“CECI”, LENTICCHIE…E COTECHINO! LA GIORNALISTA CECILIA SALA RACCONTA I SUOI GIORNI DURI NELLA PRIGIONE DI EVIN (“MANGIAVO SOLO RISO CON LENTICCHIE E CARNE”) E VIENE SBERTUCCIATA DA QUALCHE BUONTEMPONE SUI SOCIAL: “CIOE’ NON C’ERA IL SUSHI? O UNO SPRITZ? CRIMINALI” - “LENTICCHIE A CAPODANNO? VEDRAI CHE PORTANO SOLDI PER IL 2025” – LA MAMMA DI CECILIA SALA AVEVA DEFINITO LA FIGLIA UNA “ECCELLENZA ITALIANA”: “NON LO SONO SOLO VINO E COTECHINO…”
Antonella Dilorenzo per gamberorosso.it
Dopo tre settimane di detenzione nel carcere di massima sicurezza di Evin a Teheran, la giornalista Cecilia Sala racconta i suoi giorni duri nella prigione
«Ciao, sono tornata» è la prima frase che ha pronunciato la giornalista Cecilia Sala liberata dal carcere di massima sicurezza di Evin, a Teheran in Iran, lo scorso 8 gennaio dopo essere stata detenuta per tre settimane dal 19 dicembre. Nella nuova puntata del suo podcast Stories intervistata da Mario Calabresi, direttore di Chora Media, racconta di essere: «Confusa e felicissima, mi devo riabituare, devo riposare». Le sono stati sottratti gli occhiali, non aveva dei cuscini o delle coperte per coprirsi, veniva interrogata quasi tutti i giorni e il suo tempo in quella prigione è stato infinito.
Il cibo nel carcere e il pane
L ARRIVO DI CECILIA SALA ALL AEROPORTO DI ROMA CIAMPINO
La vita nel carcere di Evin è stata dura, quando Calabresi le chiede cosa mangiava, Cecilia Sala, molto commossa dichiara: «La mia fortuna è che considero la cucina persiana favolosa ovviamente in carcere non è come fuori, ma mangiavo tanto riso, nel riso c’erano delle lenticchie, della carne, il problema non è stato mangiare, il problema è stato dormire». Fra le cose più difficili che ha dovuto sopportare, la giornalista racconta: «A un certo punto mi sono ritrovata a passare il tempo a contare i giorni, a contarmi le dita, a leggere gli ingredienti del pane che erano l’unica cosa in inglese».
La vita nel carcere di Evin
Di come passava il suo tempo, Sala specifica: «Quando non hai nulla da fare non ti stanchi, non hai sonno, non dormi e già lì dentro un’ora sembra una settimana. La cosa che più volevo era un libro, la storia di un altro, un’altra storia in cui mi potessi immergere». E per questo motivo, racconta: «Ho chiesto il corano in inglese perché ho pensato che fosse l’unico libro in inglese che potessero avere dentro una prigione di massima sicurezza della Repubblica Islamica e non mi è stato dato per molti giorni». Le sono stati sottratti anche gli occhiali e lei spiega: «Ho detto che andava bene senza occhiali potevo mettermi il libro molto vicino agli occhi però per tanti giorni non è stato possibile».
l arrivo a casa di cecilia sala foto lapresse 2l arrivo a casa di cecilia sala foto lapresse 9CECILIA SALA CON GIORGIA MELONI A CIAMPINO antonio tajani cecilia sala roberto gualtieri patrizia scurti giorgia meloni cecilia sala abbraccia il compagno daniele raineri a ciampino elisabetta vernoni e renato sala aspettano la figlia cecilia a ciampino cecilia sala con il compagno daniele raineri a ciampino cecilia sala daniele raineri