QUALE SEGRETO PIETRINO VANACORE HA PORTATO CON SÉ NELLA TOMBA? CI SAREBBE UNA LETTERA OLOGRAFA DIETRO LA DECISIONE DELLA GIP DI RESPINGERE LA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE E CONTINUARE A INDAGARE SULL’OMICIDIO DI SIMONETTA CESARONI - NEL FOGLIO, LASCIATO ALLA MOGLIE PRIMA DI TOGLIERSI LA VITA, IL PORTIERE DEL PALAZZO DI VIA POMA SCRIVEVA: “SONO STATO COSTRETTO A MENTIRE POICHÉ RICATTATO”- UNA VERITÀ NASCOSTA FORSE SU PRESSIONE DI DUE FUNZIONARI DI STATO, L’ISPETTORE ANTONIO DEL GRECO E L’EX 007 SERGIO COSTA – MA SULLA LETTERA ALEGGIA IL MISTERO VISTO CHE…
Estratto dell’articolo di Giacomo Galanti e Giuseppe Scarpa per “la Repubblica”
La storia di Pietrino Vanacore è un mosaico di segreti che pare emergere lentamente, pezzo dopo pezzo, dalla nebbia di un passato mai davvero sepolto. Il portiere di via Poma, legato indissolubilmente all’omicidio di Simonetta Cesaroni il 7 agosto 1990, torna al centro delle indagini con una rivelazione che potrebbe riscrivere il corso di una vicenda segnata da misteri e silenzi.
Una lettera olografa. Un messaggio che Vanacore avrebbe lasciato prima di togliersi la vita nel 2010. In questo documento, secondo la gip Giulia Arcieri, Pietrino avrebbe scritto di essere stato «costretto a mentire poiché ricattato», si legge nell’ordinanza in cui il magistrato respinge l’archiviazione e impone ai pm di continuare ad indagare.
Una verità nascosta per vent’anni, forse su pressione di due funzionari di Stato, l’ispettore Antonio Del Greco e l’ex 007 Sergio Costa. È questa una delle piste su cui gli investigatori adesso dovranno lavorare.
Nella lettera, Vanacore avrebbe addirittura indicato che il messaggio venisse distrutto alla morte di sua moglie, Giuseppa De Luca. «In tale lettera — prosegue la gip — Pietrino avrebbe spiegato di essere stato costretto a mentire poiché ricattato. La lettera conterrebbe l’indicazione di procedere alla sua distruzione con la morte di De Luca, vedova di Vanacore».
Ma questa lettera esiste davvero?
La fonte dell’informazione è un giornalista che si è occupato del caso, ascoltato in passato dai pubblici ministeri. Tuttavia, i carabinieri nutrono dei dubbi: se fosse stata così importante, perché Vanacore non l’ha lasciata alla famiglia o resa pubblica?
IL PALAZZO DI VIA POMA 2 DOVE E MORTA SIMONETTA CESARONI
A questa obiezione, Arcieri replica con fermezza: «È del tutto plausibile che Pietrino Vanacore abbia inteso proteggere i familiari con la rivelazione di una verità, da lui tenuta nascosta per 20 anni. Nel solo caso ciò si rendesse necessario per difendere i familiari». Protezione, dunque, non omissione. Un gesto estremo per proteggere la moglie Giuseppa, che, secondo la gip, «senza dubbio conosce molto più di quanto abbia mai dichiarato agli inquirenti » .
La giudice ritiene che questa nuova pista meriti attenzione. […]
Tra gli interrogativi più urgenti, spiccano le dichiarazioni di Mirko Vanacore, uno dei figli del portiere.
In un’intervista al settimanale Gente , parlando di Sergio Costa, affermò: «Mio padre lo vide. Vide anche altro, probabilmente».
[…]Ma c’è un’altra figura che emerge dall’ombra: si tratta di Donatella Ronchietto, moglie di Mario Vanacore, l’altro figlio del portiere. Presente la notte in cui fu scoperto il corpo di Simonetta, Donatella non ha mai parlato ufficialmente del caso. […]
Che cosa sa Donatella? Cosa cela la lettera, se davvero esiste? E soprattutto, quale segreto Pietrino Vanacore ha portato con sé nella tomba? Domande che si accumulano su una storia già appesantita dall’incertezza.
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