
PER TRUMP NON PASSA LO STRANIERO – DOPO I MIGRANTI, “THE DONALD” PRENDE DI MIRA TURISTI, STUDENTI E SCIENZIATI: DIVERSI CITTADINI EUROPEI SONO STATI RESPINTI ALLA FRONTIERA O, PEGGIO, PORTATI IN CENTRI DI PERMANENZA CON MOTIVAZIONI FUMOSE – TRA COMPAGNIE AEREE, AGENZIE DI VIAGGIO E HOTEL SERPEGGIA QUALCHE TIMORE: ALCUNI VISITATORI HANNO DECISO DI RIMANDARE I VIAGGI OLTREOCEANO - SONO IN CALO GLI STRANIERI IN INGRESSO NEGLI USA RISPETTO AL BIMESTRE DEL 2024: -9,5% DALL’ITALIA, -6% DALLA FRANCIA E…
Estratto dell’articolo di Leonard Berberi per il “Corriere della Sera”
donald trump e la liberta di parola
I tedeschi finiti in cella sono diventati così tanti che il ministero degli Esteri della Germania ha dovuto modificare le raccomandazioni di viaggio per gli Stati Uniti.
«Le false dichiarazioni sul motivo del soggiorno o anche un leggero superamento della validità del visto possono portare all’arresto, alla detenzione e all’espulsione», si legge sul sito web. Non è un’avvertenza — come avviene per destinazioni problematiche come il Medio Oriente o alcune aree dell’Africa —, ma poco ci manca. Diversi cittadini europei — turisti, studenti, scienziati — sono stati respinti alla frontiera statunitense o, peggio, portati in centri di permanenza con motivazioni non sempre chiare.
La tedesca Jessica Brösche, 29 anni, è stata fermata per 46 giorni. Il connazionale Lucas Sielaff, 25, è stato trattenuto per 16 giorni. Allo Spiegel ha raccontato di essere stato portato al centro di deportazione «con una catena attorno allo stomaco, le manette e i ceppi alle gambe». Anche l’inglese Rebecca Burke, 28 anni, è stata fermata per tre settimane. E in un modo paradossale. Al confine canadese — arrivando dallo Stato di Washington — le è stato chiesto di tornare indietro e compilare in modo corretto i fogli per il visto. Ma quando ha rimesso piede negli Usa è stata ammanettata. A[…]
Compagnie aeree, società di gestione aeroportuale, agenzie di viaggio e hotel […]dietro le quinte c’è più di qualche timore. I visitatori iniziano a essere preoccupati, alcuni decidono di rimandare il viaggio oltreoceano, altri cancellano le prenotazioni.
Il tema «sarà affrontato alla prossima riunione di Airports council international (l’organizzazione che riunisce gli aeroporti, ndr )», anticipa Armando Brunini, ad di Sea, la società di gestione degli scali di Milano Linate e Malpensa. «Al momento le prenotazioni restano solide», dice Carsten Spohr, ceo del gruppo Lufthansa. «Non notiamo un calo significativo della domanda di viaggio verso gli Usa», aggiunge Ben Smith, capo di Air France-Klm. Stessa risposta la fornisce una portavoce di Scandinavian Airlines. «Ma se dovesse verificarsi una riduzione a quel punto sposteremo gli aerei altrove», dice il ceo del gruppo franco-olandese al Corriere . Da Swiss smorzano ogni diplomazia: i vacanzieri svizzeri iniziano a guardare a destinazioni diverse dagli Stati Uniti.
I viaggi di lavoro sono stabili, quelli di piacere in calo. E questo si nota anche dall’andazzo delle tariffe aeree che nelle ultime tre settimane sono nettamente inferiori alla media dell’anno scorso o restano bloccati a ridosso della partenza.
Secondo Tourism Economics i viaggi internazionali verso gli Usa caleranno del 5% quest’anno […] a causa delle «politiche e la retorica divisiva dell’amministrazione Trump», con una perdita di 64 miliardi di dollari per il settore turistico.
I dati del Dipartimento americano della sicurezza interna — analizzati dal Corriere e relativi ai primi due mesi del 2025 — mostrano cali degli stranieri in ingresso negli Usa rispetto al bimestre del 2024: -9,5% dall’Italia, -6% dalla Francia, -7% dalla Germania a fronte di un -1,7% dall’intera Europa. […]