
“LA MIA BATTAGLIA SARÀ VINTA QUANDO PORTERÒ A CASA MIO FIGLIO” – RAFFAELLA BROGI, 54 ANNI, È LA MAGISTRATA DI FIRENZE CHE HA INTERPELLATO LA CORTE COSTITUZIONALE SUL DIVIETO DELLE ADOZIONI INTERNAZIONALI PER I SINGLE: “L’ADOZIONE È LA MIA SCELTA. SENTO CHE C’È UN BAMBINO O UNA BAMBINA CHE MI STA ASPETTANDO. SO CHE IL BAMBINO O LA BAMBINA CHE ADOTTERÒ NON È IL SURROGATO DI QUELLI BIOLOGICI CHE NON HO AVUTO”
Estratto dell’articolo di E.Teb. per il “Corriere della Sera”
«Sono contentissima. Ma il mio primo pensiero va a chi sta aspettando un genitore che gli voglia bene. La promessa che mi faccio ogni giorno è di essere la mamma di uno di quei bimbi. La mia battaglia sarà vinta quando riuscirò a portare a casa mia figlio o mia figlia».
Raffaella Brogi, 54 anni, magistrata di Firenze (ma originaria di Siena), è l’aspirante mamma sul cui caso si è pronunciata la Corte costituzionale, abolendo il divieto delle adozioni internazionali per i single. Adesso Brogi potrà chiedere al Tribunale la dichiarazione d’idoneità all’adozione e iniziare il lungo procedimento per adottare un bimbo. «Potrò finalmente portare a compimento il percorso che la vita mi ha destinato per diventare mamma» racconta. «So che il bambino o la bambina che adotterò non è il surrogato di quelli biologici che non ho avuto».
Non è sposata e durante il procedimento che ha condotto alla sentenza della Corte costituzionale, i giudici le hanno chiesto se non avesse pensato di avere figli con la fecondazione assistita fatta all’estero (in Italia è vietata alle single, anche se la questione è anch’essa all’esame della Consulta). Ma lei sapeva che non era quella la sua strada: il suo pensiero va subito ai bimbi che, da qualche parte nel mondo, hanno bisogno di un genitore.
«L’adozione è la mia scelta. Sento che c’è un bambino o una bambina che mi sta aspettando […]» (i minori che si possono adottare con le adozioni internazionali sono bambini che per vari motivi hanno perso i genitori biologici e non hanno più nessuno).
ADOZIONI INTERNAZIONALI IN ITALIA
[…] Ora ha una speranza. «Vorrei che questa sentenza accendesse un faro sulle adozioni e in particolare sulle adozioni internazionali, che sono diminuite tantissimo. Sono passate dalle oltre settemila domande del 2007 a circa 500 domande per il 2024». In base alla legge italiana, che prevede una differenza massima di 45 anni tra genitore e figli adottivi, Brogi potrà adottare un bimbo o una bimba che abbia almeno dieci anni. «È stato un percorso difficile — dice — ma la cosa più bella e complessa sarà quando dovrò occuparmi di mio figlio o di mia figlia. Penso però che sia anche il dono più grande che ho avuto dalla vita».