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ARMIAMOCI, MA CHI PAGA? - GIOVEDÌ URSULA VON DER LEYEN PRESENTERÀ IL PIANO PER LA DIFESA COMUNE UE. SUL TAVOLO C'E' L’IPOTESI DI SFRUTTARE I QUASI 100 MILIARDI INUTILIZZATI DEL PNRR – MA PER SOSTENERE L’UCRAINA, E METTERE IN PIEDI UNA "DIFESA EUROPEA", SERVIRÀ MOLTO DI PIÙ: DOVE LI PRENDIAMO 'STI SOLDI? IN CASO DI DISIMPEGNO AMERICANO, I PAESI DELL’UE DOVRANNO TROVARE 250 MILIARDI ALL’ANNO E FORNIRE A KIEV 1.400 CARRI ARMATI, DUEMILA VEICOLI DA COMBATTIMENTO PER LA FANTERIA E 700 PEZZI DI ARTIGLIERIA…
1 - "CENTO MILIARDI PER LA DIFESA COMUNE" BERLINO APRE E ARRIVA IL SÌ DELL'ITALIA
Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per “la Stampa”
ursula von der leyen volodymyr zelensky
A Bruxelles lo chiamano il bright side della svolta epocale di Trump. Dopo anni di immobilismo, il piano per la Difesa comune dell'Unione sembra concretizzarsi. Al vertice straordinario di giovedì Ursula von der Leyen metterà sul tavolo tutte le strade percorribili per aumentare in modo esponenziale quella che oggi è una delle voci più piccole del bilancio comunitario.
La presidente della Commissione europea ha chiesto ai tecnici di trovare fra le pieghe delle regole esistenti tutto ciò che può essere messo rapidamente a disposizione evitando lunghi processi di riforma. Tre le strade: l'impegno di parte dei fondi strutturali, di ciò che resta da spendere del vecchio piano Juncker, ma soprattutto l'uso di quasi cento miliardi inutilizzati del Recovery Plan.
volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale
Quest'ultima ipotesi è in cima alle preferenze di molte cancellerie perché darebbe il segno di una vera risposta politica alla smobilitazione trumpiana e alla fine dell'illusione che ha fatto credere all'Europa di poter essere protetta per sempre dall'ombrello Nato. Si tratta per la precisione di 93 miliardi, la differenza fra i 385 miliardi di prestiti a tasso agevolato previsti dal piano del 2020 e i 291 effettivamente richiesti dai governi dei ventisette.
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Fino alle elezioni tedesche la maggior cautela è stata quella di Berlino, ma secondo le indiscrezioni raccolte con fonti europee negli ultimi giorni Friedrich Merz avrebbe aperto al sì. Si tratta del resto di fondi già deliberati, e dunque non troverebbero ostacoli da parte della Corte costituzionale tedesca, la quale anche di recente ha ribadito la straordinarietà dell'esperimento di debito comune voluto dalla Commissione durante la pandemia.
Giorgia Meloni - attraverso il commissario Raffaele Fitto - ha già fatto sapere a Von der Leyen di essere più che favorevole. In caso di sì dei ventisette, l'attivazione potrebbe essere rapida: per Bruxelles si tratterebbe di emettere bond per i quali esistono già le garanzie dei governi nazionali.
ursula von der leyen emmanuel macron vertice europeo sull ucraina foto lapresse
Nei contatti di queste ore con i leader eueopei - e anche ieri a margine del vertice di Londra - Von der Leyen ha detto che farà la sua proposta alla riunione straordinaria dei capi di Stato dei ventisette di giovedì. Per quel che riguarda il vecchio piano Juncker si tratterebbe di semplificare le regole utili a sbloccare fino a 50 miliardi di fondi.
Dall'Italia sono arrivati invece dubbi sulla terza fonte possibile di finanziamento esistente, ovvero l'uso di parte dei fondi strutturali destinati alle politiche regionali. Se dipendesse dalla Commissione, il disastro diplomatico innescato dall'amministrazione Trump dovrebbe essere anche il momento per accogliere la proposta italiana di scorporare dal patto di Stabilità le spese per la Difesa, ma in questo caso le resistenze sono tali da rischiare di mandare all'esterno segnali negativi. [...]
2 - UE CACCIA A 250 MILIARDI PER PROTEGGERE KIEV
Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”
Lo scontro avvenuto nello Studio Ovale tra il presidente ucraino Zelensky, il presidente Usa Trump e il suo vice Vance rischia di diventare uno spartiacque per l’Unione europea. Quello che Bruxelles aveva intuito nei confronti di Washington ha preso forma e le aspettative nei confronti della futura relazione transatlantica si sono concretizzate. Il senso di solitudine europeo è aumentato insieme allo choc.
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Un’analisi del think tank Bruegel a firma Burilkov e Wolff ha anche fatto i conti: per fare a meno in futuro dell’aiuto americano serve un aumento delle capacità europee equivalente alla capacità di combattimento di 300 mila soldati statunitensi, con un focus sulle forze meccanizzate e corazzate per sostituire le unità pesanti dell’esercito Usa.
donald trump accoglie volodymyr zelensky alla casa bianca
Ciò si traduce in circa 50 nuove brigate europee. Una deterrenza europea credibile, ad esempio per impedire una rapida irruzione russa nei Paesi baltici — scrivono Burilkov e Wolff —, richiederebbe un minimo di 1.400 carri armati, 2 mila veicoli da combattimento per la fanteria e 700 pezzi di artiglieria (obici da 155 mm e lanciarazzi multipli). «Si tratta di una potenza di combattimento maggiore — osservano — di quella attualmente disponibile nelle forze di terra francesi, tedesche, italiane e britanniche messe insieme». Senza contare che solo Francia e Regno Unito dispongono delle testate nucleari.
difesa comune - unione europea
C’è poi la questione soldi. Come finanziare la difesa europea. Per arrivare al 3,5% del Pil, come è probabile che decideranno i Paesi Nato nel summit di giugno, servirà un aumento di circa 250 miliardi di euro all’anno. E molti Paesi Ue hanno problemi di bilancio, come Italia e Francia. Le vie d’uscita non sono semplici, soprattutto perché il perimetro a Ventisette ormai non è più sufficiente.
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C’è poi il tema di come costruire una difesa europea potenziando la base industriale. L’aspirazione a Bruxelles è di raggiungere giovedì un accordo a 27 ma il premier Orbán ha inviato una lettera al presidente del Consiglio europeo Costa in cui invita l’Ue ad aprire colloqui diretti con Mosca per porre fine alla guerra e ha ribadito che si opporrà a un accordo a livello di Ue.
Sul tavolo c’è la proposta dell’Alto rappresentante Ue Kallas per raccogliere fondi eventualmente anche su base volontaria che piace ai nordici ma meno ai grandi Paesi che devono contribuire in base al Pil. La presidente von der Leyen anticiperà in una lettera ai leader Ue le ipotesi per finanziare la difesa su cui discutere: spazio nei bilanci nazionali, uno strumento europeo per progetti congiunti e un ampliamento della Bei. Ma ci sono anche altre opzioni benché più complicate come l’uso dei fondi non richiesti di next Generation Eu, i fondi di coesione e il Mes.
volodymyr zelensky kaja kallas
esercito ucraino