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CHI HA “SUICIDATO” LUCA CANFORA? IL FRATELLO DEL COSTUMISTA 51ENNE, TROVATO MORTO DOPO UN VOLO DA UNA SCOGLIERA DI CAPRI MENTRE LAVORAVA AL FILM “PARTHENOPE” DI SORRENTINO, PRESENTA IN PROCURA UN ESPOSTO PER CHIEDERE UN SUPPLEMENTO DI INDAGINI CHE POTREBBE PORTARE ALLA RIESUMAZIONE DEL CORPO: “NON ERA DEPRESSO E NON AVREBBE AVUTO NESSUN MOTIVO PER TOGLIERSI LA VITA” – DOPO LA MORTE NON FURONO RISCONTRATE FRATTURE SUL CORPO DELL’UOMO, IMPOSSIBILE DOPO UN VOLO DEL GENERE – LA STRANA COINCIDENZA: IL “SUICIDIO” NELLO STESSO LUOGO IN CUI NEL FILM DI SORRENTINO UNO DEI PROTAGONISTI SI TOGLIE LA VITA…
Estratto dell’articolo di Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”
C’è un singolare incrocio — di certo assolutamente casuale — fra la tragica fine di Luca Canfora, costumista cinquantunenne tra i più noti del cinema non solo italiano, trovato morto nel mare di Capri il 1° settembre 2023, e una delle scene più intense e drammatiche del film Parthenope di Paolo Sorrentino.
A quel film Canfora aveva lavorato e stava ancora lavorando quando l’intera troupe si trasferì sull’isola per girare la sequenza del suicidio di Raimondo Di Sangro — fratello di Parthenope, per la quale nutre un amore non fraterno — che al minuto 44 del film si lascia andare nel vuoto dal belvedere dei Giardini di Augusto.
E proprio sotto quel tratto di costa a strapiombo verrà trovato da due canoisti il corpo di Canfora, morto proprio come il personaggio della storia, almeno stando alle risultanze dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Napoli e condotta dalla polizia. Inchiesta non ancora giunta a conclusione ma nella quale l’ipotesi del gesto volontario è l’unica rimasta in piedi, dopo che sono state valutate e scartate le eventualità di un omicidio e quella di un incidente.
paolo sorrentino e luca canfora
Ma i familiari del costumista non ci hanno mai creduto.
«Non fu un suicidio», ripete ormai da un anno e mezzo il fratello Giuseppe, che ha ingaggiato come consulente l’ex comandante dei Ris, il generale Luciano Garofano, e ha presentato ora in Procura un esposto per chiedere un supplemento di indagini affinché non sia ancora abbandonata la pista dell’omicidio, ribadendo che suo fratello «non era depresso» e «non avrebbe avuto nessun motivo per togliersi la vita».
Ora per lui sta arrivando il momento di poter sottoporre agli investigatori tutti i dubbi che nutre sulla morte di suo fratello: sulle cause e anche sulla dinamica della tragedia.
Per domani, infatti, è stato convocato negli uffici della squadra mobile, a riprova che gli stessi investigatori non ritengono di aver concluso il proprio lavoro e che, anzi, sono pronti a valutare ogni nuovo elemento. Sempre che ce ne siano di concreti.
[…] sarà probabilmente proprio alla luce degli esiti di quest’incontro che il pubblico ministero titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Silvio Pavia, deciderà se disporre o meno la riesumazione dei resti del costumista e di dare incarico per una nuova autopsia.
Quella eseguita nell’immediatezza della tragedia non avrebbe riscontrato fratture sul corpo […] apparirebbe impossibile dopo un volo come quello che si presume abbia fatto Luca Canfora. Ma non è chiaro se le radiografie che avrebbero potuto rilevare le fratture siano state fatte o se l’immediata individuazione, al di là di ogni dubbio, della causa del decesso, abbia indotto il medico legale a non eseguire ulteriori esami
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