“CI HANNO URLATO ‘QUESTI NAPOLETANI SI ARRAMPICANO DAPPERTUTTO’” – PARLA UNO DEGLI STUDENTI DI NAPOLI CHE, A VENEZIA PER PARTECIPARE AL GRAN BALLO DI NATALE, È STATO BERSAGLIO DI INSULTI DA PARTE DI ALCUNI CITTADINI: “ERAVAMO IN ABITI STORICI PER ANDARE ALL’ESIBIZIONE, ALCUNI PASSANTI HANNO SENTITO IL NOSTRO ACCENTO E HANNO INIZIATO A INVEIRE CONTRO DI NOI: ‘TORNATEVENE A CASA, CHE CI FATE ANCORA QUI, NON CI SERVITE’” – LA PRESIDE HA DENUNCIATO LA VICENDA E IL SINDACO BRUGNARO SI È SCUSATO
Estratto dell’articolo di Francesco Parrella per https://napoli.corriere.it/
gran ballo di natale a venezia
«Nonostante gli insulti che abbiamo ricevuto, vogliamo tornare a Venezia perché ci siamo divertiti tantissimo, e sia io che i miei compagni rifaremmo questa esperienza altre cento volte». A parlare è Salvatore Cerbone, 18 anni, uno dei venti studenti napoletani dell’Isis Archimede di Ponticelli, di cui è anche rappresentante d’istituto, che il 21 dicembre ha partecipato con la sua scuola al Gran ballo di Natale a Venezia, città dove poi sono stati poi insultati con frasi anche omofobe, per il solo fatto di essere napoletani.
Il caso è stato denunciato sui social dalla preside della scuola e successivamente il sindaco del capoluogo veneto ha presentato le sue scuse. «Siamo partiti da Napoli il 19 dicembre per restare a Venezia 3 giorni per partecipare al Gran ballo di Natale, in un hotel a 5 stelle. Era il primo viaggio che facevamo insieme alla preside ed eravamo molto entusiasti. Pensi che durante il tragitto abbiamo incontrato anche la neve, che molti di noi non avevamo mai visto».
Appena arrivati a Venezia cosa avete fatto?
«Era sera, ed eravamo un po' tutti stanchi del viaggio. Con la scuola alloggiavamo in due strutture diverse. La prima sera io e altri 5 ragazzi siamo usciti a farci un giro nelle vicinanze del b&b che ci ospitava. Abbiamo anche conosciuto delle ragazze con cui abbiamo condiviso l’ascolto di alcune canzoni neomelodiche di cui andavano pazze, e girato con loro dei video che poi abbiamo pubblicato sui social».
E fin qui tutto normale.
«Le cose sono cambiate il giorno dopo, quando abbiamo rivisto queste ragazze mentre eravamo vestiti in abiti storici pronti per andare all’esibizione, e una di loro inizia a prendere in giro un mio amico (“Ma guarda come si è vestito questo qua”), e improvvisamente gli molla un ceffone dietro la nuca, che manda su tutte le furie il mio amico».
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Poi, cosa è successo?
«Con le ragazze la cosa si è chiusa lì, e ci stavamo avviando verso la location dell’esibizione, quando incrociamo un signore distinto che probabilmente capisce che siamo napoletani dal nostro accento ed inizia ad inveire contro di noi (“Questi napoletani si arrampicano dappertutto”; ”Questo è napoletano e anche gay”). E gli insulti, sia da parte di persone giovani che adulti, sono proseguiti durante il tragitto che abbiamo fatto a piedi fino all’hotel (“Tornatevene a casa, che ci fate ancora qui, non ci servite”). La stessa cosa si è ripetuta anche all’uscita».
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Che spiegazione vi siete dati dopo questi episodi?
«Abbiamo pensato che siamo napoletani e siamo felici, e per questo forse non ci sopportano. Probabilmente a Venezia “non si mangiano un’emozione”, come diciamo a Napoli, e il nostro essere sorridenti e scherzosi forse ha potuto creare disagio. Ma nonostante tutto non vediamo l’ora di tornare nuovamente a Venezia, magari per il Carnevale».
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