
HACKERA E FALSIFICA: COSI’ GLI SPIONI COLPIVANO I “NEMICI” – DAI NUOVI DOCUMENTI SULL’INCHIESTA "EQUALIZE" DEPOSITATI AL RIESAME, EMERGE CHE PAZZALI AVREBBE COMMISSIONATO L’HACKERAGGIO DEI CELLULARI DI ALCUNE PERSONE CHE RITENEVA OSTILI: L’EX PRESIDENTE DI CDP, GIOVANNI GORNO TEMPINI, I GIORNALISTI GIOVANNI PONS, GIANNI DRAGONI E GUIDO RIVOLTA, LA COMUNICATRICE GIULIANA PAOLETTI – IL DATO STRANO È CHE QUELLE CHAT ERANO STATE “MODIFICATE” DALL’INVESTIGATORE INCARICATO DA PAZZALI, OVVERO L’EX CARABINIERE GABRIELE PEGORARO – NEI SUOI VERBALI CARMINE GALLO TIRA IN BALLO ANCHE L’EX VICEPRESIDENTE DEL CSM, GIOVANNI LEGNINI…
1. GALLO A PM, 'IMPRENDITORE MI PARLÒ DI ISCHIA E LEGNINI'
(ANSA) - Ha tirato in ballo anche Giovanni Legnini, ex vicepresidente del Csm e commissario straordinario per la ricostruzione sull'isola d'Ischia, Carmine Gallo, l'ex superpoliziotto morto per infarto il 9 marzo, in uno dei tre verbali resi nell'inchiesta milanese sul caso Equalize. Secondo le parole di Gallo, l'immobiliarista romano Lorenzo Sbraccia, uno degli indagati nell'indagine della Dda milanese e della Dna, gli avrebbe detto che Legnini (non indagato) gli "avrebbe fatto fare i lavori a lui per la ricostruzione".
Si legge nel verbale di gennaio: "Tant'è che lui mi raccontò Sbraccia .... questo quando lui si vanta di queste cose... lui si vanta pure .... che durante l'estate era stato a Ischia con Legnini, si era incontrato con un Sindaco di Ischia perché dovevano fare delle opere di costruzione anche là ... e via ... era Legnini che gli procurava il lavoro insomma".
E al pm che gli ha chiesto se ci fosse un "rapporto d'affari" tra Legnini e Sbraccia, Gallo ha risposto: "Il mio parere, c'erano rapporti d'affari". In questo lungo capitolo del verbale incentrato sulla figura di Sbraccia e altre vicende, Gallo parla anche dei legami dell'imprenditore romano con un generale della Guardia di Finanza.
2. EQUALIZE, LE CHAT RUBATE AI NEMICI DI PAZZALI «FURONO TUTTE CONTRAFFATTE»
Estratto dell’articolo di Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
[...] il prototipo delle attività illecite praticate dalla società di reportistica reputazionale Equalize, appartenente al presidente di Fondazione Fiera Milano Enrico Pazzali e guidata dal poliziotto Carmine Gallo (morto di infarto il 9 marzo) e dall’hacker Samuele Calamucci, risalta in ciò che di ulteriore emerge – nei nuovi documenti depositati dai pm al Tribunale del Riesame – su un già intuito hackeraggio: i messaggi whatsapp carpiti nel 2020-2021 ai telefoni violati di alcune persone che Pazzali riteneva ostili, quali il banchiere ex presidente di Cassa depositi e prestiti Giovanni Gorno Tempini, i giornalisti economici Giovanni Pons, Gianni Dragoni e Guido Rivolta, la comunicatrice Giuliana Paoletti.
samuele calamucci enrico pazzali carmine gallo foto today.it
«L’analisi delle chat rinvenute nel dispositivo di Lorenzo Di Iulio» (altro investigatore privato indagato) mostra che «il committente dei report» (fotografati dai carabinieri durante le indagini nella sede di Equalize) «sia stato Pazzali» e che «l’illecita estrapolazione sia stata eseguita da Gabriele Pegoraro» (altro indagato hacker, ex carabiniere attivo con una società di intercettazioni cliente delle Procure), in contemporanea tra aprile 2020 e marzo 2021 «alle illecite interrogazioni della banca dati Sdi» delle forze dell’ordine sui medesimi target.
giovanni gorno tempini foto di bacco
Ecco perché quando nel 2022 i pm di Torino in altra indagine perquisiscono Gabriele Pegoraro, Gallo si allarma: «... perché se Gabriele parla, deve fare attenzione anche Pazzali! Gabriele li ha fatti nel 2020 per Enrico (gli Sdi illeciti, ndr ), però mo’ ce li ho ancora qua!».
[...] le vittime dell’hackeraggio illecito dei propri telefoni non riconoscono i propri whatsapp, pur riconoscendosi nella sostanza del pensiero espressovi. Per i pm è segno che Pegoraro, nel report poi finito a Pazzali, abbia alterato-mescolato-riscritto le chat carpite ai bersagli di Pazzali, «sapientemente modificate nella forma lasciando integra la sostanza dei contenuti, magari “ritoccando” anche le identità degli effettivi interlocutori e gli orari e/o le date, in modo da occultare la provenienza delittuosa delle chat e farle apparire come “inventate” di sana pianta».
Al punto che «bisogna chiedersi se si tratti di chat create ad arte da Pegoraro per compiacere la richiesta di Pazzali a scopo di profitto, o effettivamente di comunicazioni realmente esfiltrate»: gli inquirenti propendono per la seconda ipotesi in ragione anche di un buffo dettaglio, perché il fatto che le chat acquisite abusivamente siano poi state setacciate per parole-chiave di interesse di Pazzali sembrerebbe confermato dall’equivoco nel quale gli uomini di Equalize incorrono scambiando i riferimenti del bersaglio Guido Rivolta (un giornalista) con quelli invece di un ingegnere soltanto omonimo.
Ma per i pm non cambia, «in entrambe le ipotesi sono condotte delittuose punibili»: nella prima dal reato di falsificazione dei contenuti di comunicazioni informatiche e telematiche (art.617 sexsies), e nella seconda anche dall’accesso abusivo a sistema telematico (art.615 ter).
Gli hackeraggi tecnologici , del resto, convivono con il più classico ricorso ai «tastieristi», ovvero poliziotti, carabinieri o finanzieri che si prestano a pagamento del committente Equalize a fare le ricerche illecite sulla banca dati del Viminale: come l’indagato (e sospeso) finanziere della Dia di Lecce Giuliano Schiano, dal 2022 in dote a Equalize quando il reportista Giulio Cornelli va a lavorarvi senza bene capire dove stia finendo e dopo essersi negli anni precedenti tenuto buono il finanziere con un fisso mensile di 700 euro. In contanti. Spediti ogni mese per posta. In busta a un bar di Lecce: «Non solo caffè».