
"MARKO RUPNIK MI OBBLIGAVA A FARE LE ORGE CON LUI E UN'ALTRA CONSORELLA" - LA TESTIMONIANZA DI GLORIA BRANCIANI, EX RELIGIOSA VIOLENTATA DAL SACERDOTE SCOMUNICATO NEL 2020 (DOPO ANNI IN CUI LA CHIESA HA FATTO FINTA DI NON VEDERE LE VIOLENZE): "DURANTE LA CONFESSIONE MI DICEVA: 'TU NON VUOI FARE LE ORGE PERCHÉ SEI GELOSA, INVIDIOSA, EGOCENTRICA E NON ABBASTANZA SPIRITUALE" - "ALL'INIZIO DICEVO NO A RUPNIK, POI OBBEDIVO PERCHÉ SE LO RIFIUTAVO, LUI MI AGGREDIVA E SOSTENEVA CHE MI STAVO METTENDO CONTRO DIO..."
Estratto da “Sette – Corriere della Sera”
Gloria Branciani - Mirjam Kovac
Roma, studio di Laura Sgrò. Entra Maria (nome di fantasia). È una suora. Racconta di essere stata stuprata da un sacerdote. «Hanno anche ammazzato mio figlio». Aborto forzato. Maria piange, non sa ancora se esporsi. Quella è la prima e unica volta che incontra l'avvocata. Gloria, Mirjam e suor Samuelle invece no, passano nella stanza di Sgrò e la scelgono come loro legale.
Tutte denunciano gli abusi commessi da Marko Ivan Rupnik, teologo, noto artista fondatore del Centro Aletti, ex padre spirituale della Comunità Loyola. Il filo che gira intorno alle testimonianze agghiaccianti raccolte da Sgrò nel libro Stupri sacri (Rizzoli) si contorce a ogni capitolo fino a diventare spinato. Ex religiose e religiose sfidano il silenzio contro gli abusi dentro la Chiesa.
In questo saggio potente e brutale, l'autrice difende il bisogno di verità e si fa megafono di chi ha scelto di non tacere. Sgrò parla spesso alle sue «ragazze coraggiose», ricostruisce storie fatte di dolore, smarrimento, solitudine, senza risparmiarci particolari, e invita tutte (anche Maria, che abbiamo incontrato all'inizio di questo articolo) a farsi avanti.
«La mia è la storia di uno svuotamento», dice Gloria Branciani a 7. Inizia nel 1987 quando lei entra nella Comunità Loyola di Mengeš e le affidano come padre spirituale Marko Rupnik. Lui è il suo confessore, conosce tutte le sue fragilità. Pretende da lei disponibilità e obbedienza totale, due tratti che caratterizzavano il carisma di quella comunità situata a 15 chilometri da Lubiana.
Rupnik inizia una manipolazione spirituale, psicologica, sessuale: l'abbraccia, la bacia sulla bocca, la violenta. Le dice che non obbedirgli significa non compiere la volontà di Dio. «Mi obbligava a fare le orge con lui e un'altra consorella. In confessione mi diceva: tu non le vuoi fare perché sei gelosa, invidiosa, egocentrica, non abbastanza spirituale».
Quanto spazio c'è per il consenso, tra l'obbedienza e la volontà di Dio? Risponde schietta: «La mia obbedienza è cambiata nel tempo, all'inizio dicevo no a Rupnik, poi obbedivo perché se lo rifiutavo, lui mi aggrediva e sosteneva che mi stavo mettendo contro Dio. A un certo punto ho vissuto una crisi identitaria profondissima, c'è stato un abuso di coscienza che mi ha fatto scollegare da me stessa, non provavo più niente, ero senza emozioni».
L'esperienza più difficile la attraversa a 27 anni: «Rupnik sostiene che allora avessi una personalità troppo dolce, che dovessi assumere atteggiamenti dominanti anche dal punto di vista sessuale. [...]».
Branciani denuncia alle autorità ecclesiastiche gli abusi, ma non viene creduta. Nel 1994 lascia la Comunità Loyola che poi verrà commissariata. Quella comunità avrebbe dovuto essere sciolta entro un anno dal 20 ottobre 2023, invece, sostiene Sgrò nel libro, ancora esiste. [...]
Marko Rupnik
Marko Rupnik PAPA FRANCESCO
Marko Rupnik
Marko Rupnik
Marko Rupnik
Marko Rupnik