CAPPELLATE TOGATE – CON UNA DECISIONE SENZA PRECEDENTI, IL CONSIGLIO DI STATO HA CONDANNATO IL CSM E IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA A RISARCIRE IL DANNO BIOLOGICO CAUSATO AL MAGISTRATO RAFFAELE MARINO – LA TOGA (ORA IN PENSIONE) DOPO LA DEFINITIVA ASSOLUZIONE DA UN’ACCUSA DI FAVOREGGIAMENTO DELLA CAMORRA NON ERA STATO REINTEGRATO NEL MEDESIMO RUOLO DI PROCURATORE AGGIUNTO CHE OCCUPAVA A TORRE ANNUNZIATA – IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA DOVRÀ PAGARGLI 200 MILA EURO…
Estratto dell’articolo di Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
Con una decisione senza precedenti il Consiglio di Stato ha condannato in sede giurisdizionale il Consiglio superiore della magistratura e il ministero della Giustizia a risarcire il danno biologico causato a un magistrato dal rifiuto del Csm, anche dopo la piena e definitiva assoluzione della toga da un’accusa di favoreggiamento della camorra, di reintegrarlo nel medesimo ruolo di procuratore aggiunto che occupava a Torre Annunziata sin quando nel 2014 era stato in sede disciplinare trasferito d’ufficio in via cautelare a seguito dell’avvio dell’inchiesta penale:
il Csm dovrà così pagare 200.000 euro al magistrato Raffaele Marino (intanto in pensione dall’agosto 2021) come ristoro del danno arrecato «alla sua sfera familiare e sociale dall’allontanamento dalla sede di lavoro», e «dalle negative ricadute professionali causate dalla mancata reintegrazione».
Marino, già segretario a Napoli della corrente di Magistratura democratica, a fine anni ’90 è gip di molte inchieste di camorra, poi pm antimafia, ad esempio sulla sparatoria il 27 marzo 2003 al rione Forcella nella quale muore la 14enne Annalisa Durante.
Nel 2013 è procuratore aggiunto di Torre Annunziata, e da poco designato a capo della nuova Procura di Napoli Nord, quand’è indagato nell’ipotesi (tratta da intercettazioni altrui) che nel 2010 avesse messo sull’allerta, tramite un carabiniere suo ex collaboratore, un imprenditore di camorra nel mirino di indagini.
Nel 2013 è rinviato a giudizio per favoreggiamento e rivelazione di segreto aggravati dall’agevolazione della camorra, e il Csm nel disciplinare il 6 giugno 2014 lo trasferisce giudice a Pistoia.
Dal favoreggiamento lo assolve il 19 gennaio 2017 il Tribunale di Roma, che dichiara la prescrizione della rivelazione di segreto.
Marino — che chiede invano al Csm di ritornare al proprio posto, venendo invece ritrasferito il 13 luglio 2017 a Salerno come giudice civile — rinuncia allora alla prescrizione, e in Appello viene assolto il 13 aprile 2018 anche dalla rivelazione di segreto «perché il fatto non sussiste». Neanche qui il Csm reintegra Marino, destinandolo invece a Napoli in Procura Generale, con l’argomento che l’assoluzione non sia definitiva perché impugnata in Cassazione dall’accusa (argomento su cui il Consiglio di Stato respinge il ricorso di Marino).
FABIO PINELLI, VICEPRESIDENTE DEL CSM, E CARLO NORDIO
Quando il 28 febbraio 2019 l’assoluzione diventa definitiva in Cassazione, Marino torna a bussare al Csm, che il 6 maggio di nuovo gli nega il reintegro nelle funzioni di procuratore aggiunto, stavolta con l’argomento che quel suo posto a Torre Annunziata fosse intanto stato attribuito ad altri, e che la riattribuzione di un incarico equivalente (procuratore aggiunto a Napoli) dovesse passare da una ordinaria procedura di concorso come fosse nuovo incarico.
Tesi bocciata però il 12 gennaio 2022 dal Consiglio di Stato, che al Consiglio superiore della magistratura contesta «un presupposto logico assolutamente scorretto, ossia l’assimilabilità» tra «reintegrazione nelle funzioni» e «conferimento ex novo delle funzioni», due situazioni «ontologicamente diverse e non sovrapponibili».
[…] ora il Consiglio di Stato (presidente Marco Lipari, estensore Fabio Franconiero) ribalta il Tar, esclude incertezze interpretative e al magistrato riconosce 200.000 euro per i danni tra 2019 (assoluzione definitiva) e 2021 (pensione) […]