
“SGARBI, ‘RIALZATI E CAMMINA, CAPRA’” – MARCELLO VENEZIANI CERCA DI SCUOTERE VITTORIO, SUO VECCHIO AMICO, RICOVERATO AL GEMELLI E VITTIMA DI UNA TERRIBILE DEPRESSIONE: “È FIGLIA DEL SUO NARCISISMO FERITO. IL SUO UNIVERSO SI STA RESTRINGENDO: DRAMMATICO PER CHI È STATO CONVINTO DI POTER CAVALCARE IL MONDO” – “NON ESCLUDO AFFATTO UN RISORGIMENTO PERSONALE MA DOVRÀ IMMAGINARSI IN UN’ALTRA PROSPETTIVA MENO EGOCENTRICA” – “DEVE AFFIDARSI AI MAESTRI, PER PRIMI CARAVAGGIO E RAFFAELLO. LA NOSTRA VITA È TRASCURABILE, PASSA E FINISCE. MA LE OPERE DEI GRANDI RESTANO…”
Estratto dell’articolo di Paolo Conti per il “Corriere della Sera”
MARCELLO VENEZIANI VITTORIO SGARBI
«Vorrei gridare al mio amico Sgarbi “rialzati e cammina, capra!”». Era intitolata così la lettera-appello firmata dal giornalista e scrittore Marcello Veneziani ieri in prima pagina sul quotidiano La Verità […].
Vittorio Sgarbi è ricoverato da giorni al Policlinico Gemelli. Diversi problemi di salute si sommano alla forte depressione, della quale il critico d’arte ha esplicitamente parlato.
Veneziani, che rapporto ha con Sgarbi?
«Ci conosciamo da moltissimi anni. […] Stabilii un’amicizia che definii ironicamente un’adozione a distanza. Non avrei mai potuto seguire i suoi ritmi. In quanto al carattere, ho sempre visto nella sua aggressività un segno quasi puerile, innocente, da ragazzino rimasto tale. Mai vista autentica cattiveria».
Una vita di polemiche e di risse verbali…
«C’era in lui un che del Machiavelli che si “ingaglioffava” con gli amici nelle osterie ma poi, tornando a casa, deponeva le vesti piene di fango e si confrontava dignitosamente con i classici che conosceva benissimo. Vittorio è un talento unico, ha una capacità intuitiva di attribuire opere e riconoscere autori come pochi. Sa spiegarti ciò che non avresti mai capito da solo».
Ora è ricoverato. C’è la malattia. E c’è la depressione.
«Figlia del suo narcisismo ferito. Ha la percezione che molte delle sue libertà impulsive non potranno più essere praticate. Il suo universo si sta restringendo: drammatico per chi è stato convinto di poter cavalcare il mondo. Una dimensione dell’io sproporzionata rispetto al passato e che lo porta ad atteggiamenti distruttivi».
VITTORIO SGARBI - FEBBRAIO 2025
Lei gli ha chiesto di rialzarsi. Ce la farà?
«La depressione è purtroppo un’ottima alleata della malattia. Ma conoscendo Vittorio non escludo affatto un risorgimento personale. Penso che potrebbe riuscire a ritrovare il giusto impeto per riprendere la sua strada. Credo però debba affrontare un passaggio molto importante».
Quale?
«Deve passare attraverso una sorta di “piccola morte” lasciandosi alle spalle il “Vittorio Uno”, dicendogli addio, per aprire il capitolo del “Vittorio Due”. Dovrà insomma immaginarsi in un’altra prospettiva certamente meno egocentrica e più legata al mondo reale. E deve poi affidarsi ai Maestri…».
Intende i suoi riferimenti accademici? Roberto Longhi, per esempio?
«Certamente Longhi, o anche Federico Zeri. Ma io mi riferivo ai Maestri che ha studiato. Per primi Caravaggio e Raffaello. Il suo rapporto con loro dovrebbe riportarlo in piedi. La nostra vita è trascurabile, passa e finisce. Ma le opere dei grandi restano. E lui deve continuare a occuparsene finché avrà fiato: la sua mente sa come accompagnarci da loro».
[…] Come prenderà Sgarbi la sua lettera?
«Non lo so. Ho esitato ma credo sia giusto dimostrargli che c’è chi gli è vicino con apprensione nel dolore. […]».
Sgarbi è al Policlinico Gemelli. Anche papa Francesco era ricoverato lì, e ieri ne è uscito. Una coincidenza singolare, no?
«Indubbiamente. Beh, abbiamo già visto per fortuna un happy end. Speriamo in un bis per Vittorio».
ELISABETTA E VITTORIO SGARBI
VITTORIO SGARBI CON LA MAMMA RINA
il tour elettorale di vittorio sgarbi 4
il tour elettorale di vittorio sgarbi 5
vittorio sgarbi tony effe
vittorio sgarbi
giampiero mughini vittorio sgarbi
vittorio sgarbi
milly d abbraccio vittorio sgarbi
ELISABETTA E VITTORIO SGARBI
vittorio sgarbi