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“LA SHOAH SARÀ DIMENTICATA” – LILIANA SEGRE ALLA VIGILIA DELLA GIORNATA DELLA MEMORIA: “IO SONO DI NATURA PESSIMISTA, MA SONO SICURA CHE UNA VOLTA SPARITI GLI ULTIMISSIMI SUPERSTITI, E QUANDO SARÀ FINITA LA GENERAZIONE DEI FIGLI DEI SUPERSTITI, E DEI NIPOTI FORSE, SARÀ RIDOTTA A UNA FRASE NEI LIBRI DI STORIA” – IN ITALIA I SOPRAVVISSUTI ALL’OLOCAUSTO SONO POCO PIÙ DI DIECI, NEL MONDO CIRCA 245MILA (MA L’ETÀ MEDIA È DI 86 ANNI…) - VIDEO
Segre, della Shoah alla fine non si parlerà più
(ANSA) - C'è il rischio concretissimo, se non la certezza che un giorno la Shoah venga completamente dimenticata, "e sia ridotta ad una frase nei libri di storia". E' la convinzione della senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, affidata ad un'intervista con Marco Vigevani, presidente del comitato eventi del Memoriale della Shoah, che sarà online il 27 gennaio, giorno della Memoria, sul sito del Memoriale e su Corriere.it Segre teme che accada "come in 1984, libro di George Orwell in cui vengono riscritti i libri e tutte le generazioni sanno quello che il governo vuole che si sappia".
"Io sono di natura pessimista - ha premesso Segre - e questo certamente non aiuta in questo mio giudizio ma sono così sicura dentro di me che una volta spariti, e ormai manca poco, gli ultimissimi superstiti e quando sarà finita la generazione dei figli dei superstiti, e dei nipoti forse, man mano che il tempo passerà, sia per la questione di come è stato finora sia per le falsità che verranno dette, così come in 1984 di Orwell, che secondo me dovrebbe essere adottato nelle scuole", la Shoah sarà ridotta a una frase nei libri di storia".
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"Ci sono interessi superiori per cui è bene dimenticare una certa cosa - ha aggiunto -, non parlarne più finché poi non esiste più o rimane forse, nel migliore dei casi, una riga con una data approssimativa, magari non precisa, e poi nel tempo che passa neanche più quella".
La sua convinzione, ha spiegato, "è legata alla parola 'indifferenza'" che lei ha voluto fosse apposta, enorme, all'ingresso del Memoriale realizzato nel binario sotterraneo della Stazione Centrale di Milano da cui partirono i vagoni piombati per i campi di concentramento. "Ho sempre studiato storia, la materia che preferivo quando facevo il liceo e ho visto, senza nessuna inclinazione politica né religiosa, né etica, ma soltanto di una studentessa appassionata di storia come le vicende del passato siano state dimenticate dal mondo o magari raccolte in una data che si studia sui libri di storia" ha detto. "E poi dopo un po' - ha proseguito - succede che nei programmi scolastici si decide come era in Orwell, che non ho mai dimenticato, in 1984 in cui vengono riscritti i libri e tutte le generazioni sanno quello che il Governo vuole che si sappia".
Gli ultimi sopravvissuti all’Olocausto: “Mi auguravo di essere trattato come i loro cani, ma non lo fecero”
80 anni dopo l'Olocausto, coloro che possono offrire testimonianze di prima mano sugli orrori dell'Europa dell'epoca nazista diventano sempre meno. Alcuni sopravvissuti ai campi nazisti hanno accettato di parlare con l'AFP mentre il mondo segna otto decenni dalla liberazione di Auschwitz-Birkenau, il più famoso dei campi di sterminio.
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Uno studio condotto lo scorso anno ha rilevato che circa 245.000 ebrei sopravvissuti all'Olocausto sono ancora in vita. L’età media è di 86 anni. Alcuni hanno superato i 100 anni, secondo lo studio della Conferenza sulle rivendicazioni materiali degli ebrei nei confronti della Germania.
Durante la Seconda guerra mondiale, i nazisti uccisero sei milioni di ebrei in tutta Europa, più di un terzo della popolazione ebraica mondiale dell'epoca.
Shoah, poco più di dieci gli ultimi sopravvissuti
Alessandra Magliaro per l’ANSA
Le voci degli 'araldi della memoria' come li chiama Liliana Segre, sono sempre meno. Per ragioni anagrafiche i testimoni dell'indicibile sono ormai davvero pochi. C'è chi ha fatto della testimonianza del campo di sterminio una missione di vita, uno sforzo immane da dedicare a chi non è sopravvissuto, documentando pubblicamente quell'esperienza, riprovando il dolore altre mille volte e poi c'è chi ha cercato di sopravvivere in silenzio.
MURALES DI LILIANA SEGRE E SAMI MODIANO SFREGIATI A MILANO
Non è semplice per questo tenere conto di chi in Italia uscì vivo da Auschwitz-Birkenau e dalle altre camere della morte per il più folle dei progetti: lo sterminio di una 'razza', dunque il genocidio, e di chi era diverso - gli omosessuali, i disabili, i rom - oltre che gli oppositori politici.
Il 27 gennaio, il Giorno della Memoria, questa straziante condizione di sopravvissuti alla Shoah, ai campi, alle marce della morte e ai lunghi viaggi per tornare nei luoghi di origine, spinge ad un conto di chi c'è ancora. In Italia, accanto a persone instancabili in prima linea come Segre, Sami Modiano, Edith Bruck ci sono ormai pochi altri.
Poi resteranno i libri, gli archivi, i documentari, le testimonianze registrate, in una sorta di passaggio di consegne. Secondo l'analisi dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane e dello scrittore e storico Marcello Pezzetti, che cura il museo di Roma, gli ebrei sopravvissuti sono ormai poco più di una decina. A loro si aggiungono i pochissimi sopravvissuti ex deportati non ebrei, come ricorda Dario Venegoni presidente dell'Aned Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti, medaglia d'oro al merito civile nel 2024 e fonte importante.
La Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea Cdec Onlus, primaria fonte italiana sul tema, ha una digital library da consultare, mentre all'estero c'è tra le altre la Shoah Foundation, supportata da Steven Spielverg
Ecco 14 nomi, 13 ebrei, in un elenco 'parziale':
SAMI MODIANO, 94 anni (da Rodi a Birkenau all'età di 13 anni. La sua storia è nel libro di Walter Veltroni, Tana libera tutti); EDITH BRUCK, 93 anni (scrittrice, regista di origine ungherese, deportata a 13 anni prima ad Auschwitz e poi in altri campi di sterminio: Dachau, Christianstadt, infine Bergen Belsen);
LILIANA SEGRE, 94 anni (senatrice a vita costretta a vivere sotto scorta per le minacce razziste, numero di matricola 75190, dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati ad Auschwitz, fu tra i 25 sopravvissuti di allora);
STELLA LEVI, come Sami Mondiano della comunità italiana a Rodi, sopravvissuta ad Auschwitz, 101 anni;
ALBERTO ISRAEL, anche lui da Rodi, deportato ad Auschwitz a 17 anni, vive in Belgio dedicando tutte le sue energie alle giovani generazioni 97 anni; le sorelle di Fiume
ANDRA E TATIANA BUCCI, rispettivamente 85 e 87 anni, testimoni dell'orrore più assurdo, quello degli esperimenti di Mengele;
ARIANNA SZÖRÉNYI, 91 anni anche lei di Fiume (numero di matricola 89219, portata ad Auschwitz e poi a Bergen Belsen dalla Risiera di San Sabba ad appena 11 anni come racconta nel libro Una bambina ad Auschwitz, Mursia);
GOTI BAUER, 100 anni (nome di nascita Agata Herskovitz, straniera di nascita, italiana d'adozione, nata in Cecoslovacchia, detenuta a Fossoli, poi deportata ad Auschwitz-Birkenau. Matricola A-5372, è da quasi 30 anni infaticabile testimone della Shoah con gli studenti di Milano dove risiede);
GILBERTO SALMONI, 97 anni, presidente onorario di Aned Genova, ultimo sopravvissuto genovese ai lager nazisti, attivo testimone, ebreo ma deportato all'età di 16 anni a Buchenwald, come cattolico e con il triangolo rosso dei dissidenti politici;
STELLA DANA, milanese, 87 anni, deportata nel campo di concentramento di Bergen Belsen;
HANNA KLUGER WEISS, nata a Fiume, 96 anni, scrittrice, amica di Goti Bauer anche lei di Fiume, dal '68 si è fatta testimone attiva anche con viaggi della memoria in Polonia, vive in Israele dove dirige un piccolo museo della Shoah a Nazareth Illit.
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CARTELLO CONTRO LILIANA SEGRE ALLA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA A MILANO
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NEDO FIANO NUMERO TATUATO AUSCHWITZ
corpi nel ghetto
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