
“SONO AMICO DI ANDREA SEMPIO DALLE SCUOLE MEDIE, CI FREQUENTIAMO TUTTORA” – MARCO PIOGGI, IL FRATELLO DI CHIARA, UCCISA NELLA VILLETTA DI GARLASCO, È STATO INTERROGATO MERCOLEDÌ PER PARLARE DEL SUO RAPPORTO CON L’UOMO INDAGATO E DEGLI ALTRI AMICI CHE FREQUENTAVANO CASA – AL CENTRO DELLE INDAGINI C’È IL PC DELLA FAMIGLIA POGGI CHE VENIVA USATO DA MARCO E DAI SUOI AMICI PER GIOCARE AI VIDEOGIOCHI: IN QUELL’ESTATE MARCO ERA PARTITO CON LA FAMIGLIA IL 5 AGOSTO. IL DELITTO È DEL 13 E IL PC NON È MAI STATO UTILIZZATO NEI QUATTRO GIORNI PRECEDENTI. POSSIBILE CHE IL DNA SIA RIMASTO SULLE MANI DI CHIARA PER TRE GIORNI SENZA MAI LAVARSI?
Estratto dell'articolo di Cesare Giuzzi per www.corriere.it
«Andrea l’ho conosciuto alle medie, eravamo in classe insieme e lì siamo diventati amici. Ci frequentiamo tutt’ora». Marco Poggi, 37 anni, è il fratello di Chiara, oggi vive in Veneto. Aveva 19 anni quando sua sorella venne uccisa. Gli stessi del grande amico Andrea Sempio, oggi accusato di omicidio nelle nuove indagini dei pm di Pavia.
I magistrati lo hanno interrogato di nuovo mercoledì. Gli hanno chiesto del suo rapporto con Sempio e degli amici che frequentavano la casa di via Pascoli nel 2007.
Una circostanza che i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano stanno approfondendo con particolare scrupolo su indicazione dei pm pavesi Stefano Civardi e Valentina De Stefano. Si prova a verificare quello che nel 2017 era stato affermato dalla Procura (e dal gip) di Pavia nell’archiviazione delle indagini sorte dopo l’istanza della difesa di Stasi.
In sostanza secondo i magistrati di allora l’eventuale (perché si decise di non analizzarlo) Dna di Sempio sarebbe potuto arrivare alle unghie della vittima anche per «contatto» con la tastiera del pc della ragazza che veniva utilizzato dal fratello Marco e dagli amici per giocare. Una circostanza che le nuove indagini però vogliono approfondire perché il pc di Chiara — secondo la perizia del 2009 del Tribunale di Vigevano — sarebbe stato spento dal 10 agosto, tre giorni prima del delitto.
Mentre Marco Poggi era partito per il Trentino con i genitori il 5 agosto. Quindi, in sostanza, Sempio potrebbe aver frequentato la casa solo fino al 4 agosto, nove giorni prima della morte di Chiara. In sostanza la vittima avrebbe usato il pc l’ultima volta il 10 agosto. Possibile che il Dna sia rimasto sulle sue mani per tre giorni senza mai lavarsi?
Secondo i pm non sono mai state effettuate in quegli anni analisi sulla tastiera.
[…] Nel 2017, quando Marco Poggi viene sentito dagli investigatori di Pavia — che poi archivieranno la posizione di Sempio —, gli viene chiesto del suo rapporto con l’amico: «A volte uscivamo, a volte stavamo a casa di amici, a volte soprattutto durante la settimana, di pomeriggio, veniva a casa mia. Preciso che nel pomeriggio Chiara non era mai in casa perché ha iniziato a lavorare a gennaio del 2006».
Marco Poggi parla degli ultimi giorni prima del delitto: «Ci eravamo appena diplomati quindi avevamo avuto l’esame di Stato nel mese di luglio — mette a verbale otto anni fa —. Io il 5 agosto sono partito per la montagna, non sono quindi in grado di ricordare se nel periodo antecedente Andrea è venuto a casa mia. È molto probabile, ma non posso affermarlo con certezza». Ma cosa facevate in casa? «Quando Andrea veniva da me passavamo il tempo a giocare ai videogiochi, nella saletta giù o sul computer che era in camera di Chiara, ma non era il computer personale di Chiara, bensì quello in uso a tutta la famiglia. Non ricordo esattamente le modalità con cui giocavamo ma sono sicuro che anche Andrea abbia giocato usando la tastiera e il mouse del computer».
Nei nuovi interrogatori i carabinieri hanno chiesto anche ad altri amici cosa accadeva in casa, in quali stanze accedevano e con quale frequenza si ritrovavano nella villetta di via Pascoli. Ma sono passati 18 anni e i ricordi sono stati affievoliti dal tempo. Così per capire qualcosa di più sarà importante anche l’analisi delle impronte repertate in casa Poggi. Sono state recuperate le fascette adesive usate per asportare le impronte. La speranza degli investigatori è che possano contenere tracce di Dna. […]