ECCO IL RISULTATO DI UN MERCATO IMMOBILIARE IMPAZZITO - NEGLI ULTIMI 30 ANNI DALLE CITTÀ SE NE SONO ANDATI 1,5 MILIONI DI GIOVANI, IL 24,5% IN MENO RISPETTO AL 1993 - IL CALO PIÙ IMPORTANTE SI REGISTRA A NAPOLI, CATANIA E PALERMO. MALE ANCHE CAGLIARI (-45,3%) - VIVERE NELLE METROPOLI PER LE GIOVANI COPPIE È COMPLICATO: COMPRARE CASA E' DIFFICILE, GLI AFFITTI SONO CARISSIMI E SOLO IL 61,6% DELLE GRANDI CITTÀ HA SERVIZI PER PRIMA INFANZIA...
'IN 30 ANNI 1,5 MILIONI GIOVANI IN MENO NELLE GRANDI CITTÀ'
(ANSA) - Negli ultimi 30 anni le città metropolitane hanno perso complessivamente un milione e mezzo di giovani, il 24,5% in meno rispetto al 1993. Al 1° gennaio del 2024 nelle 14 città metropolitane ne risiedono 4,8 milioni nella fascia 0-24 anni, oltre un terzo del totale nazionale, che è di 13,6 milioni, e rappresentano il 22,6% della popolazione totale ma anche in questo caso con una significativa perdita rispetto al 1993 (-10%) quando c'era un giovane ogni 3 persone.
La perdita maggiore riguarda tre città del sud, Napoli, Catania e Palermo. E' quanto si legge nel report di Istat 'I giovani nelle città metropolitane: la fragilità dei percorsi educativi nei contesti urbani. Anni 2022 e 2023'. Nelle città metropolitane del Sud e delle Isole si evidenzia una forte riduzione della componente giovanile oltre la media nazionale (-23,9%) che scende fino a -45,3% nella città metropolitana di Cagliari.
Nel Centro-Nord la riduzione è più attenuata, solo la città metropolitana di Bologna registra un incremento della popolazione giovanile (+13,2%) totalmente determinato dalla significativa crescita dei bambini e ragazzi fino a 14 anni (+42,4%), mitigato dalla parallela riduzione delle persone di 15-24anni.
La contrazione della popolazione 0-24 anni, nell'arco di un trentennio, interessa in maggior misura i comuni capoluogo (-27,7%) che arrivano a perdere ancora più giovani nella classe di età 15-24 anni (-39%); si distanzia significativamente il comune di Cagliari (-56,2%) e a seguire Bari (-42,8%).
Il calo del numero dei giovani residenti con età fino a 24 anni nell'ultimo trentennio è frutto di una dinamica naturale negativa della popolazione autoctona compensata parzialmente dai flussi migratori dall'estero che hanno contribuito a rendere più giovane la struttura della popolazione, ma nell'ultimo decennio l'apporto delle migrazioni non è sufficiente ad attenuare in maniera consistente il calo della natalità.
Nelle città metropolitane il confronto di genere vede una prevalenza della componente femminile, il rapporto di mascolinità è 94,2 uomini ogni 100 donne (in Italia è 95,7) e questo peso, come noto, cresce con l'avanzare dell'età a causa della maggiore longevità delle donne. Dalla nascita e fino a 14 anni prevale però la componente maschile (106,1) della popolazione, che continua a crescere nei ragazzi e giovani da 15 a 24 anni (108 maschi ogni 100 femmine).
ISTAT, 'SOLO 61% GRANDI CITTÀ HA SERVIZI PER PRIMA INFANZIA'
(ANSA) - ROMA, 23 DIC - Nel complesso dei territori metropolitani il 61,6% dei comuni ha almeno un servizio per la prima infanzia, contro il 52% del totale dei comuni italiani. L'obiettivo di copertura del 75% dei comuni, stabilito a livello nazionale dal Decreto legislativo 65/20176, è raggiunto tuttavia solo dalla metà delle città metropolitane, con valori superiori al 90% a Firenze, Milano, Bologna e Bari. Nella città metropolitana di Reggio Calabria invece i comuni con almeno un servizio sono poco più di un terzo, a Palermo non superano il 40%.
E' quanto si legge nel report di Istat 'I giovani nelle città metropolitane: la fragilità dei percorsi educativi nei contesti urbani. Anni 2022 e 2023'. Il tradizionale ruolo di principale erogatore di servizi svolto dai comuni capoluogo dei territori metropolitani è confermato anche dall'elevata concentrazione dell'offerta educativa (47,5%) rispetto alle cinture urbane e agli altri comuni più periferici. Il confronto fra i poli urbani mostra però un andamento diversificato.
Valori significativamente superiori alla media si rilevano nei comuni di Roma (71,5%) e Genova (67,2%), seguiti da Palermo (56,3%). Nelle città metropolitane di Messina e Reggio Calabria invece più del 50% dei servizi è garantito nell'anello più esterno dell'area urbana.