CHE FINE FARÀ LA 18ENNE CINESE, RIMASTA “UN FANTASMA” PER TUTTA LA VITA? – DOPO UN’ESISTENZA PASSATA A LAVORARE NEGLI OPIFICI DEL NORD ITALIA, SENZA MAI ANDARE A SCUOLA E SENZA ESSERSI MAI RIVOLTA A UN MEDICO, ORA LA RAGAZZA CERCA DI RISCATTARSI: AVREBBE TROVATO UN’OCCUPAZIONE REGOLARE E SI SAREBBE RIVOLTA ALLA QUESTURA DI BRESCIA PER CHIEDERE IL PERMESSO DI SOGGIORNO. IN CASO DI RIFIUTO È PRONTA A FARE RICORSO E…
Estratto dell’articolo di Monica Serra per "La Stampa"
È rimasta invisibile in Italia per diciassette anni e undici mesi. Non è mai stata iscritta né ha frequentato una scuola, non si è mai rivolta a un medico, a un ospedale, neppure banalmente per sottoporsi a degli esami. È rimasta chiusa in uno di quei laboratori del Nord Italia dove, dopo i turni estenuanti, i lavoratori in nero si fermano anche a dormire su brandine e giacigli di fortuna tra le macchine da cucire, la polvere e i tessuti accatastati.
È la storia di una ragazza cinese diventata un fantasma, uscita dall'ombra soltanto nella primavera scorsa, nel corso di un'operazione congiunta della polizia locale e della Guardia di Finanza, in un Comune di 13 mila abitanti della bassa Bresciana. Gli investigatori sono entrati nello scantinato per verificare l'esistenza di un calzificio irregolare e si sono trovati davanti anche lei: Ling, un nome di fantasia che adotteremo per tutelare la sua privacy.
Ling non conosceva una parola in italiano, qualche giorno dopo avrebbe compiuto la maggiore età e, almeno in base agli accertamenti condotti fino a oggi, nel nostro Paese non ha quasi lasciato tracce della sua presenza. Se non fosse per un atto di nascita registrato all'ufficio anagrafe del Comune di Rovigo, in Veneto, nel 2006, dove la madre l'ha partorita. Da quel momento in poi, ha vissuto solo nella sua ombra.
La storia di Ling è stata anticipata ieri dal quotidiano Brescia Oggi, che racconta anche come in questo momento la ragazza stia cercando di riscattarsi. Secondo le cronache locali, avrebbe trovato finalmente l'offerta di un'occupazione regolare, che potrebbe aiutarla a ottenere la regolarizzazione della sua presenza in Italia. La diciottenne si sarebbe già rivolta alla questura di Brescia per chiedere il permesso di soggiorno e, in caso di diniego, è pronta a fare ricorso al Tribunale amministrativo regionale.
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Quando Ling è nata, con lei c'erano la madre, il padre e un fratello. Poi la coppia si sarebbe separata, il padre sarebbe andato via con il figlio abbandonando il resto della famiglia e lei sarebbe sempre rimasta con la madre, anche lei irregolare in Italia, che in tutti questi anni avrebbe pensato soltanto a lavorare per ore e ore, piegata su una macchina da cucire. L'unico modo per garantire la propria sopravvivenza e quella della figlia.
lavoratore cinese in un laboratorio tessile a prato
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La sensazione e il timore è che questo possa non essere un caso isolato. Che Ling possa non essere l'unica bambina in Italia divenuta adulta nell'ombra, senza che nessuno, oltre alla madre, al padre e ai connazionali che ha incrociato nei diversi opifici clandestini dove è vissuta, abbia mai saputo della sua esistenza. […]