“OTTAVIO MISSONI ERA UN UOMO BELLISSIMO E FACEVA SOFFRIRE ROSITA” - NATALIA ASPESI RIVELA I TORMENTI DI ROSITA MISSONI, SCOMPARSA IERI A 93 ANNI: “ME LO RICORDO ANCHE IO: SUL BEL MARE ANCORA MOLTO RUSTICO DELLA JUGOSLAVIA DOVE CORREVANO TORME DI NUDISTI, CHIEDEVA AGLI AMICI, PIANGENDO: 'MA IO LO DEVO LASCIARE?'. NON LO HA FATTO ALLORA, NON L’HA FATTO MAI, NEPPURE CON LA SCOMPARSA DEL PRIMOGENITO VITTORIO, PRECIPITATO CON LA MOGLIE SUL SUO AEREO NEGLI ABISSI DEL MAR DEI CARAIBI…”
Estratto dell’articolo di Natalia Aspesi per "la Repubblica"
Su a Sumirago, in un angolo infinito di pace, la grande casa lontana da tutto, i Missoni vivevano la loro vita fatta di colori squillanti […] Era la casa della Missoni, che ogni tanto si riempiva dei figli, dei nipoti, dei bisnipoti. […]
Tutto era semplice, tutto era squisito, tutto brillava di una ricerca infinita nei luoghi dove solo lei, la Missoni, trovava le curiose stravaganze che la sua casa doveva contenere.[…] . Mentre il prêt-à-porter trasformava in ricchi e ricchissimi gli altri designer, la Missoni e Ottavio e i continui amici continuarono a fare servire dalla cuoca filippina polenta con i funghi, trovati da Rosita su per le montagne dove andava in bicicletta.
Si mangiava benissimo a casa Missoni, e se mai bisognava difendersi dagli eccessi dell’ottimo vino. Ottavio era un uomo bellissimo, con l’aria furba di chi è nato in un luogo sbagliato, a Ragusa, mai dimenticata, e senza volerlo, faceva soffrire la Rosita, che era giustamente gelosissima. E lo è stata sino alla sua morte, quando lui delle altre non aveva più voglia ed era felice di essere l’inventore delle bellissime, complicate, assurde, colorate maglie.
In vacanza, in Jugoslavia, naturalmente su un’isola senza luce e quasi deserta, affittando la casa dei contadini, Rosita faceva le vacanze, stordita dalle signore che al telefono lo volevano. Me lo ricordo anche io: sul bel mare ancora molto rustico della Jugoslavia dove correvano torme di nudisti, chiedeva agliamici, piangendo: «Ma io lo devo lasciare?». Non lo ha fatto allora, non l’ha fatto mai, neppure con la scomparsa del primogenito Vittorio, precipitato con la moglie sul suo aereo negli abissi del mar dei Caraibi.
Rosita ha sempre accanitamente lavorato, disegnava meravigliose tovaglie e fazzoletti di bella tela molto stampata, era sempre in giro con un’amica, aveva ordinato come doveva essere il mondo attorno a lei. Si vestiva Missoni da sempre, con gli orecchini Missoni fatti di plastica e nei capelli grigi tagliati corti, un treccina legata con i piccoli nastri Missoni. È morta anche lei, a 93 anni, uno degli ultimi grandi nomi della stagione mitica del nostro prêt-à-porter.
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