cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

TUTTO HA UN PREZZO – GIORGIA MELONI, NEL SUO BLITZ A MAR-A-LAGO, HA OTTENUTO IL VIA LIBERA DA TRUMP A “UTILIZZARE” MOHAMMAD ABEDINI COME PEDINA DI SCAMBIO PER LIBERARE LA GIORNALISTA. MA L’INTELLIGENCE USA ORA SI ASPETTA DI AVERE DALL’ITALIA I DATI (PREZIOSISSIMI) TROVATI NEI DISPOSITIVI ELETTRONICI DELL’INGEGNERE IRANIANO ACCUSATO DI TERRORISMO – LE PRESSIONI DECISIVE DELLA FAMIGLIA SALA SU MUSK E IL LAVORO DEL CAPO DELL’AISE, GIOVANNI CARAVELLI, CHE HA OFFERTO AGLI IRANIANI LA SUA COLLABORAZIONE PER CREARE UN PONTE CON IL NUOVO GOVERNO SIRIANO…

Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”

 

cecilia sala roberto gualtieri giorgia meloni

«Ciao, non sono più in isolamento». Quando Cecilia Sala martedì ha chiamato casa per raccontare che, finalmente, le sue condizioni di detenzioni stavano migliorando, non poteva sapere che da quel momento stava cominciando a tornare una donna libera. Quella telefonata è stata il segnale che la nostra intelligence aspettava da giorni: gli iraniani avevano mantenuto una promessa. La trattativa poteva concludersi.

 

Sono le 17 del 7 gennaio quando un Dassault Falcon 900 decolla dall’aeroporto di Roma Ciampino e mezz’ora dopo atterra a Napoli. Le 5:01 quando lo stesso aereo si alza per Teheran su ordine dei nostri servizi. «È con me», dice il direttore dell’Aise, Giovanni Caravelli, alla control room che era stata creata a Palazzo Chigi quando in Iran è ancora notte. «Cecilia sta tornando», dirà qualche ora dopo la premier Giorgia Meloni alla madre della giornalista, mentre il Falcon è di nuovo in volo, questa volta verso Roma.

 

DONALD TRUMP GIORGIA MELONI

La liberazione di Cecilia Sala […] è stata il frutto di un lunghissimo lavoro, e anche di qualche errore per la verità, della nostra intelligence, della politica, della diplomazia. E anche della testardaggine della famiglia Sala che ha saputo muovere i fili necessari, anche forzando.

 

Una trattativa lunga e difficile. Che ha avuto come centro Roma e Teheran, è vero. Ma si è mossa anche sull’asse Washington- Damasco perché ha visto il nostro servizio di intelligence estero protagonista di un ruolo di raccordo: in Iran, come in Siria, dopo questa storia, siamo considerati ora ottimi mediatori per interloquire con Trump.

 

Per capire, però, cosa effettivamente è accaduto nella liberazione di Cecilia Sala è necessario tornare indietro di due anni. E andare al novembre del 2022 quando a Ciampino, accolta dalla premier Meloni, fu un’altra ragazza italiana: Alessia Piperno, anche lei arrestata e detenuta per 40 giorni nel carcere di Evin.

 

GIOVANNI CARAVELLI - FOTO LAPRESSE

La scarcerazione della Piperno era arrivata grazie ai contatti che la nostra intelligence era riuscita a creare e coltivare con i servizi segreti iraniani.

 

Quegli stessi contatti che, siamo al 16 dicembre, si fanno risentire questa volta per un problema contrario: l’Italia, su ordine degli Stati Uniti, ha arrestato l’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, accusato di terrorismo. Fanno intendere che è una questione per loro delicatissima, di vita o di morte.

 

L’Italia, seppur sollecitata internamente, non ascolta. Non lo fa nemmeno tre giorni dopo quando a Teheran viene arrestata Cecilia Sala. E continua a restare sorda quando l’Iran mette ufficialmente in correlazione le due storie: nell’incontro con l’ambasciatrice Paola Amadei, il governo ipotizza una scarcerazione di entrambi «su cauzione».

 

CECILIA SALA CON GIORGIA MELONI A CIAMPINO

Restano sordi perché si ha paura di mettere a rischio il rapporto con gli Usa che puntano sull’arresto di Abedini. A cambiare le carte arrivano due cose. Il 29, per il tramite di Andrea Stroppa, la famiglia Sala porta la storia di Cecilia all’attenzione di Elon Musk. Che ascolta. La telefonata che il primo gennaio fa poi Cecilia a casa è drammatica: «Fate in fretta».

 

La famiglia alza il livello, abbandonando la strada del “silenzio” che era stato loro chiesto. Per questo, la premier Meloni convoca immediatamente la madre di Cecilia a Chigi: la rassicura. Avoca a sé, e al sottosegretario Alfredo Mantovano, il dossier. E insieme riattivano quei canali che fino a quel momento, per decisione politica, erano restati muti.

 

Caravelli vola personalmente e incontra il suo omologo iraniano, Ismail Khatib, con il quale ha un antico rapporto. Ma offre anche la sua collaborazione per creare un ponte con il nuovo governo siriano. Operazione che gli riesce: si parla di un incontro a tre, o comunque di un contatto proficuo. Meloni torna da Mar-a-Lago con il via libera di Trump. [...]

 

DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI A MAR-A-LAGO

L’asse con Iran e Siria sembra funzionare. Gli Usa assicurano che non si metteranno di traverso: Abedini è importante ma lo sono anche i dati dei suoi dispositivi elettronici che ora sono in mano della polizia e della magistratura italiana. Lunedì l’Italia capisce che qualcosa si è effettivamente sbloccato [...]

cecilia sala con giorgia meloni dopo l atterraggio a ciampino CECILIA SALA GIORGIA MELONI E DONALD TRUMP IN VERSIONE SPQR (IL FILM DI VANZINA) - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)