
UN ALTRO RITOCCHINO FATALE: UNA 62ENNE ROMANA, SIMONETTA KALFUS, È MORTA IN OSPEDALE DOPO UN INTERVENTO DI LIPOSUZIONE E DODICI GIORNI DI AGONIA – LA DONNA, IN PENSIONE DA APPENA UN ANNO, SI ERA RIVOLTA A UNA CLINICA PRIVATA DELLA CAPITALE PER RIMODELLARE I SUOI GLUTEI. UN’OPERAZIONE DI ROUTINE CHE VIENE EFFETTUATA IN POCHI MINUTI. UNA VOLTA A CASA, PERÒ, INIZIA A STARE MALE: DOLORI, NAUSEA E FEBBRE – LA FIGLIA: “ERA PIENA DI BUCHI, PERSINO SOTTO IL MENTO, ALTRO CHE GLUTEI” – UNA VICENDA CHE RICORDA LA MORTE DI MARGARET SPADA, LA 22ENNE SICILIANA MORTA A NOVEMBRE DOPO UN INTERVENTO DI RINOPLASTICA…
Estratto dell’articolo di Valeria Costantini per il “Corriere della Sera”
Si sottopone a un intervento di liposuzione e muore in ospedale dopo dodici giorni di agonia. Voleva solo un ritocchino ai glutei Simonetta Kalfus, 62enne residente ad Ardea, Comune alle porte di Roma, ex dirigente della Banca Unicredit.
[…]Il 6 marzo scorso, su consiglio di un amico anestetista, si rivolge a un chirurgo estetico della Capitale, con lo studio medico in zona Cinecittà: vuole rimodellare un po’ le sue forme, un’operazione di routine da effettuare in pochi minuti.
Una volta a casa, però, Simonetta inizia a stare male. Forti dolori, nausea, febbre. Un malessere che non accenna a placarsi. L’11 marzo la figlia Eleonora, preoccupata, chiama un’ambulanza che porta la mamma alla vicina clinica Sant’Anna a Pomezia: la Tac è negativa, gli viene prescritta una flebo di antidolorifici, poi le dimissioni.
Il giorno successivo però Simonetta continua a sentirsi malissimo. È lo stesso amico anestesista a portare la 62enne nell’ospedale dove lui lavora, il Giovan Battista Grassi di Ostia, distante pochi chilometri da Ardea, sul litorale romano.
I medici comprendono subito la gravità della situazione: dal pronto soccorso la donna viene immediatamente trasferita in terapia intensiva. «Mia mamma non mi ha nemmeno riconosciuta quando sono entrata a visitarla, era piena di buchi, persino sotto il mento, altro che glutei», racconta sconvolta la figlia Eleonora: è il 14 marzo. Il giorno dopo Simonetta è in coma farmacologico. Il 17, dopo una serie di ischemie ed embolie, è già in morte cerebrale. Il 18 il cuore di Simonetta si ferma.
La famiglia non attende il decesso, doloroso quanto inatteso, per sporgere denuncia ai carabinieri su quanto accaduto.
L’esame autoptico effettuato due giorni dopo al Policlinico di Tor Vergata restituisce solo in parte lo strazio subìto dal corpo della 62enne, praticamente pieno di infezioni, divorato dall’interno. Ora sulla morte di Simonetta Kalfus la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.
[…]« Nella denuncia ai carabinieri i familiari hanno ricostruito, non senza difficoltà, gli ultimi giorni di vita della donna. Simonetta infatti non li aveva avvisati di quell’intervento per non farli preoccupare: non era la prima volta che la 62enne però si rivolgeva alla chirurgia estetica per qualche ritocchino.
Solo tramite le chat sul cellulare della mamma, Eleonora è riuscita a risalire all’identità del chirurgo che l’ha operata, poi citato nei verbali dei militari. «Era molto scrupolosa nella scelta, cercava sempre dei luminari, professori esperti - precisa la figlia -.
Questa volta si è fidata del suo amico anestesista che l’ha indirizzata a questo chirurgo.
Solo dopo la sua morte abbiamo scoperto che questo dottore è stato condannato appena l’anno scorso per un lifting al seno sbagliato. Vogliamo giustizia per lei».
Sul medico e sull’anestesista, denunciati, sono in corso gli accertamenti di carabinieri e Procura: i Nas hanno già raccolto elementi nello studio medico dove è stata operata Simonetta, situato nel quartiere Cinecittà.
Una vicenda che ricorda quella tragica di Margaret Spada, la 22enne siciliana morta lo scorso novembre dopo un intervento di rinoplastica in uno studio privato della Capitale.
MARGARET SPADA
MARGARET SPADA
MARGARET SPADA - Salvatore Sferrazzo