CHE FINE HA FATTO SARA NETANYAHU? LA MOGLIE DI “BIBI” È ANDATA IN VACANZA A MIAMI E NON È PIÙ TORNATA: LA SUA PERMANENZA DOVEVA DURARE 20 GIORNI, MA È NEGLI STATI UNITI DA QUASI DUE MESI E LA SUA ASSENZA COME TESTIMONE AL PROCESSO DEL MARITO PER CORRUZIONE, FRODE E ABUSO DI UFFICIO NON È PASSATA INOSSERVATA – NON È STATA AL FIANCO DEL COMPAGNO NEANCHE A FINE DICEMBRE, QUANDO È STATO OPERATO ALLA PROSTATA – RESTA NEGLI USA A SPESE DEI CONTRIBUENTI E I MALIGNI IPOTIZZANO CHE…
Estratto dell’articolo di Davide Frattini per www.corriere.it
All’inizio non è tornata a casa perché si era presa il Covid, adesso sembra che abbia scelto di respirare l’aria di Miami, meno pesante in queste settimane di quella sopra il cielo di Israele e sopra le teste angosciate degli ostaggi ancora tenuti a Gaza. Il viaggio di Sara Netanyahu dall’altra parte dell’oceano sarebbe dovuto durare una ventina di giorni, ne sono passati 52. I portavoce del marito primo ministro restano vaghi sulla data del rientro e soprattutto su dove sia alloggiata: sarebbe stata avvistata un paio di volte all’hotel St Regis — rivela il quotidiano Haaretz — ed è difficile non notarla, accompagnata com’è da sei guardie del corpo che la seguono a spese dei contribuenti.
BENJAMIN NETANYAHU E LA MOGLIE SARA ARRIVANO A ROMA
La lunga permanenza all’estero sta stupendo gli israeliani, abituati a vederla sempre al fianco di Bibi, com’è soprannominato. […]
L’assenza a braccetto del consorte risalta perché Sara non era presente alla prima testimonianza di Netanyahu nel processo in cui è imputato per corruzione, frode e abuso di ufficio: in uno dei casi è accusato di aver ricevuto casse di champagne rosé in cambio di favori, le bollicine di lusso sono la passione della moglie. Che lo ha lasciato solo pure alla fine di dicembre quando è stato operato alla prostata.
I consiglieri che ne curano l’immagine sui social media cercano di mostrare che Sara — laureata in psicologia, 66 anni, da 33 sposata con Netanyahu — a Miami sta comunque lavorando per Israele: a suo credito — scrive la testata digitale Al Monitor — andrebbe l’aver partecipato a una cena con Donald Trump nella villa di Mar-a-Lago dove a tavola avrebbe esposto il dramma dei 97 rapiti.
Il giorno dopo, il presidente rientrante alla Casa Bianca ha messo il suo peso sui negoziati con la frase «se non saranno liberati, scatenerò l’inferno», minaccia che avrebbe contribuito a sbloccare le trattative fino all’intesa di queste ore.
In Florida risiede da aprile del 2023 il secondogenito Yair: se ne era andato al culmine delle proteste contro il piano giustizia antidemocratico portato avanti dalla coalizione di estrema destra guidata dal padre. Inseguito dalle critiche per essere rimasto negli Stati Uniti anche dopo i massacri del 7 ottobre — mentre i soldati riservisti correvano indietro da ovunque — si era piegato a un breve passaggio in patria per «arruolarsi» nel servizio di ambulanze civili. […]
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