"LA SESTA ESTINZIONE DI MASSA È IN CORSO, E LA CAUSA SIAMO NOI" - IL MONITO CATASTROFISTA DI ELIZABETH KOLBERT, SCRITTRICE PREMIO PULITZER: "OGNI ESTINZIONE DI MASSA È DIVERSA DALLE ALTRE. QUELLO CHE STA ACCADENDO ORA RIGUARDA LA BIODIVERSITÀ CHE ABBIAMO INTORNO. MA DI SICURO SAREBBE DIVERSA PERCHÉ CAUSATA DA UNA SOLA CREATURA, LA NOSTRA. UNA COSA TERRIBILMENTE SPAVENTOSA, CHE NON CREDO CHE LA GENTE ABBIA DAVVERO CAPITO, È CIÒ CHE STIAMO FACENDO A..."
Estratto dell'articolo di Edoardo Vigna per www.corriere.it
ll suo nome, Elizabeth Kolbert, può non essere noto ai più, nonostante sia la firma di punta del prestigioso settimanale americano New Yorker in tema di ambiente e clima e abbia vinto anche il premio Pulitzer. Il suo libro La Sesta estinzione, però, è considerato oggi una delle pietre miliari in tema di cambiamento climatico e molto di più: uscito dieci anni fa per la prima volta, e ora in libreria (in Italia per Neri Pozza) in un’edizione aggiornatissima, spiega – esempio dopo esempio – perché siamo sull’orlo, o proprio immersi, della sesta estinzione di massa di specie viventi, dopo le prime “Big 5” (come sono note). […]
Kolbert, ce lo dica: stiamo per fare la fine di Mammuth & C.?
«Tanto per cominciare, la “Sesta estinzione” si riferisce più in particolare proprio all’idea che siamo noi esseri umani la causa di una grande estinzione di massa in corso di una numerosissima quantità di specie animali e vegetali. Cinque sono state quelle del passato: la più recente ha spazzato via i dinosauri. […] Per questa “Sesta” è difficile dire a che punto siamo: è in diretta e non c’è una documentazione fossile ad aiutarci, come è stato per le altre. Siamo di certo ancora nelle prime fasi, non proprio “dentro”. Potremmo ancora fermarla».
la sesta estinzione di elizabeth kolbert
Cosa è cambiato dalla prima uscita del libro? Dieci anni sono un tempo infinitesimale da un punto di vista geologico, eppure sembra che la sparizione delle specie stia correndo in modo impressionante.
«È così. Quando l’ho scritto ero preoccupata che alcune persone potessero respingerlo come un’esagerazione. Ora non più: i dati oggettivi sono terribili. E il nostro impatto sul pianeta è diventato significativamente più vasto: nel caso del cambiamento climatico stiamo assistendo a eventi estremi drammatici che sconvolgono la Terra ovunque. E tutto corre più velocemente».
Nell’epilogo della nuova edizione ci sono diverse pagine dedicate alla situazione grave degli insetti impollinatori, la cui vulnerabilità sembra preoccuparla in modo particolare. Quali conseguenze avrebbe la loro scomparsa?
«Molta documentazione sulla crisi degli insetti viene dall’Europa, e precisamente dalla Germania. Ci sono casi provati di estinzione tra gli insetti, ma anche prima che una particolare specie scompaia del tutto, quando sta diventando sempre meno comune, le reti alimentari che dipendono da questi insetti ne risentono pesantemente. Parliamo di impatti tremendi. E noi esseri umani potremmo essere i primi a rendercene conto, perché dipendiamo dagli impollinatori per le nostre colture. Il mondo potrebbe apparire assai diverso».
[…]
In che modo questa sesta estinzione sarebbe diversa dalle cinque precedenti?
cambiamento climatico - global warming
«Ogni estinzione di massa è diversa dalle altre. Quello che sta accadendo ora riguarda la biodiversità che abbiamo intorno a noi adesso. Ma di sicuro sarebbe diversa perché causata da una sola creatura, la nostra. Non credo che ci siano altre estinzioni di massa causate da una singola altra specie».
[…] Perché il “negazionismo climatico” in parte ancora resiste? Gli eventi estremi e le temperature in aumento magari hanno portato a far ammettere che, in effetti, il pianeta si sta surriscaldando eppure c’è ancora chi nega che la causa del cambiamento climatico sia l’azione umana.
«Non ho una buona risposta. Del perché vengano contestati fatti scientifici evidenti. Ma penso che un grosso problema, almeno negli Stati Uniti, stia nel fatto che i mezzi di sussistenza e le azioni di molte persone dipendono dal bruciare combustibili fossili, dall’estrarre combustibili fossili.
Ed è molto doloroso riconoscere che ciò che si sta facendo ha conseguenze terribili. Anche io non mi scagiono in alcun modo. Siamo tutti là fuori a bruciare petrolio, carbone e gas. Questo deve finire. Ma è difficile vivere nel mondo moderno e non partecipare a questo grande progetto di rovinare l’atmosfera».
[…] Quale ricerca per il libro l’ha spaventata di più?
«Una cosa terribilmente spaventosa, che non credo che la gente abbia davvero capito, è ciò che stiamo facendo agli oceani. Li stiamo distruggendo, benché siano di fondamentale importanza per la vita sul pianeta, compreso essere la fonte del nostro ossigeno. Stiamo potenzialmente sconvolgendo la loro capacità di funzionare. E non parlo solo della barriera corallina, che comunque è in un pericolo enorme (in Australia si è appena scoperto che la Great Barrier sta subendo il quinto sbiancamento in otto anni, ndr). Questo dovrebbe davvero spaventare tutti».
A questo punto lei crede che riusciremo a rimanere entro il limite di incremento di 1,5-2° della temperatura, fissato dall’Accordo di Parigi del 2015 per contenere il riscaldamento globale in limiti gestibili?
«Nessuno ci crede più. Nessuno che abbia guardato i dati. Fondamentalmente dovremmo azzerare le emissioni di CO2 oggi, mentre lei ed io stiamo parlando. Non accadrà nemmeno presto». […]
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