
"L'INFERNO SI ABBATTERÀ SU DI VOI COME NON AVETE VISTO PRIMA" - LA MINACCIA DI DONALD TRUMP AGLI HOUTHI, DOPO I 47 RAID AEREI CHE GLI STATI UNITI HANNO LANCIATO SULLO YEMEN - I RIBELLI YEMENITI RISPONDONO ATTACCANDO LA PORTAEREI TRUMAN SCHIERATA NEL MAR ROSSO - GLI ATTACCHI AL GRUPPO SCIITA SONO UN CHIARO MESSAGGIO ALL'IRAN, ALLEATO DELLE MILIZIE, MA TEHERAN PRENDE LE DISTANZE E ACCUSA "THE DONALD" DI VOLER DETTARE LA POLITICA ESTERA DEL PAESE…
1 - GLI USA AGLI HOUTHI: «AVRETE L’INFERNO»
DONALD TRUMP SEGUE L ATTACCO USA AGLI HOUTHI
Estratto dell'articolo di Marta Serafini per il “Corriere della Sera”
Da un lato lo Yemen dei ribelli Houthi che affermano di aver attaccato con 18 missili e un drone la portaerei Truman schierata nel Mar Rosso. […] Dall’altra il presidente statunitense Donald Trump che minaccia di usare contro il gruppo sciita «una forza letale schiacciante»; avverte Teheran, ritenuta «pienamente responsabile» per le azioni dei ribelli, alleati dell’Asse; e lancia il primo raid della sua seconda amministrazione contro lo Yemen, uno dei più potenti dal 7 ottobre. In mezzo, l’aeronautica militare israeliana in stato di massima allerta dopo che un missile è caduto nel Sinai.
[…] Se il cessate il fuoco tra Israele e Hamas entrato in vigore in gennaio aveva visto la fine dei bombardamenti sulle navi commerciali occidentali, gli Houthi hanno lanciato un ultimatum in risposta alla decisione di Israele di sospendere l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza. […] Nella notte tra sabato e domenica, invece, gli Stati Uniti hanno lanciato un’operazione massiccia che ha ucciso almeno 31 persone, tra cui donne e bambini, e ha fatto 100 feriti nella capitale Sanaa e nella provincia settentrionale di Saada, al confine con l’Arabia Saudita.
[…] Secondo il consigliere per la sicurezza di Trump Michael Waltz, hanno eliminato dei leader del gruppo. Il tutto mentre Trump minaccia i ribelli scrivendo su Truth in stampatello: «L’inferno si abbatterà su di voi come non avete mai visto prima». L’Iran, alleato delle milizie e capofila dell’Asse, fa sapere di essere estraneo alle mosse degli Houthi con il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, che su X esorta gli Stati Uniti a fermarsi sottolineando come Washington non possa dettare la politica estera dell’Iran.
E nessun buon presagio arriva anche da Gaza. Secondo i media palestinesi, attacchi israeliani a Beit Lahiya, nel nord della Striscia hanno causato, in aperta violazione della tregua, la morte di nove persone, tra cui giornalisti mentre l’Idf fa sapere di aver ucciso «sei terroristi palestinesi», tra cui uno che aveva preso parte all’attacco del 7 ottobre, e altri elementi di Hamas «sotto mentite spoglie di reporter».
Un’altra escalation che non da certo slancio alle trattative tra Israele e Hamas e che vede sempre più concreta l’ipotesi di una ripresa delle operazioni militari israeliane nella Striscia. Mentre riprende forza lo scenario che Trump, su pressione del premier israeliano Netanyahu, stia valutando di lanciare un attacco su larga scala all’Asse, Iran compreso.
2 - GLI HOUTHI DOPO I RAID “COLPIREMO LE NAVI USA” E ANCHE L’IRAN MINACCIA
Estratto dell'articolo di Fabio Tonacci per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/esteri/2025/03/17/news/yemen_raid_americani_houthi_reagiremo-424067464/
I quarantasette raid aerei che sabato sera gli Stati Uniti hanno lanciato sullo Yemen sono solo il primo atto di una campagna che sarà lunga. Che mette in allarme russi e iraniani. E che, per dirla con le parole del segretario della Difesa americano Pete Hegseth, «durerà fino al minuto in cui gli Houthi dichiareranno la fine degli attacchi contro le navi commerciali nel Mar Rosso ».
[…] Il Cremlino era stato avvertito prima dell’inizio dei bombardamenti che hanno preso di mira radar, sistemi di lancio di razzi e postazioni degli Houthi. «Sono stati uccisi diversi leader del gruppo», sostengono da Washington. Ieri il ministro russo degli Esteri, Sergei Lavrov, in una telefonata con l’omologo americano Marco Rubio, ha sottolineato la necessità che «tutte le parti cessino immediatamente di ricorrere alla forza» e ha chiesto a Rubio di impegnarsi in un dialogo politico «per trovare una soluzione che impedisca ulteriori spargimenti di sangue in Yemen». Ma non è soltanto Mosca a guardare con particolare attenzione l’ultima mossa di Trump.
Gli attacchi in Yemen sono, per stessa ammissione del governo americano, un messaggio chiaro all’Iran affinché smetta di appoggiare gli Houthi con soldi e armamenti. Il gruppo armato sciita controlla una vasta area del Paese e fa parte del cosiddetto Asse della resistenza contro Israele e l’Occidente, guidato e alimentato, appunto, dalla Repubblica islamica dell’Iran. «Ma gli Houthi prendono da soli le loro decisioni», replica da Teheran il generale Hossein Salami, comandante dei Guardiani della rivoluzione.
[…] Il portavoce dei miliziani, Yahya Saree, definisce la campagna di Trump «un crimine di guerra» e sostiene che, come rappresaglia per i raid di sabato, i miliziani hanno lanciato 18 missili balistici e da crociera, più un drone, contro la Truman, la portaerei statunitense. Il comando americano non ha confermato la circostanza. […] «Le forze armate yemenite continueranno a imporre un blocco navale al nemico israeliano finché i beni di prima necessità non saranno consegnati a Gaza», ribadisce il portavoce degli Houthi.
3 - DIETRO L’ONDATA DI MISSILI E DRONI IL MESSAGGIO AGLI AYATOLLAH: TUTTE LE OPZIONI SONO SUL TAVOLO
Estratto dell'articolo di Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
Gli Usa hanno giocato d’anticipo, anche se c’era qualche segnale nell’aria, lanciando una serie di raid contro gli Houthi nello Yemen. Una «campagna» condotta insieme alla Gran Bretagna destinata a protrarsi per giorni o settimane con un doppio obiettivo: la milizia sciita e l’Iran, il loro principale sponsor in un contesto di continua tensione.
[…]
Washington, invece, ha schierato la portaerei Truman al fianco del dispositivo aeronavale occidentale che da mesi incrocia nella regione. Ed ha sferrato il colpo con diverse ondate affidate a missili da crociera, droni, caccia. Colpite la capitale Sanaa, la regione di Marib, il porto di Hodeida, postazioni, depositi, centri di comando e forse anche alcuni target di alto valore, ovvero ufficiali nemici.
DONALD TRUMP ASSISTE AI RAID CONTRO GLI HOUTHI
Un’azione massiccia, estesa, che — secondo fonti locali — ha provocato 31 morti (compresi dei civili) e decine di feriti. Una prima fase, ripetono gli americani, presto seguita da ulteriori interventi per debilitare l’apparato della milizia e costringerla a cessare le aggressioni in Mar Rosso — già oltre 150 dal 2023.
La Casa Bianca ha accompagnato l’attività bellica con un messaggio rivolto agli ayatollah. Ed è stato lo stesso Donald Trump a postarlo in rete: «All’Iran: l’appoggio ai terroristi Houthi deve finire IMMEDIATAMENTE! (scritto in maiuscolo, ndr ). NON minacciate il popolo americano, il suo presidente che ha ricevuto uno dei più ampi mandati della storia presidenziale, e neppure la via d’acqua».
[…] Le parole sintetizzano la strategia dell’amministrazione nei confronti di Teheran: massima pressione diplomatica/sanzioni per bloccare il programma nucleare ed avviare negoziati; eventuale opzione militare (anche se Trump ha ribadito che preferisce la trattativa). Prendendo di mira l’alleato yemenita dei mullah gli Stati Uniti vogliono far capire all’interlocutore che tutto è possibile e lo mettono alla prova.
I collaboratori del presidente hanno poi indicato le linee guide: per ora nessuna azione di terra, le incursioni proseguiranno fintanto che i militanti non smetteranno di prendere di mira il trasporto in Mar Rosso. Un passo in più rispetto alla strategia del contenimento di Joe Biden. Gli Houthi hanno subito reagito tirando un missile terra-terra finito nel Sinai egiziano — l’intenzione era quella di raggiungere il territorio israeliano —, hanno annunciato un attacco contro le unità Usa e ne hanno minacciato altri come rappresaglia.
Il movimento ha ancora molte armi, messe insieme in loco oppure ricevute via mare dall’Iran. Un report recente ha rivelato che ha allungato il raggio d’azione dei droni-kamikaze grazie a tecnologia cinese e non è stato escluso che abbiano avuto anche appoggi da parte dei russi. […]