
A CHI INTERESSANO I PALESTINESI? A NESSUNO – NEL GIOCO DELLE ALLEANZE, GLI ABITANTI DI GAZA RIMANGONO STRITOLATI: NON C’È L'EGITTO, NÉ LA SIRIA, NÉ I PAESI DEL GOLFO CHE SI ALLINEANO AGLI ACCORDI DI ABRAMO. NÉ TANTOMENO LA GIORDANIA CHE SI RASSEGNA A DIVENTARE "IL VERO STATO PALESTINESE", COME LA DEFINISCONO I POLITICI ISRAELIANI – L'ASSE DELLA "RESISTENZA" DI SOLEIMANI ORMAI NON ESISTE PIÙ. L’IRAN È DISPOSTO A TRATTARE CON TRUMP HA GIÀ OFFERTO AL PAESE LA SPONDA: IL PAESE VUOLE UNA PARITÀ STRATEGICA CON ISRAELE CHE PUÒ RAGGIUNGERSI ANCHE SENZA L’ATOMICA E…
Estratto dell’articolo di Giordano Stabile per "la Stampa"
DONALD TRUMP BENJAMIN NETANYAHU
Mentre re Abdallah di Giordania abbracciava a Washington la visione di "stabilità e prosperità" prospettata da Donald Trump, il leader politico di Hamas Khalil Al-Hayya rientrava in Qatar da Teheran, dove aveva appena partecipato alle celebrazioni per il 46° anniversario della rivoluzione khomeinista.
Per un dirigente arabo rivolgersi ai "furus", come vengono definiti gli iraniani nella lingua colloquiale, con una sfumatura dispregiativa, è l'ultima delle possibilità, quando tutte le altre si sono esaurite.
palestinesi sfollati tornano al nord della striscia di gaza 10
Nel 1973 l'allora ambasciatore israeliano alle Nazioni Uniti Abba Eban aveva coniato l'espressione «i palestinesi non perdono mai l'occasione di perdere un'occasione» nello stigmatizzare il mancato accordo alla conferenza di Ginevra. Uno slogan poi ripetuto all'infinito, soprattutto dalla destra religiosa sionista, per spiegare l'impossibilità di arrivare alla pace. Le ragioni, in realtà, sono molte altre ma di certo i palestinesi hanno perso, uno a uno, tutti gli alleati, fino a ritrovarsi soli con la Teheran che guida il mondo musulmano sciita. Un implacabile avversario ideologico, per dire, di quei Fratelli musulmani che sono alla radice politica dello stesso Hamas. A uno stadio così ci si arriva solo per solitudine e disperazione. Ed è quello che è successo.
Con la morte improvvisa, per infarto, del presidente egiziano Gamal Nasser nel 1970, la resistenza palestinese ha perso il leader del nazionalismo panarabo, dei Paesi non allineati, il principale referente dell'Unione sovietica nella regione. Un alleato di peso massimo, deciso a sconfiggere Israele. […] Il successore Anouar Sadat ha ribaltato tutto ed è passato nel campo statunitense, fino agli accordi di pace con lo Stato ebraico a Camp David.
una statua di Hafez al Assad abbattuta
Il principale sostenitore è diventato il siriano Hafez Assad, che però aveva come obiettivi prioritari trasformare il Libano in un proprio protettorato e riprendersi in qualche modo le alture del Golan. Anche a costo di scaricare i fratelli palestinesi. Nel frattempo, i movimenti islamici come Hamas soppiantavano nel consenso popolare i nazionalisti alla Nasser.
Adesso non c'è più nulla. Né l'Egitto panarabo, né la Siria perno della resistenza, né i Paesi del Golfo che si allineano agli accordi di Abramo, volenti o nolenti. Né tantomeno la Giordania che, passetto dopo passetto, si rassegna a diventare "il vero Stato palestinese", come la definiscono i politici israeliani di destra, centro e forse pure sinistra. Hamas ne è consapevole.
Ha resistito per quindici mesi, oltre ogni previsione, alla spaventosa potenza di fuoco avversaria. Ha preservato una parte consistente dei suoi battaglioni nei tunnel, dotati di riserve di armi e provvigioni per un assedio di anni. […] Ma c'è anche una superficie propagandistica e un sottosuolo di realismo
Come ha ripetuto più volte in pubblico il defunto capo della Striscia Yahya Sinwar, «senza l'Iran non avremmo potuto costruire tutto ciò», e cioè un arsenale di missili e una fortezza di cunicoli in grado di fronteggiare il più forte esercito del Medio Oriente. L'alleanza era nata da un colpo di genio del generale Qassem Soleimani, deciso a realizzare il sogno di Khomeini, fare dell'Iran il riferimento di tutti i musulmani, sia sciiti che sunniti. La "causa palestinese" era il collante perfetto, e valeva qualche sacrificio dottrinale da parte degli ayatollah.
La costruzione di Soleimani, l'asse della "resistenza" che teneva assieme movimenti che si erano combattuti con ferocia fanatica solo qualche anno prima, è crollato sotto i colpi di maglio di Israele, le superbombe che hanno ucciso per soffocamento il leder dell'Hezbollah libanese Hassan Nasrallah, vero erede del capo dei Pasdaran. Nessuno l'ha sostituito.
L'Iran, dietro la cortina fumogena, lo sfoggio di missili, le esercitazioni, le dichiarazioni della guida suprema Ali Khamenei, si prepara a trattare.
Trump, alla sua maniera, brutale, ha offerto la sponda: «L'obiettivo è un Iran senza atomica, lo si può raggiungere con le bombe o con i negoziati, penso sceglieranno i negoziati»
Lo stesso Khamenei non ha mai sconfessato la fatwa che impedisce l'uso militare del nucleare. La dirigenza della repubblica islamica vuole garanzie sulla "deterrenza", che non deve per forza essere atomica. Vuole una parità strategica con Israele. Ci si può arrivare per altre strade. Senza le sanzioni americane, per esempio, un'economia più forte, un arsenale missilistico privo di limitazioni. Gli iraniani hanno messo la questione palestinese su una bilancia. Come ha fatto la Turchia, pronta a non muovere un dito in cambio di mano libera in tutta la Siria, compreso il Nord-Est ora controllato dai curdi. I piatti oscillano, Trump è pronto a metterci una spada sopra. Per ottenere lo scambio a lui più favorevole.
donald trump firma le sanzioni contro khamenei e l'iran
striscia di gaza il controesodo dal sud al nord della striscia foto lapresse 8
DONALD TRUMP - JARED KUSHNER - BENJAMIN NETANYAHU
palestinesi sfollati tornano al nord della striscia di gaza 12
il ritorno a nord degli abitanti della striscia di gaza foto lapresse 3
donald trump firma le sanzioni contro khamenei e l'iran 1