
COSA FACEVA ANDREA SEMPIO LA MATTINA DEL DELITTO DI CHIARA POGGI? L’ALLORA 19ENNE RACCONTÒ DI AVER ASPETTATO LA MADRE, ANDATA A FARE LA SPESA, E DI ESSERE POI ANDATO IN UNA LIBRERIA DI VIGEVANO: SENZA CHE GLI VENISSE RICHIESTO, MOSTRÒ LO SCONTRINO DI UN PARCHEGGIO CHE, PERÒ, NON INDICAVA LA TARGA DELL’AUTO – MA ADESSO L’IPOTESI DEL CONTATTO CON LA VITTIMA, ESCLUSA NEL 2017, VIENE RIMESSA SUL TAVOLO DAI PM…
Estratto dell’articolo di Massimo Pisa per “la Repubblica”
Come trascorse Andrea Sempio la mattina del 13 agosto 2007? L’attuale ipotesi della Procura di Pavia — è noto — è che l’allora 19enne amico di Marco Poggi venne a stretto contatto con la sorella Chiara nella sua villetta di via Pascoli, tanto da imprimere il suo Dna su due unghie della vittima e da essere coinvolto nel suo omicidio con altri complici.
[…] Sempio entrò per la prima volta in caserma a Pavia alle 9.30 del 18 agosto 2007, accompagnato dal papà Giuseppe che assistette alle richieste dei carabinieri su alcune chiamate ricevute dal telefono di casa Poggi, «effettuate — ammise — in quanto sono amico di Marco», ma non al cellulare per errore di digitazione: «Nella circostanza ho parlato con Chiara — aggiunse — alla quale chiedevo di Marco e lei mi rispondeva che era in vacanza».
Quanto alla vittima, «la conoscevo solo di vista», però «mai frequentata » e tanto meno il fidanzato del quale non sapeva il nome, che pure all’epoca era ovunque su tv e giornali. Nessuna domanda sui suoi movimenti del giorno del femminicidio o sulla frequentazione di casa Poggi: la rivelò Marco a verbale il 24 agosto, indicando Sempio tra gli amici che «anche se non frequentemente » entravano nella villetta e «quando incontravano Chiara la salutavano».
Andrea Sempio tornò in caserma, stavolta a Vigevano, il 4 ottobre 2008: Rita Preda, mamma di Chiara, lo aveva indicato tra le sette persone che alla villetta arrivavano in bici. Quella volta si parlò anche del 13 agosto: disse di «aver aspettato mia madre che era andata a fare la spesa e verso le ore 10 mi sono recato in Vigevano, alla libreria che si trova in piazza Ducale».
Trovò chiuso, precisò, e si fece un giro a piedi. Mostrò, non richiesto, il riscontro: «Faccio presente che ho conservato lo scontrino del parcheggio, che vi consegno». Senza targa ma con orario di arrivo alle 10.18. Tornato a Garlasco, passata a trovare la nonna, pranzato a casa e uscito di nuovo col padre, «verso le ore 15 — proseguiva Sempio — giunti all’altezza di via Pascoli, notavo la presenza di un’ambulanza e delle persone». Scoprì allora di un omicidio, e poco dopo seppe il nome.
la perizia sulle impronte nella villetta di garlasco
Una versione confermata nell’interrogatorio del 10 febbraio 2017 […]
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le tracce di sangue nella villetta di garlasco
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