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“SONO STATI TUTTI MOLTO BRAVI, A PARTIRE DA CROSETTO CHE MI HA AVVISATO SUBITO” – PARLA QUELL’ALLOCCONE DI MASSIMO MORATTI DOPO CHE SONO STATI RECUPERATI, SU UN CONTO IN OLANDA, I 980 MILA EURO CHE L’IMPRENDITORE AVEVA ELARGITO AI TRUFFATORI CHE SI FINGEVANO COLLABORATORI DEL MINISTRO - GRAZIE AL LAVORO DEGLI INQUIRENTI L’EX PATRON DELL’INTER È TORNATO IN POSSESSO DEI SOLDI NEL GIRO DI UNA SETTIMANA - SUL CONTO NON SONO STATI TROVATI ALTRI SOLDI. MA COME E’ RIUSCITA LA BANDA A FREGARE MORATTI? LE TELEFONATE SEMBRAVANO ARRIVARE DA GENERALI VICINI A CROSETTO, DA SUOI DIRIGENTI, O DALLA CONTRAFFATTA VOCE DEL MINISTRO, CHE IERI HA...
Luigi Ferrarella per corriere.it - Estratti
«Sono molto contento che i soldi sottratti con l’inganno a un imprenditore, utilizzando la mia voce falsificata e il mio nome, siano stati individuati su un conto olandese e bloccati nella loro totale interezza. Ottimo lavoro dei magistrati e delle forze di polizia», annuncia nel tardo pomeriggio di mercoledì in un post sul social «X» il ministro della Difesa, Guido Crosetto.
E in effetti l’imprenditore presidente di Saras ed ex presidente dell’Inter, Massimo Moratti, è appena diventato uno dei pochissimi esempi, nella sterminata casistica giudiziaria di raggiri anche di ingente entità, di una vittima di truffa che grazie al lavoro degli inquirenti sia ritornato in possesso dei soldi truffati: non pochi, due bonifici per 980.000 euro rintracciati in Olanda dai carabinieri con la Procura di Milano nel giro di una settimana.
«Sono stati tutti molto bravi, a partire dal ministro Crosetto che ci ha messo la faccia e mi ha avvisato subito, poi il procuratore Viola e i carabinieri sono stati di una professionalità incredibile — commenta a stretto giro di posta Moratti, che telefona a ministro e procuratore per ringraziarli — La denuncia immediata ha facilitato la soluzione, anche se non era semplicissimo».
La tempistica tambureggiante dell’inchiesta da mercoledì scorso e lo spiegamento di energie investigative profuse — certo non estranei al fatto che fosse un ministro il finto personaggio autorevole su cui avevano fatto perno i truffatori per chiedere a grandi imprenditori i soldi che sarebbero stati necessari allo Stato a pagare in segreto il riscatto di giornalisti italiani ostaggi in Medio Oriente — ottengono così almeno il primo cruciale risultato: riuscire a far «congelare» i soldi sul conto corrente olandese sul quale Moratti aveva avuto indicazione dai truffatori di trasferirli e sull’altro su cui avevano spostato una piccola parte della somma. E sfruttando quel briciolo di tempo in più concesso dall’incepparsi di un primo tentativo dei malviventi di spostare ancora il denaro a Hong Kong.
(...) l’estratto conto potrà comunque rivelarsi prezioso in due direzioni: da un lato rivelando o escludendo che sia stato alimentato da altri bonifici operati magari da altre vittime rimaste silenti in questa o in altre truffe; e dall’altro lato, in uscita, indirizzando eventuali ulteriori richieste rogatoriali all’estero su successivi conti di transito dei truffatori.
Al momento Moratti sembra l’unico ad aver pagato, e uno dei pochi contattati direttamente e non tramite il proprio staff (come nei casi di Aleotti, Gussalli Beretta, Tronchetti Provera, Della Valle, Bertelli, Armani, Del Vecchio, Caltagirone, dei dirigenti Esselunga). Il trucco? Telefonate che sembravano arrivare da generali vicini a Crosetto, da suoi dirigenti, o direttamente dalla contraffatta voce del ministro, che proprio ieri ha presentato l’annunciata denuncia per «sostituzione di persona».