
MELONI VS SALVINI, NUOVO ROUND – DOPO CHE LA LEGA, MERCOLEDÌ IN AULA, HA DICHIARATO CHE LA PREMIER NON HA IL MANDATO PER APPROVARE A BRUXELLES IL RIARMO UE, UNA DUCETTA FURIOSA HA TELEFONATO A SALVINI E GLI HA FATTO PRESENTE CHE IN POLITICA ESTERA DECIDE LEI – DOPO LA SFURIATA DELLA DUCETTA, IL LEGHISTA HA RINCULATO: “ABBIAMO TOTALE FIDUCIA IN GIORGIA E NEL GOVERNO. LE DIVISIONI SONO A SINISTRA” – MA I COLONNELLI MELONIANI NON LA PENSANO COSÌ: “LA PREMIER AVEVA CHIESTO LEALTÀ. NON CAPIAMO IL MOTIVO PER CUI LA LEGA COMMETTA CERTE IMPRUDENZE. NON SEMBRA STIANO RIPAGANDO GRANCHÉ IN TERMINI DI VOTI…”
Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “la Stampa”
giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse
Era difficile, questa volta, far finta di niente. Quando mercoledì in Aula la Lega ha avvertito Giorgia Meloni che lei non ha il mandato per approvare a Bruxelles il piano di riarmo europeo, dentro Fratelli d'Italia e Forza Italia hanno avuto la netta sensazione che si fosse superata una linea. Un confine all'interno del quale finora Matteo Salvini era stato lasciato libero di compiere ogni sorta di scorribanda dialettica.
Libertà di dire quel che voleva, purché poi si allineasse all'indicazione di voto data dalla premier. Ecco, imporre dei vincoli su un voto in Europa di cui lei stessa è responsabile, evidentemente, ha incrinato il patto. Se ne deve essere reso conto anche Salvini, che a 24 ore dall'incidente e dopo una telefonata di fuoco con Meloni, sente il bisogno di chiarire: «Abbiamo totale fiducia in Giorgia e nel governo. Le divisioni sono a sinistra».
giorgia meloni al consiglio europeo 8
I colonnelli di Meloni non la pensano allo stesso modo e sentono il bisogno di tornare sul tema per correggere il leghista: «Meloni ha un mandato chiaro per poter votare il ReArm», dice, ad esempio, il ministro Adolfo Urso. [...]
Dal quartier generale di Fratelli d'Italia sono anche più duri: «Giorgia aveva chiesto lealtà e responsabilità in Aula. Non capiamo, quindi, il motivo per cui la Lega commetta certe imprudenze. Non sembra stiano ripagando granché in termini di voti».
Nel partito della premier scommettono che Salvini ricalibrerà il tiro, lasciando perdere quella che dovrà essere la decisione finale sul piano di riarmo. E infatti il vicepremier leghista, tornato a Roma per inaugurare un ponte, parlando con i cronisti schiva le polemiche sul manifesto di Ventotene - «Lasciamo queste discussioni agli storici» - e sul ReArm la prende piuttosto larga: «Sicuramente i padri fondatori non pensavano all'Europa che si riarma, hanno creato la Comunità europea per evitare nuove guerre, non per fomentarle».
guido crosetto giorgia meloni foto lapresse
Poi sposta il mirino sul progetto di un esercito comune, che al momento non è nemmeno in discussione in Europa. Il leader di Forza Italia Antonio Tajani è da sempre favorevole, in linea di principio, mentre Salvini si posiziona sulla sponda opposta: «Non sono d'accordo con Tajani. L'esercito europeo oggi, a guida franco-tedesca, cosa fa? Va in guerra? Sono d'accordo sull'aiutare l'Europa a difendersi, ma oggi che garanzia avremmo?».
[...] Il vicepremier leghista torna così a prendere posizioni di principio tutto sommato innocue per Meloni. Libero di muoversi all'interno di quei confini che Crosetto abbozza con una battuta: «Come direbbe Boskov "problema c'è quando voto contrario"». Finché la Lega vota insieme al resto del centrodestra, senza pretendere di limitare l'agibilità politica di Palazzo Chigi, può dunque alzare la voce contro chiunque voglia. Il deputato di Avs Angelo Bonelli, con una punta di veleno, la sintetizza così: «Salvini abbaia, ma non morde».
GIORGIA MELONI - PUNTO STAMPA CONSIGLIO EUROPEO
DONALD TRUMP - MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - MEME BY EDOARDO BARALDI