
“MI HANNO PRESO PER I PIEDI, MI HANNO MESSO A TESTA IN GIÙ SUL BALCONE” - L'INFERNO VISSUTO DAL 24ENNE PACHISTANO HAMMAD, SEQUESTRATO E GETTATO DAL TERZO PIANO DI UN PALAZZO DI ASTI – DOPO LA TRAVERSATA NEL MEDITERRANEO (PASSANDO PER I LAGER LIBICI) PER ARRIVARE IN ITALIA, È FINITO NELLE GRINFIE DI DUE TRAFFICANTI DI UOMINI, CHE GLI AVEVANO PROMESSO DI PORTARLO A BARCELLONA - I DUE LO HANNO RAPITO E MALMENATO E PER LIBERARLO CHIEDEVANO 15 MILA EURO - IL RAGAZZO RISCHIA DI RIMANERE PARALIZZATO, I DUE CRIMINALI SONO STATI ARRESTATI...
Estratto dell'articolo di Massimiliano Peggio per "La Stampa"
CENTRO DI DETENZIONE MIGRANTI IN LIBIA
«Sono partito dal Pakistan a marzo 2024. In volo a Dubai e poi in Egitto. Alla fine sono arrivato in Libia. Sono rimasto lì sei mesi. Ho vissuto in una stanza senza finestre. Io e altri ragazzi africani eravamo prigionieri: le porte chiuse con i lucchetti. Poi, sono stato prelevato da due persone in divisa militare.
Avevano il passamontagna, pistole e mitragliatori. Mi hanno fatto viaggiare in un furgone chiuso con altre 13 persone. Abbiamo raggiunto la costa. Lì ci hanno picchiati, prima di farci salire su un gommone. Dopo 44 ore in mare abbiamo incrociato una barca di pescatori italiani».
Hammad, 24 anni, inizia così, poco prima di Natale, il suo racconto di fronte al capo della Squadra Mobile di Asti, Marco Barbaro, mentre cerca di raccogliere gli indizi di una storia misteriosa che sembra la trama di un romanzo criminale. La mattina del 25 novembre scorso, Hammad viene trovato su una strada della città, incosciente, le ossa frantumate, lesioni compatibili con una caduta da 3 o 4 piani. Finisce in ospedale in coma, la colonna vertebrale spezzata, senza documenti.
Uno sconosciuto. La casa da cui è caduto non si trova. Lo hanno spostato. Dopo settimane di ricovero si risveglia e ricorda frammenti. Quelli che racconta alla polizia tramite un interprete. «Dal centro di accoglienza di Lampedusa mi hanno trasferito in altri centri. A Sondrio contatto un amico che abita a Barcellona e decido di raggiungerlo. Il 23 novembre salgo su un Flixbus e arrivo al confine tra Italia e Francia.
CENTRO DI DETENZIONE MIGRANTI IN LIBIA
Lì la polizia francese mi arresta e mi rimanda in Italia. Chiamo il mio amico in Spagna che mi dà un numero telefonico di un connazionale che vive ad Asti. Mi dice che lui è un "vettore" che mi può portare a Barcellona». Hammad conosce una ragazza pakistana, anche lei respinta al confine di Ventimiglia e intenzionata a raggiungere la Spagna. Con lei si mette in contatto con il «vettore» e raggiungono Asti in taxi. Arrivano alla stazione ferroviaria.
Ad accoglierli ci sono due uomini. Uno si presenta come Gujjar. Barba, borsello alla moda, orologio d'oro. «Ci chiedono 300 euro a testa per il viaggio e ci danno da dormire». La ragazza viene portata in un alloggio «da una famiglia», lui in un altro. «Alle 4 ricevo un messaggio dalla ragazza. Mi scrive che è scappata, che non c'era nessuna famiglia e che hanno tentato di violentarla. Mi ha detto di scappare, che quella era brutta gente».
eritreo torturato dai trafficanti di uomini
Hammad non riesce: è di nuovo in trappola, come in Libia. La porta è chiusa. I due uomini però si svegliano. «Dove vuoi andare? Ti ammazzo» dice Gujjar. I due vogliono 15 mila euro per liberarlo. «Fai una videochiamata ai tuoi in Pakistan e fatti dare i soldi». Lui si rifiuta. Lo minacciano. «Ti ammazziamo, non è la prima volta che lo facciamo» gli dicono.
«Mi hanno preso per i piedi, mi hanno messo a testa in giù sul balcone. Sono rimasto in quella posizione per tre minuti. Ho cercato di afferrare la ringhiera. Urlavo mentre dicevo che avrei fatto quello che volevano. Poi sono scivolato e non ricordo più nulla».
Chi lo trova in strada dà l'allarme. Ma non ci sono altri indizi. Mistero. Qualche settimana dopo, dall'Ungheria, chiedono alla polizia di arrestare un trafficante di uomini, un pakistano scovato ad Asti. I poliziotti vanno e capiscono che quest'uomo potrebbe essere legato a quel giallo senza spiegazione. Giusta intuizione.
Le indagini prendono rapidamente il sopravvento. Muhammad Naveed, 30 anni, detto Gujjar, e il suo complice, Abdul Wahab finiscono in manette per tentato omicidio. Hammad rischia di rimanere paralizzato. […]