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IL MYANMAR, UNA BOMBA A OROLOGERIA CHE ASPETTAVA DI ESPLODERE – IL DEVASTANTE TERREMOTO, CON EPICENTRO IN MYANMAR, CHE HA SCOSSO IL SUD-EST ASIATICO È STATO PROVOCATO DAL MOVIMENTO DELLA FAGLIA DI SAGAING, UNA DELLE PIÙ ATTIVE DEL PIANETA, CHE HA UNA CARATTERISTICA CHE LA RENDE PIÙ PERICOLOSA DELLE ALTRE: ACCUMULA ENERGIA PER LUNGHI PERIODI PRIMA DI RILASCIARLA IN GRANDI E POTENTI SISMI, PIUTTOSTO CHE IN FREQUENTI SCOSSE PIÙ PICCOLE – IL TERREMOTO ERA 316 VOLTE SUPERIORE RISPETTO A QUELLO DEL SISMA DI AMATRICE E DI 8 VOLTE LA MAGNITUDO MAGGIORE MAI REGISTRATA IN ITALIA…

1 - LA FAGLIA SAGAING SI È SVEGLIATA “ENERGIA ACCUMULATA PER ANNI”

Luca Fraioli per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/cronaca/2025/03/29/news/faglia_myanmar_sagaing_energia-424092988/

[…]

TERREMOTO IN MYANMAR - LA FAGLIA SAGAING

C’è una linea rossa che divide in due Myanmar. […] È la faglia Sagaing, una delle più attive del Sudest asiatico e del Pianeta intero.  Corre, quasi in linea retta da Nord a Sud per circa 1200 chilometri, collegando la città settentrionale di Myitkyina con la costa meridionale del Paese, per poi tuffarsi nel Mare delle Andamane. E proprio lungo questa linea sorgono alcuni dei principali centri urbani di Myanmar: la capitale Naypyidaw, e poi Mandalay, Taunggyi, Bago e Yangon. Il che rende ancor più devastanti gli effetti dei terremoti che Sagaing innesca.

 

Per capire cosa ha generato la faglia e le sue periodiche fibrillazioni, bisogna zoomare all’indietro sulla mappa di Myanmar. A ovest compare prima il Bangladesh, poi il Buthan e il Nepal, infine eccolo: il gigante indiano con la sua corona di montagne, l’Himalaya. […]

 

«La tettonica del Myanmar comporta la subduzione della placca tettonica indiana», spiega Rebecca Bell, esperta di Tettonica all’Imperial College di Londra. Uno scivolamento laterale della placca, al di sotto del Paese asiatico, che avviene alla velocità di 3-4 centimetri l’anno. «Per adattarsi a tutto questo movimento laterale, si sono formate delle faglie che consentono alle placche tettoniche di scivolare lateralmente. La faglia di Sagaing è una di queste».

 

terremoto in myanmar 6

Una caratteristica che distingue Sagaing da altre faglie del genere è il suo essere diritta, riconoscibile come una linea retta nord-sud anche nelle immagini da satellite consultabili sul web. «Questa sua forma fa sì che i terremoti possano investire grandi aree», continua Bell. «E più grande è l’area della faglia, più forte è il terremoto. Non a caso ci sono stati sei terremoti di magnitudo 7 o superiore in questa regione nell’ultimo secolo».

 

terremoto in myanmar 5

[…] La scossa di ieri è stata la più forte ad aver colpito Myanmar in epoche recenti, se si esclude il terremoto del 1912: magnitudo 7.9. Ma nel 1931 ci fu una scossa di 7.5, 15 anni dopo un 7.3 e un 7.7, nel 1976 un terremoto di magnitudo 7, nel 1991 e 2012 due magnitudo 6.9. Sulla violenza e la frequenza dei terremoti lungo la faglia Sagaing si sono interrogati gli scienziati thailandesi dell’Unità di ricerca sulla geologia tettonica e sui terremoti presso l’Università di Chulalongkorn e della Divisione di monitoraggio dei terremoti e degli tsunami del Dipartimento meteorologico.

 

Sono arrivati alla conclusione che la faglia di Sagaing ha un’altra caratteristica distintiva: accumula energia per lunghi periodi prima di rilasciarla in grandi e potenti terremoti, piuttosto che in frequenti scosse più piccole.

terremoto in myanmar 4

 

[…] Ci si chiede cosa accadrà ora, dal punto di vista geologico. Non è detto che l’energia accumulata si liberi tutta in un colpo, quello che gli esperti chiamano main shock. Ieri per esempio, la scossa principale da 7.7 è stata seguita da una 6.4. Uno o più che siano, finiti i main shock si assisterà a una sequenza che seguirà la “legge di Omori”, dal geofisico giapponese che all’inizio del secolo scorso descrisse come dopo un grande evento sismico ci sia un decadimento della magnitudo e del numero di scosse nel corso dei giorni e dei mesi. Finché l’orologio non si sarà riazzerato. E la faglia Sagaing riprenderà a ticchettare, accumulano energia. In attesa del prossimo big one.

 

2 - SCOSSE DI POTENZA DEVASTANTE «316 VOLTE PIÙ DI AMATRICE»

TERREMOTO IN MYANMAR - LA POTENZA DEI TERREMOTI - IL CONFRONTO

Estratto dell’articolo di Ferruccio Pinotti per il “Corriere della Sera”

 

«Si tratta di un terremoto di una potenza 316 volte superiore rispetto a quella del sisma di Amatrice e di 8 volte la magnitudo maggiore mai registrata in Italia (a Messina nel 1908, ndr), storicamente assomiglia a quello dell’aprile 2015 in Nepal di scala 7,8».

 

Salvatore Stramondo, direttore dell’Osservatorio nazionale terremoti dell’Ingv, spiega con i numeri qual è stata la violenza del terremoto che ha colpito il Myanmar: «È in atto uno scontro tra le placche tettoniche euroasiatica e indiana di grande importanza — afferma —. Dai dati disponibili il terremoto ha rotto una lunghezza di faglia per circa 200 chilometri in direzione nord-sud».

 

IL CALCOLO

Ma se ad Amatrice e nel centro Italia le scosse principali avevano raggiunto il 6 sulla scala Richter, e in Myanmar si è arrivati a 7,7, perché si parla di una potenza o energia espressa di 316 volte superiore? Stramondo chiarisce che man mano si sale sulla scala Richter «l’aumento dell’energia espressa, quindi l’impatto reale sul territorio e gli edifici, è esponenziale e raddoppia ogni 0,2 punti». Quindi, fatta 1 per esempio l’energia equivalente al 6 della scala Richter, lo stesso dato sarà 2 a 6,2, 4 a 6,4, 8 a 6,6, 16 a 6,8, 32 a 7, 64 a 7,2, 128 a 7,4 e 256 volte in più a 7,6, arrivando poi ad assestarsi nel dettaglio a 316 volte di più a 7,7. È una progressione che dà perfettamente l’idea del reale impatto tra gli scostamenti sulla scala Richter.

INTENSITA DEL TERREMOTO IN MYANMAR

 

LE MISURAZIONI

«Usare solo le scale non ha più molto senso — sottolinea Stramondo —. La magnitudo-momento, appunto, ci consente di misurare l’energia prodotta e l’impatto sugli edifici». Quindi la reale violenza del sisma. «È il dato che ci permette di applicare la scala logaritmica per valutare l’incremento e le differenze di potenza espressa». Ci sono anche esempi concreti da fare: «Con magnitudo 5 le scosse diventano forti: possono far crollare qualche casa, specie quelle mal costruite. Con 6 crolla il 60% degli edifici, si creano dei mini-tsunami e le ripercussioni si avvertono fino a circa 200 chilometri di distanza. A magnitudo 7,3 si piegano le rotaie dei treni. A 8,1 possono crollare le dighe e i ponti».

 

GLI EFFETTI

Secondo il professore «il suolo in diverse zone del Myanmar potrebbe liquefarsi, con fuoriuscita di fluidi e gli edifici si inclinano perché le fondamenta non trovano più materia di sostegno. Per alcuni effetti questo terremoto assomiglia a quello del 2012 in Emilia, dove c’erano depositi alluvionali non consolidati». […]

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