perdere il controllo agli ospiti, avventatisi come cavallette sulle varie squisitezze gastronomiche, anche Massimiliamo Canè, il cantautore Mauro Goldsand, Fernando Fratarcangeli (direttore della rivista di collezionismo musicale “Raropiù”), Francesco Lomuscio (esperto musicale), Niccolò Carosi (manager musicale), Franco Mariotti (storico operatore culturale).
Video messaggio di saluti per il pubblico da parte di Don Backy, a letto con l’influenza. Trattenuto purtroppo da impegni di lavoro Luca Verdone, regista e fratello di Carletto nostro. Tra gli amici personali di Campanella ecco il super investigatore Antonio Del Greco (già capo della Sezione Omicidi alla Questura di Roma e oggi dirigente dell’agenzia investigativa Italpol), la nota genetista, perito nei più famosi casi di omicidio Marina Baldi (figlia del regista Ferdinando, che a suo tempo diresse diversi musicarelli), i produttori Giannandrea Pecorelli e Angelo Bassi, il docente universitario di Storia del Cinema Fabio Melelli, Alberto Baldini, Fabrizio Marte e Luigi Cecconi (già funzionari del credito cinematografico della BNL).
Non mancano gli attori Sergio Siciliano e Jano Di Gennaro e le attrici Barbara Scoppa, Ottavia Fusco Squitieri, Mirella D’Angelo, Anna Bon, Maria Rita Hottò, Maria Teresa Di Bari, Nadia Bengala e Ornella Giusto, i critici cinematografici Graziano Marraffa e Luca Biscontini, il criminologo Gino Saladini, gli imprenditori Andrea Dalla Ragione che ha scortato l’amica Mara Keplero, Giuseppe Simonelli e Mauro Ferri, i giornalisti Pierluigi Manieri, Pierangelo Maurizio, Elio Ippolito, Claudio Cippitelli e Antonello De Pierro.
Rapiti dal documentario anche gli artisti Salvo Ardizzone, Roberta Gulotta e Mario D’Imperio, il distributore Luca Di Silverio, gli organizzatori di eventi Antonio Flamini e Rosella Piergentili, la giovane regista Angelica Gallo figlia di Mirca Viola, i registi Emanuele Pecoraro, Alessandro Perrella e Michele Vitiello, il musicista Eugenio Tassitano, l’avvocato Massimo Biasiotti, gli autori della fotografia Roberto Girometti e Francesco Siciliano, i montatori Francesco Tellico e Ivan Giordano, l’art director e fotografa Laura Camia, il colorista di immagini Sebastiano Greco, lo showman Claudio David, il produttore Paolo Di Gravio, l’organizzatrice di cinema Lucia Nolano, Monica Vitiello, Rossana Ruscitti e Roberta Pennacchi della Parker Film. Campanella, vera star dell’happening, ha ricevuto agli abbracci anche del cugino Francesco e dei nipoti Chiara e Matteo.
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Elegante in bluette e un po’ emozionato, Pierfrancesco ha fatto gli onori di casa, destreggiandosi con disinvoltura tra gli ospiti senza trascurare nessuno e presentato gli interpreti. E, udite udite, per una volta ha rinunciato a sgomitare tra i tavoli imbanditi di tante golosità, lui che è stato nomignolato dagli amici “il killer dei buffet”.
Sarà l’effetto nostalgia ma il docufilm è piaciuto a tutti, anche perché la materia è trattata senza retorica ma con piglio ironico e leggerezza. Campanella ha persino rinunciato ad inserire canzoni note o stravisti filmati d’epoca. Con queste premesse, riuscire a mantenere l’attenzione senza annoiare ma avvincendo lo spettatore grazie a un sapiente montaggio e a un gioco d’incastri molto veloce è già una scommessa vinta!
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