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ECCO A COSA SERVIVA UCCIDERE NAVALNY - ELIMINATO IL SUO NEMICO PUBBLICO NUMERO UNO, PUTIN E’ RIUSCITO A SBRICIOLARE IL FRONTE DEI DISSIDENTI - I SEGUACI DI NAVALNY, RIUNITI NEL “TEAM ANTICORRUZIONE” DETTO FBK, SONO DIVISI E SI ACCUSANO A VICENDA TRA CALUNNIE E SCISSIONI - E SONO IN GUERRA CON L’ALTRO PEZZO DI ANTI-PUTINIANI, QUELLI RIUNITI INTORNO ALL’EX OLIGARCA MIKHAIL KHODORKOVSKY - LA VEDOVA DI NAVALNY, YULIA, E’ ORMAI UN SIMBOLO SENZA POTERE CHE NON RIESCA AD AGGREGARE IL MALCONTENTO VERSO IL CREMLINO - DOPO LA MORTE DI NAVALNY, IL 69 PER CENTO DEI RUSSI DISSE DI “NON PROVARE SENTIMENTI PARTICOLARI”
Estratto dell’articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”
«Se tutti i clan dell’opposizione russa in guerra tra loro avessero la valigetta con i codici nucleari, il mondo non esisterebbe più da un pezzo». Era appena un mese fa, e una delle persone che furono più vicine ad Aleksei Navalny scriveva così, in un post gonfio di amarezza.
Ieri è stato il giorno del ricordo […] dei buoni propositi suscitati dalla fine del più importante dissidente russo, a un anno di distanza rimane ben poco. La sua eredità si è dispersa in mille rivoli.
Le prime parole che Navalny disse quando atterrò a Mosca il 17 gennaio 2021, dopo essere stato curato a Berlino per un tentativo di avvelenamento, erano un invito a non avere paura e all’unità. […] Furono anche le sue ultime parole da uomo libero. Pochi minuti dopo venne fermato, poi arrestato, poi condannato con pene sempre più pesanti per reati sempre più fittizi, e il 16 febbraio 2024 morì nella remota colonia penale «Lupo polare», appena sopra il Circolo polare artico.
yulia navalnaya al parlamento europeo 3
Il centro demoscopico Levada-Center svolse subito un sondaggio per capire la reazione dei russi. Alla domanda su come si sentivano dopo la morte di Navalny, il 69 per cento delle persone «non provavano sentimenti particolari» e solo il 17 per cento parlava in modo generico di «tristezza e rammarico».
La lunga carcerazione lo aveva già reso postumo in vita. Sepolto dietro le sbarre, impossibilitato a comunicare se non con messaggi affidati ai suoi tre avvocati, recentemente condannati per l’attività di supporto al loro celebre assistito, e gestiti da una squadra, il famoso Team anticorruzione Navalny, altrimenti detto Fbk, che in assenza del Capo andava sempre più lacerandosi al suo interno.
La guerra in Ucraina aveva reso ancora più forti le divisioni della diaspora dissidente russa. Le prime avvisaglie dell’implosione si erano già avute con Navalny ancora in vita. Nel giugno del 2023, i suoi collaboratori avevano rifiutato di prendere parte a un evento organizzato dal Parlamento europeo che aveva lo scopo di trovare una nota comune tra le tante campane dell’opposizione in esilio. Leonid Volkov, capo dello staff di Navalny, disse che non volevano trovarsi «sulla stessa barca» con attivisti che non condividevano la loro visione. Mikhail Khodorkovsky, che più o meno aggrega l’altro polo della dissidenza, non fu tenero. I navalniani, disse, «cercano sempre situazioni di conflitto per imporre la loro egemonia». […]
Silenziati e arrestati in Russia, sempre più divisi e indeboliti all’estero. Un mese dopo la morte di Navalny, Volkov fu ferito a martellate mentre stava rientrando nella sua casa di Vilnius. In estate, sul canale YouTube di Fbk è apparsa una lunga inchiesta con la quale si accusava dell’attentato non l’odiato Cremlino, ma Leonid Nevzlin, imprenditore residente in Israele, uno degli alleati più importanti di Khodorkovsky, ritenuto mandante anche di un attacco ai danni di Ivan Zhdanov, un altro attivista del Team Navalny.
La squadra di Fbk ha perso di recente Liubov Sobol, una delle sue più strette collaboratrici, che secondo i suoi ormai ex compagni ha usurpato e gestisce da sola le trasmissioni del canale Navalny Live, con il quale rivendica in esclusiva la visione del leader scomparso.
Maksim Katz, figura nota della dissidenza, ha invece accusato Fbk di aver «ripulito la reputazione» di due ex proprietari della banca Probusiness, sostenendo che erano fuggiti all’estero fingendosi profughi politici, assistiti dai collaboratori di Navalny in cambio di denaro. Qualche giorno fa, questi ultimi hanno reagito accusando Katz e la moglie di aver speculato sul blocco di YouTube in Russia e di collaborare con i social di Stato, in particolare con VKontakte, il Facebook russo.
La verità è che era il martirio personale di Navalny a dare autorevolezza al suo movimento. La moglie Yulia è diventata una figura istituzionale, una ambasciatrice senza poteri […] Lev Ponomariov, estroso difensore dei diritti umani, ha scritto che lo stato di profonda scissione nel quale si trova l’opposizione all’estero, giustifica quella parte neutrale della società russa che ha difficoltà a considerarla come una seria alternativa politica a Vladimir Putin. […]
aggressione a leonid volkov
aggressione a leonid volkov
leonid volkov
leonid volkov
alexei navalny