A CHI BABBO NATALE? A NOI! – GIORGIA MELONI HA VOLUTO A TUTTI COSTI ANDARE IN LAPPONIA, PER IL SUMMIT NORD-SUD SULLA SICUREZZA AI CONFINI DELLA RUSSIA, TRA LA NEVE IL GELO. EPPURE SOLO DUE GIORNI FA LA FEBBRE ALTA L’AVEVA COSTRETTA A LASCIARE IL CONSIGLIO EUROPEO – L’IMBARAZZO DELLO STAFF PER LE DOMANDE SULLA FIGLIA DELLA PREMIER, GINEVRA, VOLATA ANCHE LEI IN LAPPONIA CON LA PROMESSA DI VISITARE IL VILLAGGIO DI BABBO NATALE – VIDEO: MELONI SENZA VOCE
Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”
Lo aveva promesso: andremo nel Paese di Babbo Natale. Certo, Rovaniemi, che del vecchio Santa Claus è la cittadina ufficiale, si trova più a sud, a circa tre ore di macchina, ma la suggestione qui è un po’ la stessa. Se chiudi gli occhi, e li riapri sul manto di neve punteggiato da abeti e basse casette di legno bardate di luci natalizie, puoi immaginare anche che l’omone dalla barba bianca che fa sognare i bambini di tutto il mondo è comunque di casa a Saariselkä, il piccolo villaggio della Lapponia dove è atterrata Giorgia Meloni per il vertice Nord-Sud, un formato inedito, ristretto a quattro che debutta su spinta della Finlandia.
Ospiti del primo ministro Patteri Orpo sono la premier italiana, il collega greco Kyriakos Mytsotakis, lo svedese Ulf Kristersson. Due Paesi del Nord e due del Mediterraneo ideologicamente più affini di quanto si possa pensare su alcuni specifici temi che oggi e domani saranno sul tavolo. Assieme a loro ci sarà anche Kaja Kallas, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari Esteri.
giorgia meloni in lapponia abbraccia babbo natale
La discussione si concentrerà sulle due principali sfide alla sicurezza dell’Ue: la minaccia russa e il fenomeno migratorio. Il secondo è stato inserito per volontà di Meloni, che ieri, al termine del vertice di Bruxelles, è tornata a insistere con la presidente della Commissione europea per accelerare la procedura di revisione sui Paesi terzi da considerare sicuri, dove poter trattenere i richiedenti asilo. Meloni vuole insistere sul modello Albania […]
[…] . A Bruxelles, con i colleghi riuniti a casa del segretario generale dell’Alleanza Atlantica Mark Rutte, Meloni ha aperto una prima breccia nel muro europeo, parlando di «stanchezza nell’opinione pubblica» di molto Paesi europei e occidentali. È stato un tema per molto tempo tabù, e lo è ancora nella parte Est dell’Ue, in quelle capitali che vivono geograficamente il terrore di lasciare a Putin anche solo una parvenza di vittoria in Ucraina.
C’è un soffio di imbarazzo tra i collaboratori della premier quando la domanda gira sulla figlia Ginevra. Ha fatto di tutto, ma proprio tutto, per non perdersi il summit alla fine del mondo, mai così a Nord dell’Europa, oltre il Circolo Polare Artico, nelle terre selvagge abitate dai Sami, il popolo lappone che custodisce i segreti del freddo e alleva le renne.
Meloni ha sfidato la febbre alta, che l’ha costretta a restare in albergo, a Bruxelles, e a lasciare gli incontri del Consiglio europeo. Ha sfidato i consigli dei medici, le speranze dello staff: lo aveva promesso ed è venuta, mentre Ginevra l’ha raggiunta con la scorta da Roma.
Un paio di giorni di vacanza, nel pieno del Natale, tra una sessione di lavoro e un’altra della mamma, in un posto con temperature che nella notte, se c’è vento, crollano oltre i meno 20 gradi. Il tempo di far visita alle renne, immaginarle alla testa della slitta di Babbo Natale, affondare i piedi nella neve, sperare di vedere l’aurora boreale che dipende dai capricci del cielo, e poi, domenica sera o lunedì, si torna a Roma. Dove la presidente del Consiglio è attesa, il giorno della vigilia, accanto a papa Francesco per l’inaugurazione del Giubileo.
giorgia meloni in lapponia abbraccia babbo natale